Tempo di lettura: 2 minutiAnsia, attacchi di panico e difficoltà a dormire. Sono alcuni degli effetti di due anni di pandemia, oggi aggravati dallo shock di una guerra nel cuore dell’Europa che sino ad un mese fa nessuno avrebbe mai immaginato di dover vivere. A mettere in guardia su di una situazione che rischia veramente di andare fuori controllo, come detto, anche a causa dei vanti di guerra, sono gli psicologi, che hanno visto aumentare esponenzialmente i disturbi del comportamento in questi due anni e che ora vedono sommarsi al disagio anche le paure legate appunto alle tensioni internazionali. Ad analizzare la situazione è un lavoro svolto dal Cnr-Irib di Messina in collaborazione con le Università della Calabria e della Magna Graecia di Catanzaro. Le più colpite sono risultate le donne, impiegate, con bassa scolarità, tra i 26 e i 45 anni, non sposate. Dalle indagini condotte nei mesi per indagare il disagio mentale indotto dalla pandemia emergono molti comportamenti problematici, sia in chi è stato contagiato dal virus, sia in chi, invece, è stato vittima di fattori indiretti come: lunghi periodi di quarantena, perdita del sostegno sociale e sovraesposizione a fenomeni di infodemia. Tutte le ricerche scientifiche svolte nell’ultimo anno sono concordi nell’indicare che la pandemia e le misure di quarantena stanno seriamente impattando la salute mentale. Questo ha sopraffatto i sistemi sanitari di molti paesi e, naturalmente, ha colpito gli operatori sanitari che combattono in prima linea.
FASCE VULNERABILI
«Quando Covid-19 ha colpito per la prima volta, i professionisti della salute come psicologi e psicoterapeuti – afferma Antonio Cerasa, neuroscienziato del l’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche di Messina (Cnr-Irib) – non erano considerati servizi essenziali. Questo significava che gli psicologi non erano autorizzati a vedere i clienti faccia a faccia, e tutte le sessioni dovevano essere spostate su piattaforme di telemedicina. D’altra parte, l’aumento dei problemi di salute mentale durante l’epidemia di Covid-19 – continua – ha ulteriormente rafforzato il bisogno generale di assistenza. In questo contesto, si è entrati, forzatamente e velocemente, in una nuova era di telepsicologia, senza però avere dati scientifici e una reale guida metodologica su come traslare gli interventi di persona in interventi online». Un dato interessante che gli psicologi hanno rilevato durante il sondaggio riguarda la tipologia di pazienti che faceva ricorso a nuove cure post-pandemia. Il profilo più vulnerabile alle nuove forme di disturbi psicologi sono le donne, impiegate, con bassa scolarità, di età tra i 26 e i 45 anni, non sposate.
BONUS PSICOLOGO
A supporto di questo disagio il Governo ha stanziato fondi per il cosiddetto bonus psicologo. Nel Milleproroghe l’emendamento sul bonus psicologo ci è entrato anche grazie ad una petizione online che ha raccolto 400mila firme. L’emendamento era già stato presentato senza successo nella legge di bilancio per il 2022. Incostanza il bonus psicologo si concretizza in un contributo per le spese di sessioni di psicoterapia a disposizione degli italiani stressati dai lunghi lockdown, dai cambiamenti nella vita di tutti i giorni imposti dalla pandemia e dalle conseguenze economiche della crisi socio-economica. Una misura che sarà di grande aiuto per superare il trauma della pandemia e, ancor più oggi, anche il clima di estrema tensione che si è venuto a creare.