Due pazienti su tre con diabete di tipo 1 non hanno un controllo ottimale e rischiano gravi complicanze. Se ne è parlato oggi a Milano in occasione del 5° Internationlal Theras Day. Oggi è disponibile un “GPS della glicemia”. Gli studi sull’efficacia del CGM (monitoraggio continuo della glicemia), mettono d’accordo gli esperti riuniti a Milano che concordano sulle nuove frontiere per gestire al meglio il diabete. Durante l’incontro è stata presentata la novità del CGM (Dexcom G6) e i risultati di un’indagine IQVIA-Theras sulla qualità di vita. Le misurazioni tradizionali al polpastrello tracciano una cartina stradale, che però non tiene conto del conducente, dell’auto, del traffico, del ghiaccio e di tutte le variabili che possono rallentare il viaggio. E in più, la scomodità e la poca precisione della cartina, spiegano anche perché sono pochi a seguirla e controllarla regolarmente.
“L’uso dell’autocontrollo, inteso come strumento per raggiungere un obiettivo glicemico il più possibile vicino alla normalità – ha detto Antonio Ceriello, Direttore del Dipartimento Ricerca sul Diabete dell’IRCCS Multimedica Milano, Presidente del Gruppo di studio “Diabetes and Cardiovascular Deseases” dell’EASD – consente di ridurre il rischio di complicanze nel diabete di tipo 1. E’ stato calcolato che sono circa 20mila le punture al dito alle quali un diabetico si sottopone in 10 anni. E questo numero non è sovrapponibile e replicabile per tutti i pazienti, perché solo 1 su 3 si monitora costantemente per decidere quando e se intervenire con la terapia corretta”.
Durante il 5° International Theras Day (in corso a Milano dal 30 al 31 gennaio), i massimi esperti internazionali del diabete hanno discusso di soluzioni tecnologicamente avanzate.
“L’introduzione del monitoraggio continuo della glicemia ha segnato una svolta nella gestione del paziente con numerosi vantaggi dimostrati a livello scientifico. Molte delle informazioni contenute nel CGM – ha continuato Ceriello – evidenziano importanti fattori di variabilità legati al tempo e alla frequenza delle ipoglicemie indispensabili per un corretto controllo. A questo potrei aggiungere un’altra evidenza che conferma un’importante riduzione della emoglobina glicatata (1%) e dell’ipoglicemia notturna (88%). L’ultimo nato tra i CGM è un dispositivo in grado di offrire un livello tale di sicurezza e precisione capace di conquistare pazienti e caregiver, di tutte le età a partire dai 2 anni.
Va considerato anche il puntuale livello di predittività dello stesso, che contribuisce a rassicurare il paziente incidendo notevolmente sul benessere generale e sulla migliore qualità di vita. L’andamento dinamico e continuo della misurazione offre ogni giorno quasi 300 aggiornamenti costanti e automatici che il paziente può leggere in diretta, ogni 5 minuti e che forniscono indicazioni utili per prevenire ipo e iperglicemie. La svolta epocale – conclude Ceriello – è dettata proprio dalla quantità di valori a disposizione in ogni momento del giorno e della notte. Il paziente non dovrà più “limitarsi” a verificare le 5 misurazioni giornaliere fatte con la puntura del polpastrello, seguite magari da altrettante per intraprendere azioni terapeutiche correttive. L’autocalibrazione è stata perfezionata proprio per “restare sempre on-line con la propria glicemia”, garantendo la massima affidabilità e sicurezza, confermata anche dalla piena e unica approvazione dell’FDA per tale utilizzo. Spiego sempre ai miei pazienti che la gestione del diabete rappresenta un grande impegno senza soste, un viaggio quotidiano pieno di imprevisti da affrontare e che coinvolge spesso tutta la famiglia. E per agevolarne la guida, la tecnologia ha saputo rispondere in modo preciso con un CGM altamente tecnologico”
Il nome del 1° “GPS della glicemia” è Dexcom G6, distribuito da Theras Group, ora disponibile in Italia. Si tratta di una vera e propria guida intelligente e automatica nel mondo della glicemia che consente di collegarsi direttamente al satellite e ricalcolare la rotta (autocalibrazione automatica che evita le 2 punture capillari al giorno), con livelli di sicurezza ed efficacia scientificamente confermati, facile e intuitivo (sistema di applicazione automatico), discreto (dimensioni ridotte), segnala i pericoli in anticipo (avviso di ipoglicemia con un allarme 20 minuti prima, in tempo utile per intervenire), lunga durata (da sostituire dopo 10 giorni, senza ricalibrazioni perché automatico)
Un livello di qualità molto alta sommata anche ai livelli di compliance dei pazienti indagata in una ricerca IQVIA-Theras che ha confermato i molteplici aspetti positivi che hanno migliorato la percezione di benessere e qualità di vita dei pazienti, con importanti effetti psicologici positivi. “Dichiarano di stare meglio perché l’affidabilità delle misurazioni viene tradotta in un benessere fisico, sanno esattamente se e quando intervenire, il livello di autonomia e stima è decisamente aumentato – ha spiegato Isabella Cecchini, Head of Primary Market Research IQVIA – Apprezzato soprattutto dai giovani è l’innovatività e la tecnologia dei sistemi: la percezione di utilizzare gli strumenti più avanzati e innovativi, la “miglior terapia possibile per il diabete”, ma anche strumenti che favoriscono il sentirsi “normali” e tecnologici, e aprono alla socializzazione, a condividere con gli altri la propria malattia.
In sintesi, l’esperienza dei pazienti e dei loro caregiver ha messo in luce non solo l’effetto positivo dei nuovi device sulla gestione della malattia, ma anche e soprattutto il grande impatto che gli strumenti hanno avuto sulla qualità della vita.