L’Italia è il Paese più vecchio d’Europa. Oggi gli over 65 sono il 23,5 per cento della popolazione e si prevede che una persona su tre lo sarà nel 2050. Questo cambiamento demografico potrebbe essere percepito come un freno ma, al contrario,gli over 65 “possono agire nella società come forza unificatrice”. Se n’è parlato nel Convegno “Intergenerazionalità, risorsa per le comunità” su iniziativa del Sen. Mario Occhiuto. La pandemia da Covid-19, che ha visto gli anziani come i soggetti più vulnerabili, ha allontanato le generazioni, a causa dell’isolamento necessario. Oggi, però, giovani e anziani in Italia, come emerge dall’indagine “Unifying Generations”, desiderano essere più vicini e “apprezzano reciprocamente il contributo che gli uni possono dare agli altri”.
37 per cento fa volontariato
Il 74 per cento degli over65 del nostro Paese aiuta economicamente figli e nipoti, il 37 per cento fa volontariato. Gli anziani sono un soggetto fondamentale nel welfare familiare e una componente attiva. L’85 per cento dei giovani giudica importante il sostegno fornito dagli anziani nella vita quotidiana.
L’83 per cento sia dei giovani sia degli anziani ritiene positiva una maggiore interazione fra gli uni e gli altri. I numeri smentiscono quindi lo stereotipo degli anziani come “peso” e di un conflitto intergenerazionale. Disegnano uno scenario in cui si impone la necessità di costruire la condizione per facilitare l’unione fra le generazioni. Significa creare un sistema sanitario che fronteggi l’invecchiamento della popolazione. Realizzare città che siano luoghi di incontro e di benessere, health city in cui si possa praticare movimento e attività fisica, che facilitino le relazioni e allo stesso tempo i sani stili di vita. E ancora, puntare sull’alfabetizzazione digitale per ridurre quel divario nell’uso delle tecnologie. L’incontro è realizzato in collaborazione con Intergruppo Parlamentare Qualità di Vita nelle Città, Fondazione Longevitas, Silver Economy Network, Edwards Lifesciences, Health City Institute, C14+.
Stile di vita over 65
“Gli anziani rappresentano una parte vitale della nostra popolazione e l’intergenerazionalità è una risorsa che la politica ha il dovere di incentivare. Occorre promuovere i sani stili di vita, perno delle politiche di prevenzione, e agire a partire dai contesti urbani, agevolando le persone a mantenere una vita attiva a tutte le età”, dichiara il Sen. Mario Occhiuto, Co-presidente Intergruppo Parlamentare Qualità della vita nelle città, Segretario VII Commissione del Senato. “Il nostro Intergruppo – continua – è già impegnato su questo fronte attraverso la firma, avvenuta nei mesi corsi, di un protocollo d’intesa sull’invecchiamento attivo con altre sette organizzazioni. Costituisce un’alleanza strategica per promuovere l’inclusione sociale, la vita attiva, la salute nelle città anche in una prospettiva “age-friendly” al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini in termini di sana longevità”.
“Il rapporto fra le diverse generazioni rappresenta una risorsa fondamentale del nostro Paese”, dichiara la Sen. Daniela Sbrollini, Co-presidente Intergruppo Parlamentare Qualità della vita nelle città, Vicepresidente della X Commissione del Senato. “Dall’incontro di oggi emerge uno scenario reale che è in netto contrasto con la narrazione predominante di un conflitto intergenerazionale. Al contrario, si delinea un quadro chiaro del contributo sociale ed economico fondamentale apportato dagli anziani, un contributo che è molto apprezzato dai giovani. La società spesso considera l’invecchiamento della popolazione come un problema, ma, invece, una popolazione anziana sana, attiva e impegnata può dare un contributo significativo a tutta la comunità”.
“Gli anziani rappresentano nel nostro Paese un supporto essenziale per le proprie famiglie, per la comunità locale e per la società in generale, sia dal punto di vista sociale sia economico”, dichiara l’On. Roberto Pella, Co-presidente Intergruppo Parlamentare Qualità della vita nelle città e Vicepresidente ANCI, Associazione nazionale comuni italiani, «Lungi dall’esserci un conflitto tra le generazioni, è comune convinzione che la tutela delle persone anziane si realizza attraverso sempre maggiori possibilità di interazioni e coesione intergenerazionali e che vi è la necessità di un continuum di servizi volti a favorire la dimensione della vita di relazione. Dobbiamo pensare alle nostre città come spazi che facilitino questo incontro, promuovendo e consolidando questo patto fra le generazioni, che rappresenta un pilastro per la crescita del nostro Paese. Gli imminenti decreti attuativi del Ddl Anziani siamo convinti andranno in questa direzione, dando finalmente corpo ai contenuti di una riforma che ha rappresentato una vera svolta in questo senso”.
“I dati del rapporto presentato oggi sono assolutamente incoraggianti”, dichiara Eleonora Selvi, Presidente Fondazione Longevitas. “L’ageismo è, purtroppo, un fenomeno innegabilmente presente nella nostra società, in sanità, dove assistiamo a discriminazioni nell’accesso all’assistenza sanitaria, nei luoghi di lavoro, nelle rappresentazioni dei media, nella pubblicità. Rafforzare i legami intergenerazionali rappresenta il miglior modo per contrastare questo fenomeno, e da questo punto di vista l’Italia, in ragione delle sue dinamiche demografiche, deve diventare un faro di civiltà e inclusione”.
“Il quadro che emerge dal rapporto presentato oggi offre elementi interessanti sul ruolo della popolazione anziana nella società e sul potenziale della solidarietà intergenerazionale, smentendo il luogo comune di un conflitto intergenerazionale e di una generazione più anziana che rappresenterebbe solo un peso per la società”, dichiara Ketty Vaccaro, Direttore Area Welfare e Salute Fondazione Censis, “Il contributo sociale ed economico apportato dagli anziani appare chiaro, come anche l’apprezzamento da parte della generazione più giovane rispetto a questo contributo e il desiderio che le relazioni intergenerazionali, già molto presenti nel nostro Paese, siano incentivate. L’invecchiamento della popolazione, che è un dato strutturale nel nostro contesto, va considerato ed affrontato in una chiave nuova, non solo sotto il profilo dell’equilibrio del welfare e delle innegabili necessità assistenziali ma anche come una conquista sociale ed una enorme potenzialità, che va supportata attraverso interventi che garantiscano una qualità di vita adeguata e facilitino la coesione intergenerazionale e tutti i benefici che ne derivano”.
“Vivendo più a lungo e in maniera più sana, è importante trasformare la percezione della generazione più anziana”, sottolinea Luigi Mazzei, Direttore Generale di Edwards Lifesciences Italia, “Il rapporto Unifying Generations, commissionato da Edwards Lifesciences, fa luce sul prezioso contributo sociale ed economico della popolazione anziana e dimostra l’importanza di proteggerne la salute e il benessere”.