Mantenere l’equilibro significa vivere anche più a lungo. Questa capacità, infatti, non è solo una dote atletica, ma un indicatore del benessere e della longevità. Pietro Marconi, fisioterapista, commenta un recente studio, spiegando come misurare il proprio livello di stabilità e come migliorarlo con un programma di esercizi.
Equilibrio e longevità, lo studio
Seguire una linea o camminare sulla trave, sono cose che si fanno a scuola da bambini, ma nascondono informazioni preziose. Questo “gioco” è diventato oggetto di uno studio che, analizzando chi riusciva a rimanere in equilibrio su una gamba per almeno 10 secondi, ha confermato quanto possa incidere sulla probabilità di vivere più a lungo e con una qualità di vita migliore.
“L’equilibrio non è solo una questione di stabilità o una dote fisica da raccontare. Il coordinamento richiesto da questo studio per mantenersi su una sola gamba, dipende dalla collaborazione di vari sistemi corporei – spiega Pietro Marconi – come quello nervoso, muscolare e cardiovascolare che sono contemporaneamente coinvolti per mantenere la postura corretta. Questa prova di equilibrio, pur sembrando semplice, implica anche una grande stabilità interiore e una buona propriocezione, ovvero la capacità del nostro corpo di percepirsi nello spazio”.
Equilibrio, 5 campanelli da testare
“Oltre al semplice gesto di stare in piedi su una gamba, esistono altri “campanelli di allarme” che ci raccontano molto della nostra salute. Indagare il proprio livello di equilibrio rappresenta una sfida non solo fisica, ma anche mentale – continua Marconi – dimostrando la collaborazione tra vari sistemi corporei e coinvolgendo muscoli, sistema nervoso e cardiovascolare”.
Tra gli effetti della buona stabilità vi è la riduzione del rischio di cadute e infortuni. Contribuiscono a mantenere l’equilibrio e sono associati a una vita più lunga, un sistema cardiovascolare sano e una circolazione efficiente. “Non dimentichiamoci – prosegue – che la prontezza del sistema nervoso, che coordina movimenti e reazioni, è un segnale di salute cerebrale, mentre una mente attiva e concentrata è legata a una migliore qualità della vita”.
“Un primo passo dunque è quello di mettersi alla prova con questi semplici movimenti e, nel caso uno o più dovesse risultare difficile, potrebbe essere il momento di intervenire per migliorare il proprio equilibrio – suggerisce Marconi:
- Riuscire a rimanere su una gamba sola per almeno 30 secondi
- Riuscire a rimanere su una gamba sola ad occhi chiusi per almeno 10 secondi
- Rimanere sulle punte dei piedi per più di 10-15 secondi
- Non oscillare e non avere difficoltà a inginocchiarsi per 5 volte
- Non fare fatica a rialzarsi dalla sedia per 10-15 volte
Propriocezione per intervenire dai 40 anni e mantenersi autonomi
La propriocezione, cioè la capacità di percepire il proprio corpo nello spazio, contribuisce ad aumentare l’equilibrio fondamentale, per evitare cadute e migliorare i movimenti quotidiani e la postura.
“Migliorare la propriocezione significa migliorare la nostra sicurezza nel compiere ogni passo e movimento, come salire le scale, camminare, correre e saltare. Il declino dell’equilibrio è un messaggio che il nostro corpo ci invia con l’avanzare dell’età. Se allenato e curato fin dai 40 anni – continua Marconi – l’equilibrio può diventare una risorsa preziosa per mantenere l’autonomia e la sicurezza nei movimenti e svolgere le attività sportiva o dedicarsi alle proprie passioni”.
Migliorare l’equilibrio senza forzature
Allenare la stabilità è possibile, seguendo un percorso che integra forza, mobilità e controllo del movimento. “L’obiettivo non è solo migliorare l’equilibrio, ma è anche rafforzare i muscoli, costruendo una connessione mente-corpo e rendendo ogni movimento più fluido. Chiunque può migliorare il proprio equilibrio – conclude Marconi – rispettando i limiti del proprio corpo e senza forzature, è possibile guadagnare in sicurezza e qualità di vita”.