La causa della sclerosi multipla è con elevata probabilità il virus di Epstein-Barr, il patogeno responsabile della cosiddetta “malattia del bacio”, la mononucleosi infettiva. Si tratta di un virus erpetico molto diffuso a livello mondiale. Uno studio coordinato dal Prof Alberto Ascherio del Dipartimento di Epidemiologia della Scuola di sanità pubblica e del Dipartimento di medicina della Scuola medica di Harvard a Boston, fornisce ora evidenze scientifiche solide e inconfutabili del ruolo chiave svolto da questo virus nello sviluppo della malattia. La sclerosi multipla è una malattia cronica infiammatoria e neurodegenerativa del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i giovani e le donne provocando spesso disabilità progressiva. I risultati dello studio sono stati pubblicati il 13 gennaio su Science.
Sclerosi Multipla e virus di Epstein-Barr. Lo studio
Per capire se questo virus causa la sclerosi multipla lo studio ha coinvolto più di 10 milioni di giovani adulti che hanno svolto servizio militare attivo negli Stati Uniti di America, tra i quali circa 1000 hanno ricevuto una diagnosi di sclerosi multipla durante il periodo di arruolamento. Attraverso la rilevazione di anticorpi specifici nel sangue, lo studio dimostra che il rischio di sviluppare la malattia aumenta di circa 30 volte dopo infezione con il virus di Epstein-Barr, ma non con altri virus. Inoltre, lo studio dimostra che nel sangue dei militari con diagnosi di sclerosi multipla la presenza di una molecola rilasciata a seguito di danno cerebrale (un biomarcatore denominato catena leggera dei neurofilamenti) si evidenzia solo dopo la comparsa degli anticorpi diretti contro il virus di Epstein-Barr, ovvero dopo l’infezione. Questi risultati dimostrano che il virus di Epstein-Barr è coinvolto nelle fasi iniziali della sclerosi multipla rappresentando la principale causa della malattia. Si tratta di una scoperta rivoluzionaria che apre nuove prospettive di cura e prevenzione.
Il fatto che il virus di Epstein-Barr infetta circa il 90% della popolazione e che la sclerosi multipla colpisce circa una persona su mille indica che il virus è necessario ma non sufficiente per provocare la malattia e che altri fattori di rischio, tra i quali la predisposizione genetica, entrano in gioco e devono essere studiati per comprendere le eventuali sinergie con l’infezione. Anche i meccanismi attraverso i quali il virus di Epstein-Barr provoca infiammazione e neurodegenerazione nel sistema nervoso centrale vanno ulteriormente indagati. Su questo fronte, le ricerche svolte nel Dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto Superiore di Sanità negli ultimi 15 anni hanno fornito un importante contributo indicando come una infezione persistente con il virus di Epstein-Barr nel sistema nervoso centrale delle persone con sclerosi multipla possa rappresentare il principale stimolo attivatore della risposta immunitaria anomala ed estremamente dannosa per le cellule neurali che caratterizza la malattia. Ribadendo il ruolo causale del virus di Epstein-Barr nella sclerosi multipla lo studio coordinato dal Prof. Ascherio apre la strada allo sviluppo di nuove opzioni terapeutiche per questa malattia, quali farmaci antivirali per contrastare l’infezione, e di interventi di prevenzione, come un vaccino contro EBV che potrebbe ridurre sostanzialmente il rischio di sviluppare la sclerosi multipla.