Meningite, scuole più a rischio: “vaccinazione sicura”
La meningite è una malattia a basso tasso di circolazione, ma può avere un’alta letalità. Fino al 30 per cento della popolazione ne è portatrice sana, cioè veicolo di contagio. Non è una malattia esclusivamente pediatrica, nel 50 per cento dei casi interessa persone con più di 20 anni, per le quale non esistono strategie vaccinali.
I rischi e le criticità dell’infezione da meningococco sono stati discussi durante il Dialogue Meeting promosso dalla rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief (IHPB), sul tema La vaccinazione antimeningococcica: si può fare di più e meglio, all’Istituto Luigi Sturzo di Roma.
La vaccinazione contro la meningite
Oggi solo sei regioni raccomandano la vaccinazione contro il meningococco B agli adolescenti: Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Anche nelle fasce d’età per cui è raccomandata la vaccinazione contro il meningococco ACWY e meningogocco B, l’obiettivo del Piano Nazionale Prevenzione Vaccini è lontano. I dati nazionali del 2021 riportano una copertura media contro il meningococco B e contro i meningococchi ACWY rispettivamente del 44 e del 78% a 36 mesi.
Per aumentare la copertura vaccinale, gli specialisti auspicano la creazione della cosiddetta “filiera della salute” nella quale sia il personale sanitario che il mondo della scuola possano sensibilizzare sull’importanza della vaccinazione.
La Prof.ssa Roberta Siliquini, Presidente della Società d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (S.I.T.I.), ha sottolineato: «la vaccinazione antimeningococcica è sicura ed efficace contro una patologia gravissima che si manifesta normalmente con cluster epidemici all’interno di scuole o luoghi ricreativi. I dati relativi alle coperture vaccinali ci dimostrano – ha proseguito la Presidente S.I.T.I. – come la popolazione non abbia la corretta percezione del rischio corso, soprattutto dai bambini e dai giovani ed è quindi necessario impegnarsi affinchè l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione sia supportata da percorsi di informazione dei genitori anche in ambito scolastico. I Dipartimenti di Prevenzione vanno quindi forniti di risorse adeguate per poter svolgere quella parte comunicativa che, nel nostro Paese, è ancora particolarmente debole».
Chi è più a rischio
La vaccinazione contro la meningite assume più importanza per le categorie più fragili o a rischio come i soggetti immunocompromessi, i trapiantati, oltre alla popolazione esposta a rischi professionali che spesso non è informata sulla raccomandazione e sulla gratuità delle vaccinazioni anti-meningococciche.
Il Prof. Stefano Vella, infettivologo, ricercatore e docente di Salute Globale presso l’Università Cattolica di Roma, ha dichiarato: «i vaccini rappresentano il più importante strumento di Sanità Pubblica che la scienza ha messo a disposizione del genere umano. La prevenzione di numerose malattie infettive ha permesso la straordinaria crescita dell’aspettativa e della qualità di vita di milioni di persone. Nello specifico – ha sottolineato l’infettivologo – la malattia meningococcica è una malattia batterica rara ma molto grave, che può causare danni a lungo termine, come la perdita di arti o gravi lesioni cerebrali, ed essere mortale. La vaccinazione è il modo migliore per prevenire la malattia meningococcica».
In un tempo in cui i sistemi sanitari si trovano a dover rivedere le proprie scelte e i propri assetti, la prevenzione attiva si ripropone come uno dei pilastri per una sanità efficace e sostenibile nel tempo, concludono gli specialisti.