Una nuova piccola proteina potrebbe rivoluzionare la lotta all’osteoporosi. Uno studio, pubblicato sulla rivista Cell Reports Medicine, rivela che questa proteina ha la duplice capacità di fermare il riassorbimento e la perdita ossea e di favorire la formazione di nuovo osso sano. Per ora lo studio, coordinato da Helen McGrettick dell’Università di Birmingham, è stato condotto solo su animali, ma i risultati sono stati più che incoraggianti.
Come una pepita
La piccola proteina in questione si chiama “Pepitem”, nome che ne riassume bene l’importanza, e potrebbe assumere un ruolo centrale nella lotta all’osteoporosi perché stimola la formazione di nuovo osso dall’interno, sfruttando i meccanismi fisiologici endogeni.
Cos’è l’osteoporosi?
Per comprendere a pieno l’importanza della scoperta, occorre però comprendere quanto sia impattante questa malattia. L’osteoporosi è una patologia metabolica delle ossa caratterizzata da una riduzione della densità minerale ossea e dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo. La conseguenza è un maggior rischio di fratture, specialmente nelle ossa del polso, dell’anca e della colonna vertebrale. È una “malattia silenziosa”, perché si sviluppa gradualmente e spesso non presenta sintomi evidenti fino a quando non si verifica una frattura.
I danni dell’osteoporosi
Le conseguenze dell’osteoporosi possono essere gravi e debilitanti. Le fratture osteoporotiche, in particolare quelle dell’anca e della colonna vertebrale, possono causare dolore cronico, disabilità, e una significativa riduzione della qualità della vita. Nei casi più gravi, le fratture dell’anca possono richiedere un intervento chirurgico e una lunga riabilitazione, e possono anche aumentare il rischio di mortalità nei pazienti anziani. Le fratture vertebrali possono portare a deformità della colonna, perdita di altezza e dolore persistente, influenzando negativamente la mobilità e l’indipendenza della persona colpita.
Diagnosi dell’osteoporosi
La diagnosi precoce dell’osteoporosi è fondamentale per prevenire le fratture e le loro complicazioni. Uno degli strumenti diagnostici più efficaci è la densitometria ossea (DEXA). Questo test, considerato il gold standard per la diagnosi dell’osteoporosi, misura la densità minerale ossea utilizzando una bassa dose di raggi X. Il risultato, espresso come T-score, indica la densità ossea rispetto a quella di un giovane adulto sano. Sono anche fondamentali gli esami del sangue e delle urine. Questi possono essere utilizzati per valutare i livelli di calcio, fosforo, vitamina D e altri marker metabolici che possono influenzare la salute delle ossa.
Valutazione clinica
Per arrivare ad una diagnosi serve, tuttavia, un’approfondita valutazione clinica, che include la raccolta di una dettagliata storia medica del paziente, l’analisi dei fattori di rischio (come l’età, il sesso, la storia familiare di osteoporosi, e l’uso di farmaci che possono influire sul metabolismo osseo), e un esame fisico per rilevare segni di fratture o deformità ossee.
Affrontare l’osteoporosi
La gestione dell’osteoporosi si basa su un approccio multidisciplinare che comprende cambiamenti nello stile di vita, terapie farmacologiche, e misure di prevenzione delle cadute. Ecco alcune delle principali strategie:
- Cambiamenti nello stile di vita: Una dieta ricca di calcio e vitamina D è essenziale per mantenere la salute delle ossa. Fonti di calcio includono latticini, verdure a foglia verde, e alimenti fortificati. La vitamina D può essere ottenuta dall’esposizione al sole e da integratori. Inoltre l’esercizio fisico regolare, come esercizi di carico (camminare e sollevare pesi) e quelli di resistenza (il nuoto e il ciclismo) aiutano a mantenere la densità ossea e a migliorare l’equilibrio e la coordinazione, riducendo il rischio di cadute.
- Terapie farmacologiche: Queste comprendono l’assunzione di bifosfonati, farmaci che rallentano il riassorbimento osseo, riducendo il rischio di fratture. Anticorpi monoclonali che inibiscono la formazione e l’attività degli osteoclasti, le cellule responsabili della degradazione ossea. Terapie ormonali: in alcune donne in post-menopausa, la terapia ormonale sostitutiva può essere utile per mantenere la densità ossea.
L’arma della prevenzione
Facile comprendere perché l’osteoporosi rappresenta una seria minaccia per la salute delle ossa, soprattutto nelle persone anziane. La prevenzione e la diagnosi precoce sono essenziali per ridurre il rischio di fratture e le conseguenze debilitanti che ne derivano. Un approccio combinato che include uno stile di vita sano, trattamenti farmacologici adeguati e misure preventive può aiutare a gestire efficacemente questa condizione e migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da osteoporosi.