Delegati, stakeholder, esperti, rappresentanti istituzionali e associativi si sono confrontati sullo stato dell’arte, le nuove tecnologie e le prospettive del settore dei dispositivi medici nel corso di uno degli eventi più attesi dell’anno dagli addetti ai lavori. La Conferenza Nazionale sui Dispositivi Medici – giunta quest’anno alla II edizione – si è tenuta a Roma lo scorso 9 luglio, promossa ancora una volta dalla Fondazione Mesit – Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica.
Un evento per addetti ai lavori, certo, ma anche un confronto di alto profilo per un settore che ha importanti ricadute sulla salute dei cittadini e sul tessuto imprenditoriale del nostro Paese e a livello globale. I dispositivi medici, infatti, sono essenziali nella fornitura di assistenza sanitaria in tutto il mondo e costituiscono uno dei settori più dinamici, innovativi ed economicamente significativi, anche in Italia, con un mercato di 18,3 miliardi di euro tra export e mercato interno, 4.641 aziende e 117.607 dipendenti occupati.
Regolamenti
Un tessuto industriale eterogeneo, altamente innovativo e specializzato, dove piccole aziende convivono con grandi gruppi, e che svolgerà senza dubbio un ruolo ancora più importante in futuro: basti pensare alle sfide tecnologiche offerte dai dispositivi personalizzati, dalla sicurezza informatica e dall’intelligenza artificiale. A questa centralità consegue, ovviamente, una sempre maggiore attenzione da parte delle istituzioni pubbliche, internazionali e nazionali, per una riorganizzazione del settore e un’ottimizzazione delle risorse impiegate.
In particolare, i nuovi regolamenti europei sui DM 2017/45 e sui diagnostici in vitro 2017/46 contengono modifiche molto impattanti che si rende necessario intercettare, al fine di offrire un servizio migliore ai pazienti, accelerando la convergenza normativa internazionale, promuovendo un modello normativo più efficace per l’intero comparto. È proprio da queste premesse che ha preso il via la Conferenza Nazionale sui Dispositivi Medici promossa dalla Fondazione Mesit (Medicina Sociale e Innovazione Tecnologica), conferenza che si propone ormai come uno dei principali eventi di settore.
Promuovere il dialogo
Dopo la prima edizione nel 2023, che ha visto la partecipazione di oltre 500 tra delegati, stakeholder ed esperti, anche questo secondo appuntamento è stato l’occasione per riunire i principali attori del sistema: Ministero della Salute, Regioni Associazioni di pazienti, Confindustria Dispositivi Medici ed altre rappresentanze associative delle imprese al fine di individuare le possibili proposte che coniughino lo sviluppo del settore con l’accesso precoce all’innovazione, e di garantire la salute e la sicurezza dei cittadini. Un dibattitto dal quale nascerà ora un documento, già inaugurato nella scorsa edizione, contenente un’analisi dello stato dell’arte e delle prospettive future per il settore.
«L’innovazione tecnologica continua a essere un pilastro fondamentale per il miglioramento del benessere dei cittadini, trasformando profondamente la nostra vita quotidiana», dice il presidente della Fondazione Mesit, Marco Trabucco Aurilio.
Innovazione e nuove tecnologie
«Tuttavia, le persistenti criticità del nostro sistema sanitario nazionale, aggravate da un’attività regolatoria che nel settore dei dispositivi medici si è concentrata principalmente sulla riduzione dei costi, hanno ostacolato l’avanzamento tecnologico nel nostro Paese. Questa seconda edizione della conferenza mira a riunire tutti gli attori del sistema, con l’obiettivo dare continuità ad un dibattito che punta a immaginare soluzioni innovative e proporre interventi concreti per superare queste sfide».
Sulla stessa linea il pensiero di Francesco Saverio Mennini, capo del dipartimento della programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale. «È fondamentale stabilire regole chiare e condivise per definire e tutelare l’innovazione», dice. «Queste regole devono essere accompagnate da nuovi modelli organizzativi e finanziari, e soprattutto sostenute da una governance lungimirante e propositiva. In questo momento storico così complesso, occorre valutare anticipatamente le condizioni ottimali affinché un’innovazione e le nuove tecnologie possano integrarsi nei sistemi pubblici, misurandone la capacità di generare valore».
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Articolo pubblicato su IL MATTINO il giorno 14 luglio 2024 a Firma di Piero Speno con la collaborazione del network editoriale PreSa – Prevenzione Salute