Tempo di lettura: 3 minutiOgni anno nel mondo nascono 1.000.000 di bambini con cardiopatie congenite, 800.000 non hanno speranza di vita perché nati in Paesi poveri, privi di medici e strutture ospedaliere adeguate. Se nei Paesi avanzati le tecniche di cardiochirurgia pediatrica hanno abbattuto la soglia di mortalità a meno del 5%, nei Paesi in via di sviluppo il tasso di mortalità per le cardiopatie congenite ancora sfiora il 90%. Un libro racconta le storie di chi si impegna per salvarli, e contribuisce alla missione della AICI Onlus Bambini Cardiopatici del Mondo, grazie alla collaborazione del giornalista e fotoreporter Giovanni Porzio e al sostegno di Daiichi Sankyo Italia. Il progetto si chiama “Cuori in Emergenza” e prevede la cura, presso l’.R.C.C.S. Policlinico San Donato, di bambini affetti da gravi cardiopatie congenite provenienti da Paesi in guerra o ancora in via di Sviluppo. Il libro fotografico “Le Mani nel cuore”, a tiratura limitata è stato curato da Porzio.
Le missioni all’estero sono un aspetto fondamentale di Bambini Cardiopatici nel Mondo, la ONLUS nata a Milano nel 1993, dall’ispirazione del prof. Alessandro Frigiola (primario all’I.R.C.C.S. Policlinico San Donato) e della prof.ssa Silvia Cirri (responsabile della Terapia Intensiva all’Istituto Clinico Sant’Ambrogio), non soltanto perché tali missioni salvano la vita di centinaia di bambini, ma soprattutto perché puntano allo sviluppo del sistema sanitario locale, costruendo strutture di chirurgia pediatrica nelle aree più depresse del mondo e formando medici, chirurghi e personale sanitario specializzato in grado di operare in loco, così da garantire la continuità e la sostenibilità delle cure. La grave crisi internazionale che coinvolge diversi Paesi in cui Bambini Cardiopatici nel Mondo A.I.C.I. ONLUS opera da anni, sta rendendo sempre più difficile organizzare missioni periodiche in loco per intervenire sui bambini affetti da cardiopatie congenite che devono essere trattate con urgenza e con tecniche chirurgiche ancora sconosciute a gran parte dei medici locali. Il progetto Cuori in Emergenza nasce, quindi, con l’obiettivo di consentire a diversi bambini cardiopatici di essere curati in Italia.
“Siamo molto contenti di poter contare ancora una volta sul supporto di Daiichi Sankyo per promuovere questa iniziativa che oltre a raccontare attraverso le bellissime fotografie di Giovanni Porzio la nostra storia rappresenta anche un contributo alla realizzazione di un progetto importante come Cuori in Emergenza” – ha spiegato il prof. Alessandro Frigiola, presidente e fondatore dell’Associazione no-profit, recentemente insignito dell’onorificenza al merito della Repubblica per la sua attività umanitaria”.
Ad oggi sono coinvolti nell’iniziativa 14 bambini affetti da gravi cardiopatie congenite e provenienti da vari Paesi del mondo, altri ne arriveranno sulla base di richieste raccolte dall’Associazione e delle donazioni dei privati, che giungeranno anche attraverso il sostegno alla pubblicazione del libro “Le mani nel Cuore”. I piccoli potranno essere curati al Policlinico San Donato, la struttura che fa parte del grande Gruppo Ospedaliero San Donato. Il programma prevede per ogni singolo caso la copertura dei costi relativi a: trasferimento da e per il Paese di origine per paziente e genitore, copertura dei costi di intervento e la degenza, trattamenti e cure nel periodo post-operatorio, e soggiorno temporaneo del genitore fuori dall’ospedale.
“Le mani nel cuore” è un libro fotografico che ha come fil rouge la straordinaria vicenda umana e professionale di un pioniere della cardiochirurgia pediatrica in Italia, Alessandro Frigiola, dai difficili esordi all’eccellenza europea del Centro che dirige.
Per realizzarlo, il giornalista e fotoreporter Giovanni Porzio, ha accettato di seguire il team in alcuni dei 26 Paesi in cui opera l’Associazione (Egitto, Camerun, Siria, Kurdistan, Etiopia, Senegal) raccontando con lo stesso ritmo dei suoi intensi reportage, gli interventi in sala operatoria, le difficoltà logistiche e ambientali, le storie dei chirurghi, tecnici e infermieri e quelle, spesso drammatiche, dei pazienti e delle loro famiglie, nonché i diversi contesti sociali e culturali in cui avvengono le missioni, attraverso immagini potenti, racconti e testimonianze dirette.