Tempo di lettura: 3 minutiIl dottor Corrado Calamaro
Se qualche anno fa non si ponevano dubbi, oggi non tutti sanno bene se e quando fare il vaccino per il Covid. E, al di là del virus che ci ha tenuti in casa durante la pandemia, chi e quando dovrebbe fare il vaccino antinfluenzale? Sono domande che abbiamo rivolto al dottor Corrado Calamaro, medico di medicina generale di grande esperienza.
Il Covid è diventato molto simile ad un’influenza – ci dice – ma può essere ancora molto pericoloso per soggetti fragili o in là con gli anni. In generale, anche se non pericoloso, può essere molto pesante anche per i più giovani.
È ancora utile ricorrere al vaccino?
Indispensabile per i soggetti a rischio, consigliabile per i pazienti che sono a contatto con persone anziane o fragili.
E l’influenza?
Ci aspettiamo di fare i conti con un ceppo molto aggressivo, anche in questo caso è indispensabile affidarsi ai consigli del proprio medico e pensare alla vaccinazione.
Non faranno male tutti questi vaccini?
So che la domanda è provocatoria, ma le assicuro che il pericolo non viene, e non è mai venuto, dalle vaccinazioni. Se facessimo uno studio comparativo ci accorgeremmo che le fake news hanno fatto molte più vittime di tante malattie. I vaccini hanno salvato e salvano milioni di vite ogni anno.
Molte persone vaccinate lamentano di aver preso l’influenza nonostante tutto.
Sì, me lo sento dire spesso.
E dunque?
Non si deve pensare al vaccino come ad uno scudo magico. È più come un addestramento per il nostro sistema immunitario che, quando incontrerà il virus, saprà già come affrontarlo. Questo significa, guarire prima e sviluppare una forma influenzale ben più tenue.
Si sente sempre parlare di prevenzione, ci sintetizza schematicamente quali sono gli screening di base?
Domanda impegnativa, ok proviamo a schematizzare. Quelli che servono sia agli uomini che alle donne sono: controllo della pressione arteriosa, andrebbe fatto con costanza per prevenire ipertensione, malattie cardiovascolari e ictus. Ancora, esame del colesterolo e lipidogramma per prevenire malattie cardiovascolari. Glicemia e test per il diabete per avere una diagnosi precoce del diabete di tipo 2.
Solo questi?
Direi proprio di no. Ai pazienti oltre i 49 anni consiglio uno screening per il tumore del colon-retto. Andrebbe fatto a partire dai 50 anni con una colonscopia o almeno con un esame del sangue occulto nelle feci. Come purtroppo ci ha mostrato il caso di Totò Schillaci, il tumore al colon è un nemico temibile, ma con la prevenzione può essere evitato o preso in tempo.
Se dovesse individuare degli esami da consigliare specificamente ai maschi?
Per i maschi è cruciale lo screening per il tumore alla prostata, a partire dai 50 anni (45 anni per chi è a rischio), tramite PSA (antigene prostatico specifico, ndr) e visita andrologica. Inoltre, è importante un autoesame mensile e visita medica periodica a partire dall’adolescenza per individuare eventuali tumori ai testicoli. Sempre agli uomini consiglierei uno screening per l’aneurisma dell’aorta addominale, da fare una volta tra i 65 e i 75 anni per uomini che presentano fattori di rischio.
Per le donne?
Sicuramente una visita ginecologica, ma anche il pap test e HPV test (screening per il tumore del collo dell’utero). Sarebbe bene fare il pap test almeno ogni 3 anni dai 25 ai 30 anni, poi HPV test ogni 5 anni dai 30 ai 65 anni. Questo aiuta ad individuare precocemente eventuali lesioni pre-cancerose o il tumore al collo dell’utero. Ancora, la mammografia (screening per il tumore al seno) da fare ogni 2 anni a partire dai 50 anni, o prima per donne con un rischio familiare. Per le signore in menopausa la densitometria ossea (screening per l’osteoporosi).
Un bel po’ di cose da tenere sotto controllo, non le pare?
Se dedicassimo anche solo la metà del tempo che trascorriamo sui social o a giocare con gli smartphone a prenderci cura di noi stessi beh, otterremmo dei risultati eccezionali. Diamo una grande importanza a cose che di importanza ne hanno poca, senza comprendere che l’unico bene vero che abbiamo è la salute.
C’è un ultimo consiglio che vorrebbe darei ai nostri lettori?
Affidatevi al vostro medico di famiglia. Non ogni medico è adatto ad ogni paziente, può esserci più o meno “feeling”, ma ricordandovi che avete sempre la possibilità di scegliere. Stabilite con lui un rapporto sincero e di fiducia, pretendete che vi dedichi tempo, ma fatelo sempre con rispetto e comprendendo i suoi carichi di lavoro. Ricordate che il medico di famiglia è un bene prezioso ed è a lavoro per voi. Un baluardo del Sistema sanitario nazionale da difendere. Perché senza medici di medicina generale, finiremmo con l’essere solo una cartella clinica in un pronto soccorso.
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