West Nile: cos’è, come si trasmette e come proteggersi
Nostro malgrado, sempre più in queste settimane e in questi giorni sentiamo parlare di virus del Nilo Occidentale, più noto come West Nile virus. A spaventare è il fatto che si stanno registrando dei decessi di alcuni pazienti risultati poi positivi al virus. Si tratta, è bene dirlo subito, di pazienti con un sistema immunitario già molto compromesso da altre patologie. Insomma, tanto per essere chiari, non ci si deve immaginare una situazione simile al Covid.
Che cos’è il West Nile
Il West Nile è un virus che si trasmette attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare quelle del genere Culex. Le zanzare si infettano pungendo uccelli portatori del virus e, in un secondo momento, possono trasmetterlo all’uomo o ad altri mammiferi. A rendere imparagonabile il virus West Nile e il Covid è anche il fatto che il contagio diretto tra persone non avviene: non si trasmette attraverso il contatto umano, solo in casi molto rari può avvenire tramite tramite il sangue (ad esempio con trasfusioni di sangue o trapianti. Ma anche su questo è importante dire che ci sono serratissimi controlli messi in campo dal Centro Nazionale dei Trapianti attraverso le articolazioni regionali. Insomma, una vera e propria diga di controlli sul genoma del virus che mette al sicuro da ogni possibile contatto con pazienti fragili.
I sintomi: spesso lievi, ma possono diventare gravi
Stando ai dati ufficiali diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, nel 70-80% dei casi, l’infezione decorre in modo completamente asintomatico. Le persone colpite non si accorgono neppure di essere state infettate. Nel restante 20% circa, compaiono sintomi simili a quelli influenzali: qualche linea di febbre, mal di testa, dolori muscolari, nausea o affaticamento. Insomma, un quadro clinico che in gergo medico si definisce benigno, che si risolve in pochi giorni senza particolari cure.
Solo un numero piccolissimo di persone (meno dell’1% dei soggetti) sviluppa una forma grave, con complicanze neurologiche come meningite, encefalite o paralisi. Naturalmente, più a rischio sono gli anziani e chi ha un sistema immunitario compromesso. In questi casi, il decorso può essere lungo e lasciare esiti permanenti.
Come si diagnostica
La diagnosi si effettua attraverso esami del sangue o, nei casi più gravi, mediante analisi del liquido cerebrospinale. Non esistono al momento terapie antivirali specifiche, ma questo non significa che non si sappia come intervenire. Il trattamento è di tipo sintomatico, volto a ridurre febbre e infiammazione e a supportare le funzioni vitali nei casi più complessi.
Prevenzione: piccoli gesti per grandi risultati
Non esiste un vaccino per gli esseri umani. La prevenzione si basa quindi sul controllo delle zanzare e sull’adozione di comportamenti protettivi:
- Eliminare i ristagni d’acqua: sottovasi, secchi, grondaie o qualsiasi contenitore lasciato all’aperto può trasformarsi in un perfetto habitat per le zanzare.
- Usare repellenti cutanei: prodotti a base di DEET, icaridina o altre sostanze efficaci vanno applicati sulle parti esposte del corpo, soprattutto nelle ore serali e notturne.
- Indossare abiti chiari e coprenti, in particolare al tramonto, quando le zanzare sono più attive.
- Installare zanzariere a porte e finestre, utilizzare ventilatori e climatizzatori per tenere lontani gli insetti.
- Evitare passeggiate in aree umide o boscose durante le ore di punta dell’attività delle zanzare.
Quando rivolgersi al medico
Solo se si ha la febbre alta, un mal di testa intenso, rigidità del collo, confusione o disturbi della vista, soprattutto se si è stati recentemente punti da zanzare o si è stati in aree che in qualche modo possono essere considerate “a rischio”, è importante rivolgersi tempestivamente al proprio medico o a un pronto soccorso. Insomma, il virus del Nilo Occidentale è un’infezione nella maggior parte dei casi lieve,e per nulla preoccupante. La prevenzione, anche attraverso semplici abitudini quotidiane, è l’arma più efficace per evitare la diffusione del virus. Essere informati e adottare comportamenti responsabili è il primo passo per proteggere sé stessi e gli altri.
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