La musica può aiutare la salute? Diversi anni fa, correva l’anno 2001, fece molto scalpore la notizia di una ragazzina uscita dal coma grazie ad una canzone di Eminem. Al di là dei gusti musicali, il caso (avvenuto nel Regno Unito) aveva riacceso la discussione sulla capacità che ha la musica – o più semplicemente uno stimolo sonoro – di riattivare determinate aree del cervello e anche di creare reazioni inattese. Ora, a quanto pare, si va oltre. Per gli appassionati del tema è molto interessante un’intervista rilasciata all’Ansa dalla professoressa Alice Mado Proverbio (Università di Milano-Bicocca e autrice del libro “Neuroscienze cognitive della musica. Il cervello musicale tra arte e scienza” – Zanichelli). Secondo la professoressa, la musica ha infatti un enorme potere terapeutico che spazia tra le malattie più disparate: aiuta contro i disturbi dell’umore, il disagio psichico, la depressione e una svariata quantità di sindromi cliniche come i deficit di lettura e di apprendimento, l’autismo, la demenza, le malattie neurodegenerative.
AIUTA IL CERVELLO
«La musica – dice Proverbio – conforta il paziente, ne migliora l’umore e stimola la memoria autobiografica, facendo riaffiorare ricordi personali e rafforzandone l’identità», con effetti positivi sulla demenza. E non è tutto, osserva l’esperta, la pratica musicale come hobby o sotto forma di musicoterapia costituiscono un importante metodo per rinforzare la cosiddetta “riserva cognitiva”, ovvero quel bagaglio di funzione cerebrale che in età anziana fa da contrasto allo sviluppo della demenza. Sono ormai innumerevoli gli studi che attestano il potere terapeutico delle note In un lavoro condotto su 435 coppie di gemelli, ad esempio, si è visto che suonare uno strumento musicale difende dalla demenza. «I risultati dell’indagine hanno dimostrato che, a prescindere dal sesso, dalla salute o dalla forma fisica degli individui, il fatto di suonare uno strumento musicale comporta una riduzione della probabilità di sviluppare una demenza senile».
NUTRIRE IL CERVELLO
L’efficacia riabilitativa della musica sarebbe in ultima analisi legata a meccanismi cerebrali compensatori messi in atto dalle note. Inoltre, l’esercizio muscolare legato all’uso di uno strumento costituisce un’ottima e al tempo stesso piacevole terapia riabilitativa anche in pazienti che hanno subito lesioni motorie. Ad esempio, racconta l’esperta, in uno studio clinico si è visto che pazienti incoraggiati a suonare su un pianoforte melodie con mano o braccio “paretici”, riacquistarono più rapidamente le loro abilità motorie fini, migliorandole in termini di precisione e scorrevolezza, rispetto alla terapia riabilitativa tradizionale.