Tempo di lettura: 3 minutiIn ogni momento i pazienti fragili possono vaccinarsi contro Covid, Virus Sinciziale, Pneumococco, Herpes Zoster. Queste e le altre infezioni diffuse aumentano i rischi di morbilità e mortalità. Tuttavia possono essere prevenute con i vaccini, raccomandati dagli specialisti soprattutto ai pazienti fragili, agli anziani e ai bambini. Il punto sulla prevenzione e la cura è stato fatto in un incontro al Ministero della Salute, dal titolo “Infezioni respiratorie: strategie di prevenzione vaccinale e corretto uso degli antibiotici”, promosso dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, insieme ad altre società scientifiche e associazioni di pazienti.
Infezioni respiratorie più a rischio
“Le infezioni respiratorie rappresentano la principale causa di morbilità e mortalità per i pazienti fragili come anziani, soggetti immunocompromessi, malati cronici, bambini, le cui difese immunitarie sono più deboli, su cui determinano un alto numero di ospedalizzazioni, perdita di giornate lavoro e un significativo numero di decessi – ha sottolineato il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT -. Gli ultimi due inverni hanno visto la concomitanza di tre virus, influenza, SARS-CoV-2, RSV, con code fino alla primavera. Per alleviare gli effetti di queste infezioni è fondamentale raccomandare sorveglianza e vaccinazione. La prima è guidata da RespiVirNet, il Sistema di Sorveglianza Integrata coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità con il sostegno del Ministero della Salute. Servono poi massicce campagne di prevenzione, dalle vaccinazioni stagionali contro l’influenza alle vaccinazioni contro Covid-19, Pneumococco, Herpes Zoster, Meningococco, Virus Respiratorio Sinciziale. Il Pneumococco può provocare polmoniti ed essere causa di mortalità nell’anziano. Il Covid oggi fa meno paura, ma nel 2023 ha provocato 10.500 decessi per cui occorre proteggere i pazienti fragili con i vaccini aggiornati e con anticorpi monoclonali e farmaci antivirali nei casi indicati. I vaccini offrono importanti soluzioni anche contro l’Herpes Zoster, che genera una grave compromissione della qualità della vita con la nevralgia post-erpetica; nel paziente oncologico può anche ritardare la cura della patologia di base. Le vaccinazioni, inoltre, hanno anche una funzione contro l’antibiotico-resistenza, in quanto limitano l’uso inappropriato della terapia antibiotica”.
Virus sinciziale
Il Virus Respiratorio Sinciziale – RSV provoca malattie respiratorie acute, che possono progredire in forme severe, con coinvolgimento delle basse vie aeree, determinando complicanze, esacerbazioni di comorbidità preesistenti, ospedalizzazioni e morte. In Europa, provoca più del 60% delle infezioni respiratorie acute in bambini inferiori ai 5 anni, mentre negli adulti over 60 vengono stimati circa 3 milioni di casi di sindromi respiratorie acute, con più di 465mila ospedalizzazioni e oltre 33mila decessi. Ogni anno, nella popolazione italiana di età superiore ai 60 anni si stima che il RSV provochi circa 290mila casi di infezione respiratoria acuta, 26mila casi di ospedalizzazione e 1.800 decessi in ospedale. Inoltre, l’infezione non conferisce una robusta immunità a lungo termine. Ad oggi, RSV è la terza causa più frequente di malattia del tratto respiratorio negli adulti, insieme al virus influenzale e al SARS-CoV-2.
“Il Virus Respiratorio Sinciziale può assumere una forma grave nelle persone vulnerabili, come gli adulti immunocompromessi e coloro che hanno malattie croniche polmonari o cardiache – spiega Roberto Parrella, Presidente SIMIT –. L’RSV può esacerbare condizioni come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)e l’asma e può portare a conseguenze gravi, come polmonite, ospedalizzazione ed a volte anche al decesso. Nei bambini sotto i 5 anni più del 60 % delle infezioni respiratorie sono dovute al RSV , raggiungendo l’80% sotto l’anno di vita. Con i nuovi vaccini abbiamo strumenti prima impensabili: sono indicati per la immunizzazione passiva contro la malattia da RSV nei neonati dalla nascita fino a 6 mesi di vita mediante la somministrazione alle madri in gravidanza e sono utilizzabili anche per proteggere gli adulti di età pari o superiore a 60 anni mediante immunizzazione attiva prevenendo l’insorgenza di patologia severa da RSV in questi soggetti più vulnerabili, a causa di condizioni sottostanti, comorbidità o immunodepressione. Questi vaccini hanno dimostrato efficacia notevole e sicurezza”.
Adulto fragile e nuovo vaccino
“Nei Paesi industrializzati, il RSV, negli adulti, provoca oltre 420mila ricoveri ogni anno e 29mila decessi – aggiunge il Prof. Massimo Andreoni –. Finora non sono state disponibili terapie e vaccinazioni, ma è da poco disponibile in Italia il primo vaccino per gli adulti, con straordinaria efficacia nei soggetti con più di 60 anni di età e in coloro che siano affetti da comorbosità quali malattie respiratorie croniche, cardiopatie, diabete, insufficienza renale e tutti i quadri di immunodepressione. La possibilità di oggi di prevenire l’infezione in questi soggetti rappresenta un importante passo avanti all’armamentario in nostro possesso per la prevenzione delle malattie respiratorie nel paziente adulto fragile. È pertanto auspicabile che questa vaccinazione entri presto nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale e che possa diventare uno strumento diffuso su tutto il territorio nazionale”.
Prostata, screening per diagnosi precoce del tumore
News Presa, PrevenzioneIn Europa oltre 2 milioni di uomini convivono con il tumore alla prostata. Nel nostro Paese rappresenta il 20 per cento dei tumori maschili con 41 mila nuove diagnosi ogni anno. L’innovazione ha portato nuove possibilità di cura riducendo la mortalità, ma a fare la differenza è sempre la diagnosi precoce. Oggi per la diagnosi di questo tumore è previsto l’esame del PSA (Antigene Prostatico Specifico). Viene indicato per uomini sopra i 40 anni in caso di familiarità per tumore alla prostata e uomini sopra i 50 anni come screening. Tuttavia, i numeri suggeriscono la necessità di considerare una nuova strategia di prevenzione.
Da qui nasce Let’s Talk Prostate Cancer Expert Group, gruppo che riunisce gli stakeholder delle principali organizzazioni in Europa nel campo del tumore della prostata ed è presieduto da membri del Parlamento europeo. L’obiettivo è incentivare i protocolli di screening organizzati e basati sul rischio del tumore della prostata in tutti gli Stati membri dell’UE. Istituzioni, clinici e associazioni europee hanno fatto il punto in un incontro virtuale, in cui è intervenuta anche la Fondazione Onda, portando l’esperienza italiana.
Tumore prostata, modello italiano
Ogni anno sono 41 mila le nuove diagnosi di tumore della prostata in Italia. Il Piano europeo di lotta contro il cancro, presentato nel 2021, e la pubblicazione nel dicembre 2022 dell’aggiornamento delle Raccomandazioni sugli screening oncologici invitano a prendere in considerazione lo screening organizzato, oltre che per altri tipi di tumore, anche per il tumore della prostata. L’obiettivo è sollecitare una maggiore attenzione verso la diagnosi precoce riducendo la mortalità e le diseguaglianze.
In Italia, dove un programma di screening organizzato per questo tumore non è attivo, si stanno però facendo passi avanti. Il Ministero della Salute ha recentemente stanziato 500.000 euro per la realizzazione di un progetto pilota per un programma di screening organizzato basato sul rischio del tumore della prostata nella Regione Toscana. Questo progetto ha l’obiettivo di valutare l’accettabilità, l’accuratezza e la fattibilità di protocolli di screening che utilizzano il PSA con risonanza magnetica come test di triage per i soggetti positivi al fine di ridurre la sovradiagnosi e migliorare la diagnosi precoce nella popolazione target.
«Il tumore della prostata è diventato parte integrante delle nostre campagne a partire dall’inizio del 2022 quando abbiamo creato il network degli ospedali con il Bollino Azzurro, riconoscimento assegnato ai centri che garantiscono un approccio multiprofessionale e interdisciplinare dei percorsi diagnostici e terapeutici per questo tumore e abbiamo poi avviato un progetto di ampio respiro in risposta alle Raccomandazioni del Consiglio europeo sullo screening del tumore della prostata», dichiara Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda. «A seguito della pubblicazione del nostro Libro bianco sul tema, abbiamo realizzato un progetto di sensibilizzazione sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce del tumore della prostata».
«Sono onorata di aver potuto portare questa importante esperienza e il nostro impegno come best practice a livello europeo», conclude la Dott.ssa Merzagora.
Quando il singhiozzo nasconde altro
News PresaSi dice che uno spavento improvviso possa far passare il singhiozzo, o che ci possano riuscire alcune parole che agiscono sulla glottide e sul diaframma. Che sia vero o meno resta da capire perché in alcune persone questo disturbo si presenta con frequenza e, quando questo accade, cosa si può fare per uscirne. Diciamo subito si tratta di un disturbo comune che, sebbene spesso innocuo, può diventare fastidioso o indicare problemi più seri se persiste per un lungo periodo. Ecco perché comprendere le cause sottostanti e sapere come gestirlo correttamente è fondamentale per mantenere il benessere.
Il diaframma
Il singhiozzo è causato da contrazioni involontarie del diaframma, il muscolo che separa la cavità toracica da quella addominale. Durante queste contrazioni, la rapida chiusura della glottide provoca il tipico suono “hic”. Mentre i casi brevi di singhiozzo sono generalmente innocui e possono essere causati da fattori come un pasto abbondante, bevande estreme o ingoiare aria in eccesso, la persistenza del singhiozzo potrebbe essere sintomo di problemi più gravi.
Il cuore o la pancia
Condizioni come pericardite, disturbi dell’apparato digerente o alterazioni nei centri nervosi possono causare singhiozzo prolungato. Se il singhiozzo dura più del normale o è associato a sintomi preoccupanti, è consigliabile consultare un medico.
Rimedi
Per alleviare il singhiozzo, ci sono vari rimedi casalinghi come bere acqua a piccoli sorsi, starnutire, mangiare un cucchiaio di zucchero o assumere succo di limone. Tuttavia, se il disturbo persiste in modo significativo, è importante cercare assistenza medica.
Da non sottovalutare
Il singhiozzo, sebbene spesso innocuo, può indicare problemi sottostanti se persiste per un lungo periodo. È essenziale conoscere le cause e i rimedi appropriati. Se il disturbo non migliora o è associato a sintomi preoccupanti, consultare un medico è fondamentale per una valutazione accurata e un trattamento adeguato. Prestare attenzione alla durata e alla gravità del singhiozzo può aiutare a garantire il benessere generale e prevenire complicazioni future.
Aggressioni, si procede d’ufficio
News PresaContro chi aggredisce un medico o un infermiere si può procedere d’ufficio. Un cambiamento fondamentale, perché sino ad oggi i camici bianchi dovevano presentare denuncia per sperare che un aggressore venisse perseguito. In altre parole il povero aggredito doveva anche rischiare ritorsioni e esporsi ad alla possibilità di minacce o peggio. Ora nel caso di lesioni personali ai professionisti sanitari, sia che si tratti di lesioni lievi, gravi o gravissime, so va avanti indipendentemente dalla volontà della vittima di sporgere querela.
Il decreto
Per il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, si tratta di un “ulteriore passo in avanti a tutela dei colleghi vittime di aggressioni e violenze nell’esercizio delle loro funzioni. La dimostrazione che la nostra pressante azione inizia a dare i frutti concreti”. Il cambiamento di rotta è legato alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo 19 marzo 2024, n. 31 che modifica il codice penale in tema di procedibilità d’Ufficio per il reato di lesioni personali e di procedibilità a querela del reato di danneggiamento.
Sanzioni
L’intervento si è reso necessario per coordinare le modifiche già introdotte al regime di procedibilità del delitto di lesioni nel 2022 con la riforma del processo penale, alla sopravvenuta modifica, voluta da Anaao, e apportata dal legislatore al Codice penale, dal cosiddetto decreto bollette. Già con il decreto bollette del 2023, infatti, era intervenuto a rafforzare il sistema normativo penale a tutela del personale sanitario nell’esercizio delle proprie funzioni e attività, in considerazione degli episodi di violenza più volte verificatisi nelle strutture sanitarie, con l’introduzione di un inasprimento delle sanzioni con riguardo alle lesioni semplici per le quali si prevede oggi la pena della reclusione da due a cinque anni.
Malattia carnivora, allerta in Giappone per nuova infezione batterica
News Presa, PrevenzioneTokyo ha sollevato un allarme riguardo alla crescita dei casi di un’infezione batterica rara ma grave. Secondo quanto riportato dal The Japan Times, i casi segnalati hanno superato più della metà del conteggio dello scorso anno, con 88 casi solo nella capitale e 517 infezioni a livello nazionale. La sindrome da shock tossico streptococcico (STSS), nota anche come la “malattia carnivora”, ha suscitato preoccupazioni tali da spingere la Corea del Nord a cancellare una partita di calcio con il Giappone, programmata a Pyongyang. Si tratta di un’infezione grave che, nei casi più estremi, può provocare la necrosi dei tessuti connettivi muscolari. Il tasso di mortalità ha raggiunto circa il 30% degli individui infettati nel 2023, definibile come “estremamente alto”.
Numeri e sintomi della malattia carnivora
Durante una riunione sul controllo delle malattie infettive, tenutasi venerdì, è emerso che Tokyo ha registrato 88 pazienti entro il 17 marzo. Nel corso del 2023, la capitale ha riportato un totale di 141 casi e 42 decessi associati all’infezione. Le autorità hanno invitato la popolazione a consultare subito un medico in presenza di sintomi quali dolore e gonfiore agli arti o febbre, segni indicativi di questa particolare infezione.
Contagio
Lo streptococco di gruppo A, responsabile della trasmissione della malattia, si diffonde attraverso le goccioline respiratorie e il contatto diretto, ma anche attraverso ferite alle mani o ai piedi. Le autorità sanitarie raccomandano di seguire le misure preventive, tra cui il lavaggio regolare delle mani e una corretta cura delle ferite.
Si presume che una variante chiamata ceppo M1UK, altamente trasmissibile tra i batteri streptococco del gruppo A, sia correlata ai recenti casi. Secondo il National Institute of Infectious Diseases, persone di tutte le età possono essere colpite, sottolineando l’importanza di adottare misure di vigilanza per la salute pubblica.
Un robot prepara farmaci e dispositivi medici
News Presa, Ricerca innovazioneDa un lato “armadi intelligenti” che monitorano le scorte e ordinano farmaci e dispositivi medici in relazione alle prescrizioni di reparto e alle esigenze di sala operatoria, dall’altra un robot che in autonomia prepara le cassette che andranno a rifornire i reparti e, quando necessario, dispensa la terapia direttamente ai pazienti in dimissione sulla base delle prescrizioni ricevute. Sono questi i due pilastri della farmacia ospedaliera 3.0, il progetto pilota più all’avanguardia a livello italiano ed europeo per la gestione integrata del farmaco realizzato all’ospedale Monaldi di Napoli e inaugurato questa mattina alla presenza, tra gli altri, del direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli, Anna Iervolino; dell’Assessore al Bilancio della Regione Campania, Ettore Cinque e del direttore generale per la Tutela della Salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale della Regione Campania, Antonio Postiglione.
Innovazione
Un progetto che rende l’ospedale dell’AO dei Colli tra i più avanzati d’Europa in questo campo, al punto da farlo diventare un modello di esempio per farmacisti ospedalieri di tutta Europa. In ambito ospedaliero l’Unità Operativa di Farmacia ha il compito di assicurarsi che i dispositivi medici e i farmaci necessari all’assistenza dei pazienti siano sempre presenti e disponibili. Un compito estremamente complesso, trattandosi di prodotti del valore di milioni di euro che, se non gestiti correttamente, potrebbero restare inutilizzati e scadere.
Il software
«Questo nuovo sistema consente di automatizzare interamente il processo, azzerando il rischio di errori a beneficio della salute dei pazienti e generando anche un risparmio concreto della spesa. Il software è infatti capace di analizzare il contenuto degli armadi e avvertire la Farmacia di eventuali carenze prima ancora che possano prodursi. In base alla prescrizione medica o alla programmazione operatoria, infatti, il software riesce a tenere sempre scorte ottimali», spiega il direttore dell’Unità Operativa Complessa di Farmacia Adriano Cristinziano.
Sicurezza
Se il primo fattore è l’azzeramento di possibili errori materiali, visto che il ciclo viene ora gestito da software e robot, non da meno è il risparmio economico. Si stima, solo a titolo di esempio, che il nuovo sistema consentirà in un solo anno un risparmio di 400 mila euro derivante dalla corretta gestione delle scorte, riduzione dei consumi e degli scaduti di Dispositivi Medici. A cui si aggiunge il risparmio di tempo degli operatori e una sensibile riduzione dei consumi e degli scaduti. Inoltre, è previsto un risparmio di circa 150 mila euro con l’automatizzazione della preparazione di monodose o dosi personalizzate di farmaci destinati ai pazienti oncologici. Non meno importante è l’automazione della distribuzione diretta ai pazienti in dimissione.
Tracciabilità
Grazie al software e all’automazione robotica il paziente può tornare a casa con il farmaco necessario ai primi giorni di terapia, senza doversi preoccupare di prescrizioni mediche o di spostarsi verso farmacie del territorio. «Realizzare questo progetto ci ha consentito di automatizzare un settore strategico della complessa gestione ospedaliera con ricadute dirette sulla qualità dei percorsi clinico assistenziali in termini di prevenzione, gestione degli eventi avversi, standardizzazione dei processi, tracciabilità e ottimizzazione dei flussi, riduzione degli sprechi, monitoraggio e controllo della spesa. Un percorso che non è stato semplice, ma che siamo riusciti a realizzare grazie all’impegno del nostro personale e con il sostegno della Regione», spiega il Direttore Generale Anna Iervolino. Il sistema consentirà in futuro anche un’integrazione con software di intelligenza artificiale.
Dermatite atopica, tornano le visite gratuite in tutta Italia
News PresaLa dermatite atopica colpisce il 20% della popolazione infantile e il 2-5% degli adulti. Provoca secchezza, arrossamento, escoriazioni e ispessimento della pelle. Il prurito è il sintomo più persistente. I dermatologi della SIDeMaST anche quest’anno sono scesi in campo per l’iniziativa giunta alla quarta edizione. Da nord a Sud del Paese, fino al 15 aprile 2024 sono disponibili consulti gratuiti in più di 40 centri universitari-ospedalieri.
Dermatite atopica, screening gratuiti in tutta Italia
Si estende la campagna di sensibilizzazione sulla Dermatite Atopica dell’adulto “Dalla parte della tua pelle”, promossa dalla SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse. Quest’anno saranno 40 i centri disponibili in tutta Italia. Nel 2023 erano 28 e hanno coinvolto 1300 pazienti. La campagna è realizzata con il Patrocinio di ADOI (Associazione Dermatologi-Venereologi Ospedalieri Italiani e della Sanità Pubblica) e ANDeA (Associazione Nazionale Dermatite Atopica), con il contributo non condizionante di Sanofi. Grazie ai consulti realizzati durante gli “Open Day” sarà possibile, in caso di diagnosi positiva, indirizzare i pazienti verso i Centri di riferimento SIDeMaST sul territorio per avere una presa in carico tempestiva.
“La campagna ‘Dalla parte della tua pelle’ – spiega il Prof. Giuseppe Argenziano, Presidente SIDeMaST – ha un immenso valore etico e strategico per la nostra società. Si tratta non solo di avvicinare sempre di più le persone che soffrono di questa malattia invalidante ai dermatologi che hanno il compito di curarla al meglio, ma anche di sensibilizzare la popolazione tutta alle misure di prevenzione della dermatite atopica.”
Terapie innovative per i pazienti
La campagna è anche un mezzo per informare sulle possibilità disponibili oggi e migliorare la qualità di vita. “Questa nuova edizione della campagna, rispetto agli anni precedenti, estende in modo significativo il progetto ad altri centri dermatologici italiani, al fine di raggiungere il maggior numero possibile di pazienti sul territorio nazionale”. Così ha evidenziato il Prof. Marco Ardigò, Membro del Consiglio Direttivo SIDeMaST e Responsabile per le Campagne di sensibilizzazione. “L’obiettivo è sia di sensibilizzare i cittadini al tema della dermatite atopica, sia di avvicinare i pazienti ai centri specializzati italiani in grado di offrire assistenza diagnostica e proposte terapeutiche innovative”.
“La dermatite atopica – conclude la Prof. Maria Concetta Fargnoli, Vicepresidente SIDeMaST – interessa circa il 20% dei bambini ed il 2-5% degli adulti. Nell’adulto, si manifesta con secchezza, arrossamento, escoriazioni ed ispessimento della pelle, accompagnati da intenso prurito. Si localizza prevalentemente a livello del volto e del collo, pieghe antecubitali (piega del gomito), cavi poplitei (dietro al ginocchio) e mani ma può interessare anche zone più estese del corpo. Il prurito è il sintomo più importante, può essere molto intenso ed interferire con il sonno, le attività quotidiane, lo studio e le capacità lavorative. Le manifestazioni cliniche spesso localizzate in zone visibili ed il prurito condizionano negativamente la vita personale e le relazioni sociali del paziente con importanti ricadute sulla loro qualità di vita e sulla sfera psicologica”.
Per accedere ai consulti la prenotazione è obbligatoria al numero verde 800086875, attivo 7 giorni su 7 dalle 10 alle 18. Tutte le informazioni e i centri aderenti sono disponibili sul sito.
Infezioni sessualmente trasmesse in aumento in Europa, spesso asintomatiche
News Presa, PrevenzioneLe infezioni sessualmente trasmesse (IST) registrano un aumento in Europa. Secondo l’ultima relazione epidemiologica del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), i casi di IST, in particolare di sifilide, gonorrea e clamidia, sono in crescita rispetto agli anni precedenti.
Crescita esponenziale dei casi
Nel corso del 2022, il numero di casi segnalati ha evidenziato un forte incremento rispetto all’anno precedente. In particolare, si è registrato un aumento del 48% dei casi di gonorrea, del 34% dei casi di sifilide e del 16% dei casi di clamidia.
Come sottolineato da Andrea Ammon, direttore dell’ECDC, attraverso la Fondazione Veronesi, affrontare l’incremento significativo dei casi di IST richiede un’immediata attenzione e sforzi concertati. Test, trattamento e prevenzione devono essere al centro di qualsiasi strategia a lungo termine. È fondamentale prioritizzare l’educazione alla salute sessuale, ampliare l’accesso ai servizi di test e trattamento e combattere lo stigma associato alle IST. Solo promuovendo un dialogo aperto e una consapevolezza diffusa sulle malattie sessualmente trasmissibili sarà possibile ridurre i tassi di trasmissione e proteggere la salute pubblica, ha spiegato.
Infezioni sessualmente trasmesse e rischio complicazioni
Sebbene le IST come clamidia, gonorrea e sifilide siano trattabili, se trascurate possono provocare gravi complicazioni, tra cui malattie infiammatorie pelviche, dolore cronico, sterilità (nel caso di clamidia e gonorrea) e problemi neurologici e cardiovascolari (nella sifilide). Inoltre, l’infezione da sifilide non trattata durante la gravidanza può causare gravi conseguenze per il neonato.
Strategie di prevenzione
L’utilizzo regolare e corretto del preservativo previene la trasmissione delle malattie sessualmente trasmissibili. I test per le IST, soprattutto per coloro che hanno partner sessuali nuovi o multipli, sono fondamentali per la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo. Alcune di queste infezioni possono essere asintomatiche, per questo gli specialisti raccomandano il test prima di avere rapporti non protetti e in caso di sospetta infezione, di rivolgersi tempestivamente al medico.
Cioccolato fondente, un farmaco naturale
Alimentazione, News PresaNella controversia tra il cioccolato al latte e quello fondente, la ricerca scientifica offre spunti interessanti per aiutare a prendere una decisione informata. Sebbene i due tipi possano sembrare simili in termini di apporto calorico, grassi e carboidrati, la composizione nutrizionale e gli effetti sul corpo li distinguono.
Superfood
Secondo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione di Medicina Personalizzata (FMP), il cioccolato fondente emerge come un vero e proprio superfood. Ricco di vitamine e antiossidanti come polifenoli e flavonoidi, è considerato quasi un “farmaco” naturale. Contiene anche fosforo, potassio, acido oleico e linoleico, elementi preziosi per il nostro organismo.
Stimolante
Uno degli aspetti più interessanti del cioccolato fondente è l’effetto stimolante grazie alla teobromina, un alcaloide purinico. Questa sostanza conferisce al cioccolato fondente una funzione eccitante che può migliorare l’attenzione e la resistenza alla fatica. Inoltre, il cioccolato fondente può contribuire a mantenere bassi i livelli di colesterolo LDL, noto come “colesterolo cattivo”, grazie al suo contenuto di acido oleico.
Buon umore
Ma le proprietà benefiche del cioccolato non finiscono qui. Contiene aminoacidi aromatici come la fenilalanina, la tirosina e soprattutto il triptofano, che possono favorire la produzione di serotonina. Questo neurotransmettitore è noto per il suo ruolo nel migliorare l’umore, ridurre l’ansia e aumentare l’attenzione.
Come in amore
Infatti, il consumo di cioccolato può suscitare sensazioni di benessere e euforia simili a quelle dell’innamoramento, grazie al coinvolgimento di endorfine e feniletilamina contenute nel cacao. Inoltre, il cioccolato è l’unico alimento naturale che contiene anandamide, conosciuta come la “molecola della beatitudine”, che può influenzare i meccanismi del piacere e del desiderio sessuale.
Intestino
Anche il microbiota intestinale sembra apprezzare il cioccolato, trasformando i polifenoli del cacao in composti bioattivi che esercitano un effetto probiotico benefico sull’organismo. Tuttavia, è importante consumare cioccolato con moderazione e all’interno di una dieta equilibrata. L’eccesso di cioccolato potrebbe interferire con l’assorbimento del calcio e potrebbe essere controindicato per chi soffre di allergie alimentari.
Trapianto di rene da maiale, ora c’è speranza
News Presa, Ricerca innovazioneVivo grazie al trapianto di rene espiantato ad un maiale. Gli occhi di mezzo mondo sono puntati agli Stati Uniti, dove i chirurghi di Boston hanno realizzato con successo (sino a questo momento) un trapianto mai effettuato: un rene geneticamente modificato “donato” da un maiale. Una strada già vista in passato, non è la prima volta che si punta ad un suino per l’espianto, ma la tecnica adoperata questa volta e la tipologia di organo aprono a nuove speranze.
Speranza concreta
Il ricevente, anche questa è la novità, è stavolta un uomo che potrebbe realmente beneficiare dell’intervento. Il 62enne è affetto da una malattia renale terminale. Nei tentativi effettuati negli anni precedenti le procedure erano state tentate su pazienti in morte cerebrale. Il trapianto, in caso di successo, offrirà dunque speranza concreta a tanti malati.
Pronto alle dimissioni
Come andrà per il paziente del Massachusetts General Hospital toccherà vederlo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, ma il New York Times parla per ora di segnali promettenti: l’organo ha iniziato a produrre urina poco dopo l’intervento e le condizioni del paziente continuano a migliorare, dicono dall’ospedale. “La nostra speranza è che questo approccio al trapianto offra un’ancora di salvezza a milioni di pazienti in tutto il mondo che soffrono di insufficienza renale”, ha affermato il dottor Tatsuo Kawai, un membro del team. L’ospedale ha riferito che il paziente, Richard Slayman di Weymouth, Massachusetts, “si sta riprendendo bene e dovrebbe essere dimesso presto”.
In attesa
Slayman, che soffre di diabete di tipo 2 e ipertensione, aveva ricevuto un trapianto di rene umano nel 2018 ma cinque anni dopo ha iniziato ad avere problemi. Slayman ha detto di aver accettato il trapianto di rene di maiale “non solo come un modo per aiutarmi, ma come un modo per dare speranza alle migliaia di persone che hanno bisogno di un trapianto per sopravvivere”. Attualmente, solo in Italia, sono circa 8 mila le persone in attesa di un trapianto in Italia: 5800 persone attendono un nuovo rene, 1000 un fegato, 700 un cuore, 300 un polmone, 200 un pancreas e 5 l’intestino. L’intervento realizzato al si aggiunge a una serie di procedure innovative che promettono di offrire nuove speranze a quanti sono in attesa di un trapianto.
Virus respiratori, quando e quali vaccini disponibili
News PresaIn ogni momento i pazienti fragili possono vaccinarsi contro Covid, Virus Sinciziale, Pneumococco, Herpes Zoster. Queste e le altre infezioni diffuse aumentano i rischi di morbilità e mortalità. Tuttavia possono essere prevenute con i vaccini, raccomandati dagli specialisti soprattutto ai pazienti fragili, agli anziani e ai bambini. Il punto sulla prevenzione e la cura è stato fatto in un incontro al Ministero della Salute, dal titolo “Infezioni respiratorie: strategie di prevenzione vaccinale e corretto uso degli antibiotici”, promosso dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, insieme ad altre società scientifiche e associazioni di pazienti.
Infezioni respiratorie più a rischio
“Le infezioni respiratorie rappresentano la principale causa di morbilità e mortalità per i pazienti fragili come anziani, soggetti immunocompromessi, malati cronici, bambini, le cui difese immunitarie sono più deboli, su cui determinano un alto numero di ospedalizzazioni, perdita di giornate lavoro e un significativo numero di decessi – ha sottolineato il Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT -. Gli ultimi due inverni hanno visto la concomitanza di tre virus, influenza, SARS-CoV-2, RSV, con code fino alla primavera. Per alleviare gli effetti di queste infezioni è fondamentale raccomandare sorveglianza e vaccinazione. La prima è guidata da RespiVirNet, il Sistema di Sorveglianza Integrata coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità con il sostegno del Ministero della Salute. Servono poi massicce campagne di prevenzione, dalle vaccinazioni stagionali contro l’influenza alle vaccinazioni contro Covid-19, Pneumococco, Herpes Zoster, Meningococco, Virus Respiratorio Sinciziale. Il Pneumococco può provocare polmoniti ed essere causa di mortalità nell’anziano. Il Covid oggi fa meno paura, ma nel 2023 ha provocato 10.500 decessi per cui occorre proteggere i pazienti fragili con i vaccini aggiornati e con anticorpi monoclonali e farmaci antivirali nei casi indicati. I vaccini offrono importanti soluzioni anche contro l’Herpes Zoster, che genera una grave compromissione della qualità della vita con la nevralgia post-erpetica; nel paziente oncologico può anche ritardare la cura della patologia di base. Le vaccinazioni, inoltre, hanno anche una funzione contro l’antibiotico-resistenza, in quanto limitano l’uso inappropriato della terapia antibiotica”.
Virus sinciziale
Il Virus Respiratorio Sinciziale – RSV provoca malattie respiratorie acute, che possono progredire in forme severe, con coinvolgimento delle basse vie aeree, determinando complicanze, esacerbazioni di comorbidità preesistenti, ospedalizzazioni e morte. In Europa, provoca più del 60% delle infezioni respiratorie acute in bambini inferiori ai 5 anni, mentre negli adulti over 60 vengono stimati circa 3 milioni di casi di sindromi respiratorie acute, con più di 465mila ospedalizzazioni e oltre 33mila decessi. Ogni anno, nella popolazione italiana di età superiore ai 60 anni si stima che il RSV provochi circa 290mila casi di infezione respiratoria acuta, 26mila casi di ospedalizzazione e 1.800 decessi in ospedale. Inoltre, l’infezione non conferisce una robusta immunità a lungo termine. Ad oggi, RSV è la terza causa più frequente di malattia del tratto respiratorio negli adulti, insieme al virus influenzale e al SARS-CoV-2.
“Il Virus Respiratorio Sinciziale può assumere una forma grave nelle persone vulnerabili, come gli adulti immunocompromessi e coloro che hanno malattie croniche polmonari o cardiache – spiega Roberto Parrella, Presidente SIMIT –. L’RSV può esacerbare condizioni come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)e l’asma e può portare a conseguenze gravi, come polmonite, ospedalizzazione ed a volte anche al decesso. Nei bambini sotto i 5 anni più del 60 % delle infezioni respiratorie sono dovute al RSV , raggiungendo l’80% sotto l’anno di vita. Con i nuovi vaccini abbiamo strumenti prima impensabili: sono indicati per la immunizzazione passiva contro la malattia da RSV nei neonati dalla nascita fino a 6 mesi di vita mediante la somministrazione alle madri in gravidanza e sono utilizzabili anche per proteggere gli adulti di età pari o superiore a 60 anni mediante immunizzazione attiva prevenendo l’insorgenza di patologia severa da RSV in questi soggetti più vulnerabili, a causa di condizioni sottostanti, comorbidità o immunodepressione. Questi vaccini hanno dimostrato efficacia notevole e sicurezza”.
Adulto fragile e nuovo vaccino
“Nei Paesi industrializzati, il RSV, negli adulti, provoca oltre 420mila ricoveri ogni anno e 29mila decessi – aggiunge il Prof. Massimo Andreoni –. Finora non sono state disponibili terapie e vaccinazioni, ma è da poco disponibile in Italia il primo vaccino per gli adulti, con straordinaria efficacia nei soggetti con più di 60 anni di età e in coloro che siano affetti da comorbosità quali malattie respiratorie croniche, cardiopatie, diabete, insufficienza renale e tutti i quadri di immunodepressione. La possibilità di oggi di prevenire l’infezione in questi soggetti rappresenta un importante passo avanti all’armamentario in nostro possesso per la prevenzione delle malattie respiratorie nel paziente adulto fragile. È pertanto auspicabile che questa vaccinazione entri presto nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale e che possa diventare uno strumento diffuso su tutto il territorio nazionale”.