Mentre le temperature si abbassano, torna ad alzarsi la curva dei contagi da Covid -19. La ricerca italiana non si è mai fermata. Dagli ultimi studi emerge il ruolo del lisato batterico Lantigen B, capace di inibire l’espressione del recettore ACE2 sulle cellule del cavo oro faringeo, riducendo di fatto le porte di accesso al virus SARS-COV-2. La ricerca in vitro è stata guidata dal professor Giovanni Melioli, partendo da uno studio dell’Arizona University. “Mentre il vaccino attenua di molto la gravità dei sintomi e degli effetti sistemici una volta che si è contratto il virus – spiega Melioli – siamo confidenti che il Lantingen B possa ridurre all’origine la possibilità di infettarsi”.
Come stanno evolvendo le nuove varianti di Covid -19?
Secondo le osservazioni degli scienziati, sembra che al momento non ci sia nessuna variante di Covid-19 che stia prendendo il sopravvento su un’altra, come in passato, ma che stiano piuttosto circolando diverse sottovarianti che accumulano mutazioni molto simili, tutte associate a una maggiore immunoresistenza del virus. Si tratta di un meccanismo che gli scienziati hanno definito convergenza evolutiva. Tutte le nuove varianti di Sars-CoV-2 convivono e sembrano contenere più o meno le stesse mutazioni.
Lisati batterici vecchi alleati
I Lisati batterici sono vecchi alleati dei polmoni. Sviluppati negli anni ’60 del secolo scorso, sono una categoria di farmaci che racchiudono parti inattivate di batteri, permettendo al sistema immunitario di prepararsi per tempo a reagire alle infezioni. Moltissimi studi negli ultimi 50 anni hanno provato scientificamente che i Lisati stimolano la produzione di anticorpi, riducono le infezioni frequenti delle vie respiratorie e migliorano la salute della mucosa, rivelandosi benefici sia per gli anziani che per i bambini, categorie particolarmente sensibili ai mali di stagione. Con l’avvento del COVID-19, però, questi farmaci – e uno in particolare, il Lantigen B – potrebbero avere un ruolo completamente nuovo: ridurre le infezioni da SARS-COV-2.
Covid -19: il ruolo del farmaco Lantigen B nel ridurre le infezioni
Un’equipe italiana condotta dal Professor Giovanni Melioli ha dimostrato in uno studio in vitro che le cellule della mucosa faringea, trattate con una quantità di Lantigen B – equivalente al normale dosaggio previsto per l’assunzione del farmaco – riducono l’espressione dei recettori ACE2 che fungono da porte di accesso del virus sulla superficie cellulare. Lo studio “The bacterial lysate Lantigen B reduces the expression of ACE2 on primary oropharyngeal cells” è già stato rilasciato in versione pre-print e attende la pubblicazione in una rivista internazionale peer-reviewed.
Le origini dello studio contro il Covid -19
“Siamo partiti – racconta Melioli – da un importante studio statunitense condotto da una brillante scienziata italiana, Donata Vercelli che, impiegando gli importanti mezzi messi a disposizione della ricerca universitaria negli Stati Uniti, ha dimostrato come un Lisato affine al Lantigen B riducesse sia l’espressione di ACE2 – il recettore che accoglie la proteina Spike del COVID -19 – sia, conseguentemente, la possibilità di infezione del COVID-19 su cellule monoclonali in laboratorio”.
Cosa ha aggiunto lo studio italiano
“Da questo punto di partenza, abbiamo costruito uno studio che mettesse alla prova i risultati ottenuti applicando la ricerca a cellule della mucosa faringea prelevate con un semplice tampone da 15 volontari. Le cellule sono rimaste in coltura per 24 ore con 1-2mmgg di Lantigen B e, poi, analizzate. Abbiamo scoperto due cose importanti: la prima è che i quattro quinti delle cellule riducevano in maniera drastica l’espressione del recettore ACE2 e che questo risultato avveniva in cellule vive del corpo, le stesse che sono bersaglio del SARS-COV-2 durante l’infezione; la seconda è che il dosaggio al quale questo effetto si ottiene è lo stesso previsto per la somministrazione orale del Lantigen B. Stiamo avviando un nuovo studio al fine di dimostrare che l’effetto registrato in vitro sulle cellule prelevate dalla faringe avvenga anche in situ, ovvero nella laringe stessa dopo assunzione di Lantigen B per bocca. Ritengo, però, che, data la semplicità del modello e la chiarezza dei risultati, lo studio in vitro verrà confermato da quello in vivo”.
Le implicazioni
“Esistono, al momento, tre modi per proteggersi dal COVID-19: non infettarsi; il vaccino; i farmaci antivirali. Sono confidente che queste nuove linee di ricerca abbiano svelato l’esistenza di una quarta difesa: i lisati batterici che riducono la possibilità di rimanere contagiati. Questa nuova risorsa contro il COVID-19 non è un’alternativa al vaccino. Il vaccino è provato essere lo strumento che riduce di molto gli effetti sistemici (come la polmonite interstiziale) e i sintomi più gravi quando ci siamo infettati; il Lantigen B promette a sua volta di essere il farmaco che ci aiuta a non infettarci. Un risultato importante – anche considerando gli altri benefici sulle vie respiratorie del Lisato – per tante delle categorie a rischio e, soprattutto, per coloro che non sono coperti, per varie ragioni, dalla protezione vaccinale”.