Tempo di lettura: 6 minutiSono passati cinque anni dall’arrivo in Italia della prima terapia genica anticancro, le CAR-T (acronimo di Chimeric Antigens Receptor T-Cells). Queste terapie avanzate sono basate sulla modifica e sul potenziamento dei linfociti T che in questo modo riescono a riconoscere e aggredire le cellule tumorali. Oggi sono una realtà ben presente nella pratica clinica di molti Centri italiani e rappresentano un nuovo paradigma di cura per alcuni tumori del sangue, aggressivi e refrattari, e motivo di speranza per i pazienti dopo tanti fallimenti.
CAR-T, in Italia già trattati più di 1.400 pazienti
In Italia fino ad oggi sono stati trattati più di 1.400 pazienti, tanti considerato che la prima somministrazione risale al 2019 e che per un lungo periodo solo un Centro presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano è stato autorizzato ad effettuare questi trattamenti. Attualmente sono circa 30 i Centri abilitati sul territorio nazionale e, di questi, 10 in Lombardia. Sta maturando anche l’esperienza nell’utilizzo e nella gestione delle terapie CAR-T e si accumulano evidenze e dati clinici.
Tuttavia, il ‘viaggio nel futuro’ è appena iniziato. Da un lato aumenta il numero delle CAR-T cells autorizzate in oncologia e onco-ematologia (secondo il Report 2019 dell’European Society for Blood and Marrow Transplantation-EBMT sui trapianti di cellule emopoietiche, le terapie CAR-T sono cresciute del 650% rispetto al 2017) e nei laboratori di tutto il mondo la ricerca scientifica avanza velocemente a caccia di nuovi e difficili bersagli da colpire. Dall’altro le CAR-T come le conosciamo oggi sono solo il primo passo su un cammino in profonda evoluzione e con molti interrogativi a cui dare risposte.
La campagna AIL per rendere i pazienti informati
In questa prospettiva AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma, ha deciso di riprendere, da Milano, il ‘viaggio’ di CAR-T – Il futuro è già qui, campagna itinerante e online nata nel 2021, per informare pazienti, familiari, caregiver e specialisti, e migliorare la conoscenza, l’accesso e la gestione dei trattamenti, con uno sguardo alle esperienze cliniche maturate, ai successi dei pazienti trattati e ai futuri ambiti di applicazione.
«L’arrivo delle CAR-T in Italia è stato atteso per lungo tempo e quando finalmente queste terapie si sono rese disponibili hanno generato molte aspettative e domande. AIL ha subito avvertito la necessità di scendere in campo con una informazione chiara e corretta: è nata così la campagna “CAR-T – Destinazione futuro”, ideata con l’obiettivo di fare educazione su queste innovative terapie cellulari –afferma Giuseppe Toro, Presidente Nazionale AIL. La prima edizione della campagna ha raggiunto 10 Regioni italiane con 11 tappe da nord a sud del Paese grazie al sostegno delle sezioni locali AIL. Ma AIL è consapevole che il viaggio nel futuro delle CAR-T continua, da qui la decisione di proseguire il “viaggio” con questa seconda edizione dell’iniziativa. Anche se rimangono ancora molte sfide da affrontare per la ricerca e per i clinici e alcuni interrogativi importanti a cui dare risposte, le CAR-T rappresentano più che una speranza concreta per quei pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali e il loro impiego sta ottenendo successi insperati fino a pochi anni fa in pazienti che non avevano più alcuna possibilità terapeutica».
Con CAR-T oggi guariscono 50% circa delle leucemie linfoblastiche acute e il 40% dei linfomi a grandi cellule B
«Già oggi il 50% circa delle leucemie linfoblastiche acute ed il 40% dei linfomi a grandi cellule B vengono guariti da questa terapia – dichiara Paolo Corradini, Direttore Divisione di Ematologia, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano, Cattedra di Ematologia, Università degli Studi di Milano e Presidente SIE-Società Italiana di Ematologia – Le cellule CAR-T sono una delle strategie più innovative e promettenti per il trattamento delle patologie ematologiche refrattarie. Sono molti i dati di real life, derivanti dalla pratica clinica dei vari Centri nei diversi Paesi, che dimostrano come nel linfoma follicolare le CAR-T funzionano molto bene, e altrettanto nel mieloma multiplo, anche se non con gli stessi risultati dei linfomi. I dati di risposta e di sopravvivenza nelle malattie refrattarie fin qui raccolti sono molto incoraggianti, in particolare per la sopravvivenza a lungo termine. Le CAR-T dimostrano di funzionare laddove non funzionava più niente».
Aumento del numero dei pazienti trattati con CAR-T, sicurezza, efficacia sono le sfide che attendono ricercatori e clinici: cruciale in questo senso, in un patient journey complesso e articolato, il ruolo dei Centri autorizzati alla somministrazione.
Le CAR-T vengono somministrate presso Unità specializzate in terapie cellulari e genetiche
«Le terapie CAR-T hanno introdotto nel panorama dell’immunoterapia antineoplastica un approccio rivoluzionario, che prevede non più la “semplice” somministrazione di un farmaco, quanto piuttosto la proposta di un programma di trattamento in fasi sequenziali ma distinte – spiega Piera Angelillo, Ematologa UO di Ematologia e Trapianto di Midollo, IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano – Ognuna di queste fasi coinvolge processi altamente complessi ed interdipendenti, che si svolgono in luoghi fisicamente distinti, sono gestiti da equipe diverse e devono avvenire a timing predefiniti, richiedendo un lavoro di logistica che talora esula da competenze sanitarie in senso stretto. I Centri autorizzati a somministrare CAR-T sono Unità specializzate in terapie cellulari e genetiche, dove sono standardizzati percorsi che garantiscono la catena di custodia ed identità del materiale dalla sua raccolta alla reinfusione. Tali percorsi sono garantiti da complessi processi di accreditamento del Centro sia a livello extra nazionale che regionale».
L’infusione di cellule CAR-T, per un paziente che ha vissuto periodi di cura lunghi e infruttuosi, riaccende la speranza ma ad essa si associa la paura riguardo le imprevedibili percentuali di successo o per il possibile fallimento anche di quest’ultimo tentativo di cura. Il supporto psicologico, la presenza costante degli specialisti e degli infermieri, l’accoglienza nelle Case alloggio AIL, sono elementi indispensabili per aiutare i pazienti onco-ematologici prima, durante e dopo aver ricevuto la terapia CAR-T, come conferma una ricerca realizzata con il supporto non condizionante di Gilead e AIL Milano.
La ricerca sui bisogni dei pazienti
«La ricerca, basata su interviste a 12 pazienti e 7 caregiver, ha indagato i principali bisogni dei pazienti onco-ematologici sottoposti a Car-T cells e dei loro caregiver – spiega Sara Alfieri, Ricercatrice psicologa SSD Psicologia Clinica, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – Emergono come prioritari i bisogni cosiddetti ‘esistenziali’, legati alla vita e alla sopravvivenza, ovvero quei bisogni per cui il paziente vuole sentirsi dire, vuole credere e vuole sperare che questa ennesima linea di terapia andrà bene e che, se non ci dovesse essere un risultato positivo, ci saranno altre possibilità terapeutiche. Emergono poi i bisogni relativi al desiderio di essere informati in maniera esaustiva, empatica e sincera, in caso contrario, si alimentano timori e incertezze. Seguono i bisogni legati all’assistenza per cui i pazienti desiderano il miglioramento dei servizi di base (supporto psicologico, visite e controlli vicini alla propria residenza) e il sostegno del mondo delle associazioni per migliorare la vita di tutti i giorni. È forte e predominante il bisogno di non sentirsi abbandonati. I caregiver dal canto loro mostrano una visione più pessimistica e hanno paura a credere che l’ennesimo tentativo di cura con CAR-T possa avere un lieto fine».
La ricerca in ambito pediatrico
La terapia con Car-T cells oggi sta dando un avvenire anche ai tanti bambini affetti da tumori del sangue, talvolta refrattari, in primis la leucemia linfoblastica acuta. L’attività di ricerca in ambito pediatrico è ampia per riuscire a trovare terapie geniche con il miglior profilo di sicurezza, efficacia e sostenibilità.
«In virtù degli attuali prodotti – commenta Adriana Balduzzi, Direttore S.C. Pediatria, Fondazione IRCCS San Gerardo, Monza e Professore di Pediatria, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università Milano-Bicocca – solo alcuni dei pazienti pediatrici trattati potranno godere di una remissione duratura unicamente per le cellule CAR-T standing alone, che, però, possono fungere da strumento che consente di raggiungere una profonda remissione completa, anche molecolare, per garantire al trapianto migliori probabilità di successo, come bridge to transplant, per poi tradursi in guarigione».
«L’Associazione – sottolinea Matilde Cani, Responsabile Progetti Istituzionali AIL Milano – negli ultimi 10 anni ha contribuito alla realizzazione di 10 studi clinici pluriennali, coinvolgendo nel percorso ben 710 pazienti che potessero beneficiare dei risultati ottenuti in prima persona. La ricerca CAR-T che dal 2020 AIL Milano, con costante impegno, sostiene insieme alla Divisione di Ematologia dell’Istituto Nazionale dei Tumori, ha permesso di realizzare obiettivi scientifici importanti a beneficio dei pazienti ematologici, proponendo loro migliori cure e qualità della vita. Il nostro obiettivo è quello di costruire un futuro nel quale i tumori del sangue possano essere sempre più curabili e affrontabili nel migliore dei modi; per questo cerchiamo di offrire una vicinanza quotidiana concreta al paziente e alla sua famiglia durante tutto il lungo e complesso percorso terapeutico».
Le iniziative 2024
Le attività dell’edizione 2024 della campagna “CAR-T – Il futuro è già qui” realizzata con il sostegno non condizionante di Bristol Myers Squibb, Gilead Sciences e Johnson&Johnson, prevedono una landing page dedicata all’interno del sito dell’AIL (www.ail.it) con tutte le informazioni e aggiornamenti relativi alle terapie CAR-T, insieme a una mappa dei Centri autorizzati alla somministrazione.
Dopo Milano la campagna approderà a Roma e Bologna, città che ospitano diversi Centri abilitati alla somministrazione di CAR-T. Gli eventi locali coinvolgono specialisti, pazienti, caregiver, volontari AIL e i media per fare il punto sullo stato dell’arte della terapia CAR-T, le criticità nelle singole Regioni, le novità, le prospettive e le domande dei pazienti. Le attività di informazione sono arricchite da un video-racconto orale, disponibile sulla landing page di campagna, nel quale Andrea Grignolio, Docente di Storia della Medicina e Bioetica dell’Università San Raffaele di Milano – CNR Ethics narra il percorso di scoperta che ha portato a questo approccio rivoluzionario nel trattamento dei tumori.