Una villa immersa nel verde, tra gli alberi e i fiori, sulle colline bolognesi. Un’oasi di tranquillità e bellezza che vuole essere un punto di partenza per una nuova vita. Residenza Gruber, nata dall’omonima Fondazione senza scopo di lucro, offre percorsi di riabilitazione psico-nutrizionale per sconfiggere i disturbi del comportamento alimentare nelle sue forme più gravi e problematiche.
“Ogni giorno ci impegniamo per individuare e intervenire su tutti gli aspetti della malattia, nel rispetto della persona e delle sue esigenze” si legge sul loro sito. I trattamenti sono personalizzati, grazie a un’équipe multidisciplinare- formata da medici, psichiatri, psicoterapeuti, infermieri, educatori, dietisti e operatori socio-sanitari- e a un ambiente in cui anche la bellezza estetica ha la sua ‘valenza terapeutica’.
La struttura può ospitare fino a venti persone in residenza, più altre otto in regime diurno, ed è convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale. Durante la permanenza il paziente non deve modificare completamente il proprio stile di vita: può continuare gli studi o il lavoro, oppure partecipare alle attività ricreative che vengono organizzate nel weekend, come gite turistiche o visite a musei. Ma anche tornare a casa il sabato e la domenica e ricevere visite da parte della famiglia, che continua ad avere un ruolo importante. C’è una gestione dei pasti particolarmente attenta e sono numerose le attività che vengono organizzate, sia individuali che di gruppo.
Nel suo primo anno di attività, la Residenza Gruber ha già avuto in cura circa sessanta ragazzi – per lo più di sesso femminile – con un’altissima percentuale di successo. Un progetto che riesce a guarire le ferite dell’anima, oltre che quelle fisiche.