L’Italia, come gran parte dell’Europa, invecchia. Entro il 2050 un terzo della popolazione avrà più di 65 anni. L’invecchiamento è una conquista, ma porta con sé maggiori rischi di cronicità e comorbidità. Per affrontarli, la prevenzione è fondamentale. Non si tratta solo di stili di vita sani, ma anche di strategie come le vaccinazioni, che oggi permettono di proteggere da malattie e alcuni tumori, come quello causato dal virus Hpv.
I dati
Eppure, in Europa si registra un calo preoccupante delle coperture vaccinali. Negli ultimi tre anni, oltre 1,8 milioni di bambini non sono stati vaccinati contro il morbillo, portando nel 2023 a un aumento di casi sessanta volte superiore rispetto al 2022. L’emergere di nuove infezioni, il cambiamento climatico e l’antibiotico-resistenza aggravano ulteriormente i rischi per la salute globale e per la sostenibilità dei sistemi sanitari.
Evitare gli errori
A ribadire l’importanza dei vaccini, anche per contrastare l’antibiotico-resistenza, è stato Massimo Andreoni, professore emerito di Malattie infettive all’Università di Roma Tor Vergata e direttore scientifico della Simit, durante il focus “Prevenzione e Vaccini” dell’Health Innovation Show 2024. “Vaccinandoci – ha sottolineato – evitiamo infezioni respiratorie che spesso vengono trattate erroneamente con antibiotici, nonostante siano di origine virale. Questo riduce l’uso non appropriato degli antibiotici e, di conseguenza, il rischio di creare batteri resistenti”.
L’abuso
Oltre ai vaccini già consolidati, come quelli contro l’influenza e il Covid-19, Andreoni ha ricordato il vaccino per il virus respiratorio sinciziale (Rsv). “Si tratta di uno dei principali responsabili delle infezioni respiratorie, soprattutto in autunno e inverno”, ha detto. L’infettivologo ha anche ribadito l’importanza di un’informazione corretta sull’uso degli antibiotici, per medici e cittadini. “L’uso eccessivo o inappropriato crea resistenze difficili da gestire”.
I costi
La mancata prevenzione aumenta il rischio di ricoveri e di entrare in contatto con germi resistenti, ma impatta anche sull’economia. Come ha ricordato Eugenio Di Brino, ricercatore e partner di Altems Advisory dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: “Genera costi indiretti che pesano sul sistema sanitario, come il calo del Pil e del gettito fiscale”. Oggi alla prevenzione è dedicato il 5% del Fondo sanitario nazionale. A livello territoriale, invece, le risorse variano molto tra le diverse Regioni.
Pubblicato su IL MATTINO il giorno 24 novembre 2024 con la collaborazione del network editoriale PreSa – Prevenzione Salute
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