Melanoma aumenta tra i giovani, crema usata bene da pochi
Negli ultimi decenni i casi di tumori della pelle si sono moltiplicati. Schermarsi dal sole è sempre più importante ma spesso le creme non vengono applicate nel modo giusto. Il pericolo è di avere un finto senso di protezione. Sebbene la maggior parte dei tumori siano meno letali, come il carcinoma basocellulare e quello cutaneo spinocellulare, anche il melanoma è in aumento. Per quest’ultimo la scienza prevede una crescita delle diagnosi del 50% entro il 2040. I decessi, invece, cresceranno quasi del 70%.
Aumenta melanoma, i rischi ignorati e il fattore SPF
Il desiderio di vacanza magari in pieno inverno spinge all’acquisto di pacchetti nei paesi assolati, una tendenza del mondo moderno che corre veloce e ha bisogno di ottimizzare le ferie. Eppure è proprio l’esposizione brusca e non graduale ad aumentare il rischio di tumori. La pelle, infatti, non è preparata ed è più facile che subisca un trauma. Secondo le stime l’aumento dei melanoma riguarderà soprattutto le zone del mondo abitate da popolazioni con la pelle chiara, tra cui Australia, Nuova Zelanda, Nord America ed Europa. Per questo le creme solari hanno un ruolo cruciale in termini di prevenzione, insieme ad altri accorgimenti. Secondo le ricerche la crema solare viene spesso applicata male, ne viene applicata circa la metà di quella che servirebbe. Sono proprio i punti cruciali a essere spesso tralasciati. Per non parlare della tendenza a spalmarla in maniera energica, anziché delicata, diminuendone l’efficacia.
Il significato di SPF viene poi ignorato da molti: si tratta del rapporto tra la quantità di radiazioni UV necessaria a bruciare la pelle con la crema applicata e quella necessaria senza crema applicata. In pratica, l’SPF 50 protegge la pelle da una quantità di raggi UV 50 volte superiore a quella che brucerebbe una pelle non protetta, l’SPF 30 da un quantità 30 volte superiore e così via. Tuttavia, l’uso della protezione solare non dovrebbe spingere le persone a passare più tempo al sole, un rischio riscontrato da molti studi.
Leggere e regalare un romanzo sulla prevenzione
A proposito di prevenzione viene in aiuto un libro scorrevole ma che dona una consapevolezza nuova per il futuro: “La memoria della pelle”. Nell’ultimo decennio il melanoma ha raggiunto a livello mondiale le centomila diagnosi l’anno, con un incremento del 15 per cento. Il romanzo è una chiave per informare sulla patologia e la prevenzione, scritto dal presidente della Fondazione Mesit Marco Trabucco Aurilio, l’oncologo e ricercatore Paolo Ascierto, e il direttore generale Ryder Cup 2023 Gian Paolo Montali. La medicina narrativa è un mezzo per arrivare soprattutto ai più giovani, spiegano gli autori. Infatti, se il melanoma è stato per anni un tumore tipico dell’anziano, oggi il picco è a 40 anni ed è la prima causa di morte tra i ragazzi nella fascia d’età 20-30 anni.
Fino a domenica 13 agosto il libro si potrà acquistare anche in edicola con Il Mattino a un piccolo costo che dà la possibilità di contribuire alla raccolta fondi per sostenere la ricerca e la prevenzione insieme alla Fondazione Melanoma e la Fondazione Mesit.
La crema, gli ingredienti e l’uso nel modo giusto
Il sole emana due tipi di radiazioni ultraviolette: i raggi UVA e i raggi UVB. Il cancro della pelle è strettamente legato agli UVB. Le creme solari migliori sono quelle che proteggono da entrambi i tipi di raggi, dette “ad ampio spettro”. Sotto al sole forte la crema va applicata in maniera abbondante, sebbene l’ideale sarebbe proprio non esporsi. Il tocco deve essere delicato per consentire che rimanga e va applicata un quarto d’ora prima dell’esposizione, per far sì che venga assorbita. Inoltre va applicata ogni due ore oppure ogni ora se si fa il bagno o si suda molto.
Oggi sta emergendo una tendenza dietro la scarsa diffusione delle creme solari: è la paura dei danni che potrebbero causare. Le creme solari si dividono in due gruppi principali: quelle chimiche e quelle fisiche (dette anche minerali). Michelle Wong, che gestisce il blog di bellezza Lab Muffin Beauty Science e ha un dottorato in chimica medica, le suddivide invece in organiche e inorganiche.
Le creme solari chimiche (o organiche) negli ultimi anni sono state criticate, per via della lunga lista di ingredienti e il possibile rischio cancerogeno di alcuni. I filtri solari minerali (o inorganici), invece, hanno solo due ingredienti principali: l’ossido di zinco e il biossido di titanio. Tuttavia non esistono prove concrete del fatto che le une o le altre siano dannose. Entrambi i tipi di filtro assorbono i raggi UV e i benefici sono di gran lunga superiori ai rischi.
Se invecchiare fa più paura del melanoma
La salute viene prima di tutto, ma in certi casi fa più leva l’apparenza. Ad ogni modo, la buona notizia è che garantisce anche la prevenzione del melanoma. Una ricerca suggerisce che la crema solare potrebbe essere usata di più contro il rischio di rughe e macchie rispetto a quello di melanoma.
Insomma, oggi le persone sono molto più attente alla loro immagine. L’uso delle creme solari aumenta per prevenire non tanto il cancro, quanto piuttosto l’invecchiamento cutaneo. In altre parole, se un tumore può sembrare un problema astratto, il rischio della pelle più vecchia produce un effetto immediato sul comportamento.
Così come una ricerca dimostra che la paura delle rughe può essere un fattore motivante per smettere di fumare, lo stesso potrebbe valere per le creme solari. In generale, la crema solare per proteggersi dai tumori andrebbe usata da tutti, perché l’esposizione al sole può danneggiare tutti i tipi di pelle. Pur essendo più diffusi tra i bianchi, i tumori delle pelle sono in genere più letali per i neri a causa della diagnosi tardiva.
I vestiti funzionano meglio della protezione solare, perché riducono il rischio di lasciare ‘buchi’ durante l’applicazione della crema solare. Cappello, occhiali da sole, indumenti anti raggi UV, ma anche le creme giuste, sono le armi per una corretta esposizione.
Bambini: scottature aumentano rischio tumori da grandi, cosa fare
I sistemi di difesa dei più piccoli non sono ancora perfettamente sviluppati, per questo l’esposizione al sole deve essere sicura. Molti studi hanno dimostrato una maggiore incidenza di tumori della pelle tra chi ha avuto scottature durante l’infanzia. Il rischio di melanoma raddoppia per i bambini nati negli ultimi anni.
Nel primo anno di vita bisognerebbe astenersi dall’esporre i bambini al sole. Dal secondo anno gli specialisti raccomandano: l’uso di indumenti protettivi con filtro solare Spf 50+, occhiali da sole, cappello e crema solare con fotoprotezione alta (Spf 30 o 50). Inoltre la protezione solare deve essere priva di profumo, parabeni, interferenti endocrini, nanoparticelle e sostanze allergizzanti per la pelle più sensibile dei piccoli.
La protezione deve essere applicata sempre durante l’esposizione solare, su ogni parte del corpo scoperta, e riapplicata ogni 2 ore e dopo ogni bagno. Per trascorrere vacanze in sicurezza i bambini dovrebbero stare al sole solo dalle 7 alle 10, e nel tardo pomeriggio, dopo le 17.30, evitando quindi le ore più calde e soleggiate.