Tempo di lettura: 4 minutiQuasi una persona su dieci in Europa ha il diabete, per un totale di circa 60 milioni di persone. Secondo le stime saranno 81 milioni nel 2045 con un aumento del 35 per cento. A questi si aggiungono circa 22 milioni di casi stimati non diagnosticati. I dati sono stati messi in luce durante la presentazione del Manifesto per Il diabete in Italia, presentato da EUDF Italia. Il diabete impatta sulla vita dei pazienti, può causare cecità, amputazione e insufficienza renale. Inoltre contribuisce alla riduzione della qualità della vita e alla perdita di produttività lavorativa. Per questo viene definito come un “killer silenzioso” ed è un peso clinico e socioeconomico in crescita, sottolineano gli specialisti.
I costi
In Italia nel 2022 erano circa 3,9 milioni i cittadini che dichiaravano di avere il diabete, il 6 per cento della popolazione. Nel 2020 nel nostro Paese si sono registrati 20 mila decessi in più rispetto al 2019 con menzione di diabete in causa iniziale o in cause multiple, per complessivi 95 mila decessi, 11 ogni ora. L’8 per cento del budget sanitario totale in Italia è investito nella patologia. Il costo medio annuo per paziente è di 2.800 euro. I costi per la maggior parte sono legati alle ospedalizzazioni (le persone con diabete hanno un rischio due volte maggiore di essere ricoverate), per l’8,8 per cento ai farmaci e per il 3,5 per cento ai presidi.
I 10 punti dell’European Diabetes Forum Italia
L’European Diabetes Forum Italia ha promosso una “chiamata all’azione” con l’obiettivo di tradurre la ricerca in azioni politiche per contrastare il diabete di tipo 1 e di tipo 2. Sono in tutto dieci i punti del manifesto, presentato da EUDF Italia in occasione del suo primo evento, a Roma, in collaborazione con EUDF – European Diabetes Forum e con l’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e l’Intergruppo parlamentare Sanità digitale e terapie digitali.
EUDF Italia è un think tank nazionale nel quadro di un coordinamento europeo. Il Forum italiano, coordinato dal prof. Agostino Consoli, è promosso dalla Fondazione Diabete Ricerca, in collaborazione con EUDF, Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, FeSDI – Federazione delle Società scientifiche di Diabetologia Italiane, SID – Società Italiana di Diabetologia, AMD – Associazione Medici Diabetologi, Fondazione AMD. Executive Director & General Manager di EUDF Italia è Federico Serra.
La normativa sul diabete
LʼItalia è un Paese con leggi, piani, linee guida, e regolamentazioni sul diabete, che definiscono i criteri di prevenzione assistenza e cura: la Legge 115/87 “Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito” (GU Serie Generale n.71 del 26-03-1987), il Piano nazionale sulla malattia diabetica approvato in Conferenza Stato-Regioni il 6 dicembre 2012, il Sistema Nazionale Linee Guida dellʼIstituto Superiore di Sanità, gli Standard italiani per la cura del diabete mellito 2018 di SID e AMD. In quest’ottica lo scorso 14 luglio l’Intergruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili, ha presentato il Ddl “Disposizioni relative alle strategie per la prevenzione, l’ottimizzazione dell’assistenza e la tutela della persona in soggetti con diabete in età evolutiva”.
Le criticità
L’esperienza della pandemica da COVID-19, ha fatto emergere una serie di criticità del sistema, acuite dalle minori diagnosi, hanno messo in luce gli specialisti. L’aumento di malattie croniche come il diabete in pazienti con vulnerabilità e fragilità, rende necessario ripensare il rapporto tra assistito e territorio. Un altro ostacolo è la difficoltà nell’accesso ai dati. Non esistono Registri né per il diabete di tipo 1 né di tipo 2, l’accesso ai dati amministrativi a scopo di ricerca è spesso ostacolato a livello regionale.
Gli specialisti sottolineano come sia ancora insufficiente l’utilizzo della digitalizzazione. La diabetologia italiana si è in gran parte dotata di strumenti elettronici per la gestione dei dati clinici, ma la condivisione di questi con altri specialisti e con la rete della medicina generale è ancora estremamente limitata.
Oggi, i sistemi sanitari non sono organizzati in maniera adeguata per gestire malattie croniche, complesse e in crescita, si legge nella nota. “Vi è un allineamento limitato sui risultati appropriati per le persone che soffrono di diabete e la loro relazione con la spesa socio-economica. Permane un forte stigma verso le persone che hanno questa malattia e la prevenzione non è vista come una priorità, nonostante siano aumentati i casi di diabete di tipo 2, principalmente a causa dell’obesità”.
Il futuro
“L’impegno è di restituire la piena capacità di tutte le persone con diabete di vivere una vita piena e contribuire fattivamente alla crescita sociale. Le accresciute conoscenze, le innovazioni diagnostiche e terapeutiche, il veloce sviluppo di nuove tecnologie devono fare ripensare in chiave moderna ed efficace l’organizzazione dell’erogazione della assistenza sanitaria diabetologica. EUDF intende favorire questo processo a livello europeo così come a livello degli stati membri grazie a una stretta collaborazione con le organizzazioni locali così come sta avvenendo con EUDF Italia”, dichiara il prof. Stefano Del Prato, Presidente EUDF.
I dieci punti chiave del Manifesto per Il diabete in Italia di EUDF Italia
- Implementare l’assistenza integrata come un insieme emergente di pratiche che cerca di allontanarsi da un’assistenza frammentata, episodica e basata sul servizio, per favorire un’assistenza continua, coordinata e focalizzata sui risultati;
- Potenziare e Razionalizzare l’assistenza alla persona con diabete, favorendo la crescita di ampie strutture specialistiche per l’adulto e per il bambino in costante e dinamico collegamento in rete con il territorio;
- Favorire la digitalizzazione sanitaria per aiutare a prevenire, diagnosticare e curare il diabete e migliorare l’aderenza delle persone affette dalla malattia;
- Promuovere l’uso di registri e dei sistemi di raccolta dati, integrandoli nel sistema di cura del diabete ed utilizzandoli quali strumenti essenziali per migliorare la qualità della cura della malattia garantendo risultati migliori per le persone con diabete;
- Aumentare i fondi per la ricerca sul diabete e sulle malattie endocrinometaboliche;
- Formare personale sanitario (infermieri, podologi, psicologi, dietologi…) da inserire nei team multidisclipinari per migliorare il sistema di cura della persona con diabete in tutte le fasce di età;
- Incrementare i posti per i medici in formazione specialistica in endocrinologia e malattie del metabolismo;
- Tutelare i diritti della persona con diabete nell’attività lavorativa, scolastica e sportiva;
- Promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini sulla prevenzione dell’obesità e del diabete, centrate sulla educazione a comportamenti alimentari salutari e sulla incentivazione dell’attività fisica;
- Garantire il pieno accesso alle cure e ai trattamenti in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale, assicurando equo accesso all’impiego delle tecnologie avanzate per il trattamento del diabete, in particolare in età pediatrica.