Dsa, soli in un mare di incertezze
Molti sono i genitori che si trovano a dover fare i conti con un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA). Problemi quali la dislessia, la disgrafia o la discalculia possono comportare la non autosufficienza durante il percorso scolastico, perché compromettono la capacità di lettura, scrittura e calcolo. Sia chiaro, i DSA colpiscono spesso bambini e ragazzi che non hanno disabilità o difficoltà particolari, ma possono rendere molto difficile la loto vita, sia a scuola che nella vita di tutti i giorni. La legge prevede per questi bambini la possibilità di poter usare quelli che in gergo tecnico si chiamano “ strumenti compensativi”, vale a dire strumenti come il registratore, programmi di video-scrittura e con correttore ortografico o calcolatrice. Inoltre possono essere previste delle misure dispensative, per permettere loro di sostituire alcuni tipi di prove di valutazione con altre equivalenti ma più adatte.
Arrivare a una diagnosi
Spesso però i problemi più grandi arrivano proprio dalla scuola e dalla capacità di ottenere una diagnosi precoce dal servizio sanitario pubblico. Non sempre riuscire a diagnosticare un DSA è cosa semplice, così molti ragazzi vengono considerati a lungo solo come “studenti” svogliati”. Spesso si finisce per restare soli in un mare di incertezze. Prendendo ad esempio il caso della dislessia, se si ha il dubbio che un bambino abbia difficoltà di apprendimento è necessario richiedere una valutazione specialistica a un neuropsichiatra infantile o a uno psicologo. Per una valutazione del genere ci si può rivolgere alla propria Asl di appartenenza (Servizio di Neuropsichiatria Infantile o Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile o di Neuropsicologia), lo specialista potrà fare una diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) solo dopo un’attenta valutazione clinica. Per i genitori che si trovano a dover lottare con questi problemi in ogni regione e provincia sono nate negli anni decine di associazioni. A livello nazionale, per la dislessia, un punto di riferimento è senza dubbio l’Aid. Molto interessante anche il lavoro svolto negli anni dall’associazione partenopea Ipertesto, che è riuscita a creare eventi informativi e compagne informative di portata nazionale mettendo in rete genitori ed esperti di questi problemi.