Tempo di lettura: 5 minutiLe biotecnologie sono già una realtà nelle scienze della vita e aprono la strada a nuove diagnosi e cure prima inimmaginabili. Oggi la combinazione di Risonanza Magnetica e AI agevola la diagnosi precoce dei disturbi dello spettro autistico e dello sviluppo. La standardizzazione e automazione delle colture in vitro rende più sicuro ed efficiente lo sviluppo di nuovi farmaci, sostituendo i modelli animali con modelli umani. Le terapie cellulari diventano più sostenibili in termini di costi e di tempo, grazie al potenziamento con cellule staminali “pluripotenti” ingegnerizzate. Le nanofibre ibride aiutano a monitorare i flussi metabolici delle cellule all’interno del microambiente tumorale. In altre parole, le biotecnologie applicate a salute e medicina sono attuali e sono state protagoniste dell’iniziativa Early Bioneers.
L’iniziativa è realizzata con il contributo di Galapagos e con il sostegno dell’Ambasciata del Belgio in Italia. L’intento è favorire le idee dei giovani che vogliono sviluppare innovazione e ricerca nell’ambito del Life Science Biotech e delle tecnologie digitali applicate al settore. I premi a Elisa Ferrari, Lorenzo Coppadoro, Nicola Romanini e la menzione speciale per l’innovatività a Valentina Onesto sono stati assegnati nel corso dell’evento Living BioTech – Sharing Innovation, Caring People nella Residenza dell’Ambasciatore del Belgio a Roma.
“Le biotecnologie hanno aperto nuove opportunità per diagnosi e trattamento e rappresentano oggi lo strumento per raggiungere traguardi di salute fino a qualche anno fa inimmaginabili” ha affermato Alberto Avaltroni, Vice-President e General Manager di Galapagos in Italia. I poli di Ricerca e Sviluppo italiani stanno diventando sempre più importanti per l’economia del Paese e rappresentano un’opportunità per l’innovazione e la crescita del nostro sistema-paese. È necessario continuare a investire in ricerca e sviluppo per mantenere la competitività a livello globale e per garantire l’accesso ai trattamenti innovativi alle persone che ne hanno bisogno”, ha concluso.
Il progetto nasce per favorire il dialogo e il confronto su ricerca e innovazione nella salute, lo studio dei modelli di assistenza sanitaria, lo sviluppo e l’uso delle nuove tecnologie applicate alla salute. “Sono orgoglioso delle Menzioni d’onore e mi congratulo per l’altissima qualità del lavoro dei destinatari”, ha dichiarato Pierre-Emmanuel De Bauw, Ambasciatore del Belgio in Italia. “Mi complimento con i progetti vincitori del Premio Early Bioneers, che sono l’espressione del dinamismo del settore biotech in Italia. La condivisione del know-how scientifico e di best practices per l’innovazione fa parte del DNA del settore biotech belga”.
Menzioni d’onore
Sono state assegnate anche le Menzioni d’onore per le Scienze della Vita 2023. Andrea Biondi, Professore Ordinario di Pediatria, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Direttore del Centro di Ricerca “M. Tettamanti” e del Laboratorio di Terapia Cellulare e Genetica “Stefano Verri” l’ha ricevuta per l’impegno nel perseguire orizzonti ancora inesplorati nella cura dei pazienti con tumori pediatrici grazie ad un modello di ricerca innovativo nelle terapie geniche. Concetta Quintarelli, Professore di Ematologia, Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, Università degli Studi di Napoli Federico II, Direttore dell’Unità di Ricerca Terapia Genica dei Tumori all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e Rappresentante Italiano presso la commissione EMA di Terapie Avanzate (CAT), l’ha ricevuta per la passione e la devozione alla propria missione di Ricerca, che l’ha spinta a studiare con successo le terapie geniche, in particolare nel campo pionieristico dei tumori solidi. Giovanni Tria, Presidente Fondazione ENEA Tech e Biomedical, l’ha ricevuta per la visione strategica dello sviluppo di Ricerca e Innovazione nell’industria italiana della salute attraverso la valorizzazione delle partnership pubblico-private.
Alla “Innovazione in sanità digitale” sono dedicati i riconoscimenti assegnati da AGENAS ai migliori progetti di digital health sviluppati e portati avanti sul territorio. Sono stati consegnati dal Direttore Generale Domenico Mantoan: a otto tra le migliori realtà, tra ASL e Ospedali, che si sono distinte per progetti votati all’innovazione digitale, al miglioramento dell’assistenza socio-sanitaria e alla promozione della salute della donna.
CAR-T per curare mali incurabili
“Il ruolo dell’accademia e dell’innovazione è quello di porsi nella prospettiva di introdurre soluzioni nuove, coprire “unmet clinical needs” soprattutto perché la ricerca è continua e la complessità nella produzione, con i relativi costi (non sostenibili), rischiano di rallentare lo sviluppo di una straordinaria opportunità per pazienti con malattie oncologiche refrattarie e resistenti. Le CAR-T rappresentano la speranza di potere avere cellule del sistema immunitario, di questo complesso sistema che è essenziale per la vita, che, una volta manipolate ed in qualche modo educate a svolgere una funzione più specifica, possano costituire una risorsa straordinaria in medicina”.
Così ha auspicato Andrea Biondi, Professore Ordinario di Pediatria, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Direttore del Centro di Ricerca “M. Tettamanti” e del Laboratorio di Terapia Cellulare e Genetica “Stefano Verri”
“Uno studio relativo all’utilizzo delle cellule CAR-T nel contesto dei neuroblastomi è partito nel 2018. Abbiamo arruolato 32 pazienti affetti da neuroblastoma ad alto rischio, ovvero tutti i pazienti che già all’esordio avevano una malattia metastatica in molteplici sedi dell’organismo, e, utilizzando questo prodotto che era stato sviluppato nei nostri laboratori e ottimizzato proprio nel contesto dei tumori solidi, abbiamo osservato delle risposte che in realtà il mondo scientifico non si aspettava, rivelando un profilo di efficacia molto elevato. Questo è il motivo per cui anche la relativa pubblicazione ha avuto una risonanza importante per tutti coloro che nel corso degli anni avevano cercato di sviluppare una soluzione analoga nel contesto del neuroblastoma”. Così ha raccontato Concetta Quintarelli, Professore di Ematologia, Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, Università degli Studi di Napoli Federico II; Direttore dell’Unità di Ricerca Terapia Genica dei Tumori, presso Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Roma; Rappresentante Italiano presso la commissione EMA di Terapie Avanzate (CAT)
I premi
QuantaBrain
“Esistono molti disturbi che si valutano esclusivamente in base a sintomi comportamentali, ma questo comporta talvolta diagnosi errate, altre volte ritardate o che comunque possono variare nel tempo. Intendiamo raggiungere questo tipo di obiettivo, vale a dire oggettivizzare una scienza che al momento presenta delle aree di valutazione soggettiva, per fare della psichiatria una scienza uguale a tutte le altre branche della medicina. Aspiro alla creazione di uno strumento di screening per tutti i disturbi del neurosviluppo: con unico tool è possibile effettuare lo screening e già avere tutte le informazioni sul neonato che ha pochi mesi di vita”. Così Elisa Ferrari, CEO di QuantaBrain S.r.l.
iPSC – derived Cancer Immunotherapy
“Il progetto nasce dalla necessità di trovare una piattaforma che non fosse deputata ad isolare cellule da sangue periferico, ma che rappresentasse un sistema più standardizzato per portare il processo produttivo a livelli industriali, riducendo al contempo i costi. In tal modo diviene possibile raggiungere un numero maggiore di pazienti e, grazie alla possibilità di manipolare queste cellule attraverso l’ingegneria genetica, potranno realizzarsi trattamenti più efficaci. La piattaforma produttiva che stiamo sviluppando mira a ottenere cellule Natural Killer (NK) partendo da cellule staminali pluripotenti indotte, le quali implicano minori problemi di tossicità rispetto alle classiche CAR-T. Minore tossicità implica minore probabilità di rigetto, così come minori CRS, ossia le sindromi di rilascio di citochine, quindi una terapia più sicura”. Così Nicola Romanini, Immunotherapy Researcher all’IRCCS Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori (IRST) “Dino Amadori”
TTOP – True Tissue On Platform
“Nel contesto dello sviluppo dei farmaci e della ricerca clinica, l’adozione di modelli più predittivi ed affidabili rappresenta un chiaro vantaggio. Questi modelli avanzati consentono di ottenere farmaci più efficienti, riducendo significativamente i costi di produzione e limitando l’uso di modelli animali. Tale riduzione dei costi si traduce in un beneficio tangibile sia per il Sistema sanitario che per il paziente, riflettendosi in un costo finale potenzialmente inferiore per il farmaco stesso. Un ulteriore vantaggio intrinseco a questa tecnologia emerge nella prospettiva di utilizzare questo approccio nella creazione di modelli paziente-specifici, fornendo la possibilità di ricreare condizioni di interesse direttamente correlate al paziente e aprendo la strada alla progettazione di terapie ad hoc per ciascun individuo ospedalizzato”. Così
Lorenzo Coppadoro, Presidente del Consiglio di Amministrazione di TTOP True Tissue On Platform
Menzione speciale per l’innovatività
Oxygen-sensing hybrid nanofibers for probing single-cell metabolic fluxes in the tumor microenvironment
“L’impiego della tecnologia a cui stiamo attualmente lavorando può esercitare un impatto considerevole nello studio e nel trattamento dei tumori. Abbiamo ideato una nuova piattaforma ibrida costituita da membrane nanofibrose contenenti sensori ottici per replicare l’ecosistema alla base dello sviluppo di tumori solidi, spesso molto aggressivi e particolarmente resistenti ai trattamenti farmacologici. Questo ci consente di ottenere misure del metabolismo dei diversi tipi cellulari in co-colture. Il monitoraggio di questi parametri serve a capire i meccanismi alla base della formazione di un tumore ma anche l’identificazione di nuovi trattamenti farmacologici che potrebbero rappresentare una svolta nel loro trattamento”. Così Valentina Onesto, Senior Postdoctoral Researcher, CNR Nanotec
Prevenzione maschile, specialista indica le linee guida per ogni età
Anziani, News Presa, Prevenzione, Stili di vitaLa prevenzione della salute maschile è essenziale a qualsiasi età. Nelle diverse fasi della vita, infatti, subentrano fattori di rischio collegati a diverse patologie. Eppure, questo aspetto viene spesso trascurato. Per fare chiarezza sul tema è intervenuto il dott. Ivano Vavassori, Professore all’Università di Brescia, Direttore del Dipartimento Chirurgico e del Reparto di Urologia dell’ASST Bergamo Ovest; attivo a Roma presso Clinica Villa Margherita.
Prevenzione maschile
Lo specialista ricorda le linee guida per la prevenzione della salute maschile. “Nei giovani, tra i 18 e i 30 anni, la prevenzione è essenziale per tutelarsi dal cancro ai testicoli e preservare la fertilità. Mentre, nella popolazione maschile adulta, o particolarmente esposta, la prevenzione è indispensabile per preservare il benessere della prostata, in termini di tumore e ipertrofia.”
“Per quanto riguarda la prevenzione in giovane età, bisogna partire da un dato antropologico. In passato, la leva obbligatoria costituiva uno screening di massa, per cui tutti gli uomini tra i 18 e 20 anni venivano sottoposti a visita medica generale. Ciò permetteva di agire tempestivamente in caso di anomalie ai testicoli, come varicocele o tumore, patologia tipica negli uomini tra i 20 e i 30 anni d’età. Oggi, i giovani sono abbandonati a loro stessi, per questo, iniziative come Movember, sono fondamentali per diffondere l’importanza della prevenzione. Va svolta in primis attraverso una corretta informazione, imparando a conoscere il proprio apparato riproduttivo; poi, attraverso l’autopalpazione, pratica da esercitare regolarmente per scoprire sul nascere la formazione di eventuali noduli o anomalie, possibili sintomi di un tumore o altre patologie; infine, attraverso una visita specialistica. Purtroppo, la mancanza di tale consapevolezza fa sì che i ragazzi colpiti da tumore, per vergogna o incoscienza, spesso arrivino dal medico in stadi già avanzati della patologia, quando intervenire è più difficile.”
Fertilità, corretta informazione primo passo
“Per quanto riguarda la fertilità, la corretta informazione è sempre il primo strumento di prevenzione. Sapere quanto incide lo stile di vita sulla fertilità è il primo passo per tutelarla. Mentre, una visita specialistica, mette a riparo i giovani dai rischi derivanti da infezioni a trasmissione sessuale che, anche se silenti, ovvero senza sintomi, possono causare infertilità. A proposito di abitudini è opportuno ricordare che fumo, alcol e sostanze stupefacenti possono compromettere lo stato degli spermatozoi, in termini di quantità e qualità. In generale, lo stile di vita è talmente peggiorato negli ultimi trent’anni, anche per fattori riconducibili allo stress e all’inquinamento, che oggi si registra un decadimento dei parametri relativi alla fertilità maschile. Ovvero, la capacità fecondativa degli spermatozoi è nettamente calata. In media, il liquido seminale presenta un minor numero di spermatozoi, di qualità inferiore per morfologia e motilità. Ad aggravare ulteriormente la situazione e, contribuire al crollo delle nascite, concorre anche un altro fattore sociale: la procrastinazione della paternità. Oggi si tende a cercare il primo figlio in età avanzata, senza considerare che, con il passare degli anni, calano le performance (quantità e qualità degli spermatozoi).”
Prevenzione dopo i 40 anni
“Negli uomini adulti, dai 40 anni in su, la prevenzione riguarda la prostata, sia per il cancro che, se preso in tempo, nella maggior parte dei casi è curabile; sia per l’ipertrofia. In entrambi i casi è imprescindibile una visita urologica da associare a specifiche analisi del sangue e da ripetere con una cadenza che varia in base alle singole specificità, in primis la familiarità. A proposito, uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha evidenziato come lo screening del PSA, prostate specific antigen, se indirizzato, ovvero consigliato a soggetti selezionati, sia un parametro fondamentale per una diagnosi precoce del tumore alla prostata”.
Ipertrofia prostatica benigna
“Per quanto riguarda l’ipertrofia prostatica, le linee guida suggeriscono all’unanimità il Trattamento con laser ad olmio. L’ipertrofia prostatica benigna rappresenta un problema estremamente diffuso che colpisce la popolazione maschile a partire dai 45 anni. Tale organo si può ingrossare a causa di diversi fattori tra cui: familiarità, alterazioni ormonali e stile di vita. La prostata è una ghiandola lipidica che risente del tasso di colesterolo nell’organismo, all’accrescere del quale aumentano le probabilità di ingrossamento che, nelle fasi terminali, può ostruire completamente il canale dell’urina. Negli ultimi anni, l’intervento per ipertrofia prostatica ha visto il laser protagonista. Infatti, le tecniche tradizionali, ovvero l’operazione a cielo aperto e in laparoscopia, causano un copioso sanguinamento. Infatti, presentano forti limitazioni: sono impraticabili su pazienti a rischio emorragico e con eccessivo ingrossamento della prostata. Al contrario, il laser, comportando la contestuale rimozione dell’ingrossamento e cicatrizzazione della ferita, evita l’emorragia e non pone alcuna limitazione di intervento. Le prime operazioni di questo tipo, a cui ho assistito personalmente, sono state eseguite negli Stati Uniti nel 1998; l’anno dopo ho portato per primo la tecnica di “enucleazione della prostata con laser ad olmio” in Italia e per secondo in Europa. Grazie a questa modalità di intervento, consigliata dalle linee guide EAU, European association of Urology e della AUA, American Urological Association, oggi possono essere trattati pazienti che precedentemente erano costretti a convivere tutta la vita con il catetere. Si tratta di pazienti fragili, obesi, con prostata superiore ai 100 grammi e con rischio di non coagulazione. Eppure, sebbene sia fortemente raccomandato, l’intervento con laser all’olmio non è ancora largamente praticato, dal momento che implica un lungo iter di apprendimento che molti medici, esperti nell’intervento in laparoscopia, non intendono affrontare. Tuttavia, oggi, di fronte a una platea di pazienti sempre più preparati e ad un aumento del tasso di obesità e, quindi, di prostate superiori ai 100 grammi, l’intervento con laser ad olmio rappresenta una metodologia davvero imprescindibile per la risoluzione definitiva dell’ipertrofia prostatica e, finalmente, si sta progressivamente diffondendo”.
Hospice, a Napoli una nuova struttura per le cure palliative
News PresaUn nuovo spazio concepito e realizzato per alleviare la sofferenza. L’ex presidio ospedaliero “San Gennaro”, nel cuore del quartiere Sanità di Napoli, rinasce a partire da una nuovissima struttura pronta ad offrire risposte a pazienti affetti da malattie croniche evolutive e incurabili. Nell’ambito dei LEA distrettuali, l’Hospice San Gennaro prevede un complesso integrato di prestazioni sanitarie professionali di tipo medico, infermieristico, riabilitativo e psicologico. Ma anche sociali, di tutela e alberghiere, nonché di sostegno spirituale a favore di persone affette da malattie per le quali non esistono terapie o, se esistono, sono inadeguate o inefficaci ai fini della stabilizzazione della malattia o del prolungamento significativo della vita. La nuova struttura è stata realizzata al 4° piano dell’ala Est dello storico presidio sanitario su una superficie di 1.500 metri quadrati, suddivisi in 3 differenti aree: un’area destinata alla residenzialità (di circa 725 metri quadrati), un’area destinata alla valutazione delle terapie (circa 115 metri quadrati), un’area generale di supporto (di 200 metri quadrati circa e 460 metri quadrati circa di spazi di collegamento funzionale).
Il concept
A curare il progetto è stata l’Unità Operativa “Pianificazione, Programmazione e Sviluppo Interventi sul Patrimonio Immobiliare” dell’ASL Napoli 1 Centro che si è avvalsa degli architetti e ingegneri (dipendenti a tempo indeterminato dell’ASL Napoli 1 Centro – ufficio speciale PNRR) – che ne hanno anche diretto i lavori ed il collaudo – coordinati dall’architetto Antonio Bruno. Per cercare di alleviare le sofferenze degli ospiti, gli spazi sono stati meticolosamente concepiti in relazione ai loro bisogni, all’esigenza di privacy e di socializzazione, alle dinamiche sociali, ai fattori psicologici e ai bisogni assistenziali e spirituali. «L’obiettivo è stato quello di realizzare una struttura capace di interpretare le esigenze ed essere in sintonia con le emozioni e le difficoltà di pazienti, accompagnatori ma anche degli operatori», spiega l’arch. Antonio Bruno dell’ASL Napoli 1 Centro. «Volevamo dar vita ad un ambiente che potesse alleviare le sofferenze e trasmettere serenità, per questo sono state scelte finiture, colori e arredi in grado di trasmettere quanto più possibile il “senso della casa” e quindi un ambiente accogliente, familiare».
Gli ambienti
Anche per questo, l’Hospice San Gennaro assicura assistenza e cura in via continuativa, sulle ventiquattro ore, sette giorni su sette, mediante un’équipe multidisciplinare e multiprofessionale. Tutte le camere di degenza sono singole e dotate di letto a tre sezioni con materasso antidecubito e prevedono spazi adeguati alla permanenza notturna di un accompagnatore. Le camere hanno un tavolo per la colazione, il pranzo e la cena, un divano letto e bagno dedicato e adatto all’uso da parte degli utenti con disabilità motorie. L’arredo e i dettagli sono pensati per rendere ciascuna stanza accogliente e confortevole. Un ambiente nel quale la dimensione intima di casa incontra quella collettiva volta a suscitare emozioni positive. Inoltre, sono stati concepiti spazi dedicati all’incontro e alla socializzazione (soggiorno polivalente, sala relax multimediale, sala colloqui, finanche i corridoi) sia tra utenti che tra utenti e accompagnatori.
Una vittoria per tutti
Per Vincenzo Montrone, Presidente Associazione Il NoDo “L’apertura dell’Hospice al San Gennaro è una vittoria per tutti. Un risultato che riempie di gioia e soddisfazione, dopo infinite battaglie fatte in ogni sede. Anni fa, avemmo la promessa che si sarebbe aperto un hospice al San Gennaro, sono trascorsi 5 lunghi anni ma grazie anche al direttore Ciro Verdoliva, oggi sono state mantenute le promesse fatte. L’Associazione il NoDo prosegue nel sensibilizzare gli organi Regionali affinché altre strutture hospice si possano aprire colmando una carenza che ad oggi mette la Campania come penultima regione in Italia”.
Fake news, ecco come evitarle
News PresaLe fake news sono un pericolo e il 27 novembre ricorre la giornata mondiale della consapevolezza sulla disinformazione, un tema cruciale in tutti gli ambiti, ma ancor più se si parla di salute. “Oggi la disinformazione è una minaccia globale sia per la democrazia che per la salute pubblica”, dice il paladino del movimento contro la disinformazione e iniziatore del #DisinfoDay, Dietmar Pichler (Twitter @dietmarpichler1). Dietmar, il fondatore del progetto Center for Digital Media Literacy (zentrumsocialmedia.com) e consigliere politico di Unlimited Democracy (unlimiteddemocracy.com), vede l’alfabetizzazione mediatica come l’unico “vaccino” contro la disinformazione.
Sguardo critico
Ma come fare ad orientarsi nel vasto oceano delle informazioni online? Il tema della salute è spesso distorto da notizie false che minano la nostra capacità di prendere decisioni consapevoli e, quindi, è cruciale sviluppare uno sguardo critico per districarsi tra le verità scientifiche e le voci infondate che circolano nel mondo digitale.
Le fonti
Le fake news sono state, e sono, un grosso problema, spesso incentrate su virus e vaccini. Altro tema che spesso cade vittima della disinformazione è l’alimentazione, ambito sul quale vengono spesso diffuse informazioni fuorvianti su diete “miracolose” o alimenti a rischio. Anche le terapie alternative sono un terreno fertile per notizie false. In un mondo saturato di informazioni, è essenziale sviluppare una mentalità critica per proteggere la nostra salute. Almeno tre, a ben vedere, le regole da rispettare per salvarsi dalle fake news.
Stereotipi di genere, come è vista la violenza. I dati Istat
News Presa, PrevenzioneLa società ha fatto grandi passi avanti in termini di civiltà e conquista dei diritti negli ultimi decenni. Eppure a livello culturale ancora permangono stereotipi legati al genere. A livello sociale dai primi dati emerge un’immagine della violenza ad alcuni livelli non riconosciuta come tale per una parte significativa di popolazione. Si tratta soprattutto di anziani e con un livello di istruzione più basso. Lo mette in luce il rapporto provvisorio realizzato dall’Istat sull’immagine della violenza. Dai dati provvisori maggio-luglio 2023 emerge una minore tolleranza della violenza fisica nella coppia. Il 10,2 per cento degli intervistati, soprattutto giovani, dichiara però di accettare ancora il controllo dell’uomo sulla comunicazione (cellulare e social) della propria moglie/compagna.
48,7% degli intervistati ha ancora almeno uno stereotipo sulla violenza sessuale
Con riferimento al periodo compreso tra il 2018 e il 2023 si riducono gli stereotipi sui ruoli di genere, ma si allarga la distanza tra le opinioni degli uomini e delle donne. Sono soprattutto le donne ad avere meno stereotipi. Il 48,7 per cento degli intervistati ha ancora almeno uno stereotipo sulla violenza sessuale. Il 39,3 per cento degli uomini pensa che una donna possa sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole e quasi il 20 per cento pensa che la violenza sia provocata dal modo di vestire delle donne.
Anziani e meno istruiti hanno più stereotipi
Le persone più anziane e meno istruite hanno opinioni più stereotipate, ma anche questo dato è in diminuzione rispetto al 2018. Parlare della violenza (31,4%) e condurre iniziative a favore delle donne vittime (15,8%) aiuta a far crescere la consapevolezza della gravità del fenomeno. In cima alla graduatoria sono la sincerità, l’affidabilità, la capacità di essere comprensivi e l’intelligenza le qualità ritenute più importanti. Non emergono differenze significative tra uomini e donne.
Covid, Michele Placido sul set per sensibilizzare sulla prevenzione
Associazioni pazienti, PrevenzioneIl virus ha cambiato volto, si è indebolito ma è ancora un pericolo per i pazienti fragili e con comorbidità. “Il covid sta circolando anche se non se ne parla più”, sottolinea Alessandro Rossi, neo presidente Simg – Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie, proclamato durante il congresso nazionale della società scientifica, appena concluso a Firenze.
“Abbiamo 192 decessi legati al virus nell’arco di una settimana. Quindi – prosegue – siamo ancora in una fase della pandemia che colpisce i soggetti più fragili. Il virus è diventato meno aggressivo rispetto al passato, ma i soggetti non protetti da vaccinazione e più vulnerabili possono ancora avere esiti gravi, ospedalizzazioni e morte. Si sta vaccinando molto meno, oggi tra gli ultra 60enni siamo solo al 2,5 per cento, sono coperte dal vaccino solo 365 mila persone. I richiami sono diminuiti in tutte le fasce d’età, forse il dato è legato a una minore percezione della gravità della malattia o a un minore impegno istituzionale rispetto a questa problematica”.
“Come Simg siamo in prima linea per la co-somministrazione perché può fare da driver. Dobbiamo cercare di mettere in atto tutti gli strumenti a disposizione, a cominciare dalla co- somministrazione del vaccino antinfluenzale che può fare da facilitatore per cercare di ritornare un po’ in alto con i tassi di copertura del covid-19. Da luglio a ottobre ci sono stati duemila morti per covid – prosegue – si tratta di persone fragili, ma il covid è stato la causa”.
Michele Placido per sensibilizzare sulla vaccinazione contro il covid
Per sensibilizzare sull’importanza del vaccino va in scena Michele Placido, autore e protagonista di uno spot televisivo. “Il Covid ha cambiato maschera ma è rimasto in scena. Grazie alla scienza con il virus ci conviviamo. Proteggiamo quello che abbiamo riconquistato, anche con la prevenzione”. Il celebre regista e attore, protagonista di opere cult come Mery per sempre e Un eroe borghese, dagli spazi di un set cinematografico, risponde così alla ‘provocazione’ del suo alter ego virtuale: “Ancora a parlare di Covid!”, rivolgendosi direttamente alla macchina da presa e alle persone che lo guardano da casa. Lo spot TV va in onda sulle reti Mediaset, Rai e La7 nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “Affrontiamo insieme la Nuova Normalità”, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di non abbassare la guardia sul Covid. Sul sito web sono disponibili le informazioni scientifiche, sanitarie e sociali sulla convivenza con il virus.
La campagna di sensibilizzazione è realizzata con il patrocinio di AIPO – Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri; FederANISAP; Federfarma; FIMMG – Federazione Italiana Medici di Famiglia; FOFI – Federazione Ordini Farmacisti Italiani; SIGG – Società Italiana di Gerontologia e Geriatria; SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie; SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali; SITA – Società Italiana di Terapia Antinfettiva; SItI – Società Italiana di Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica; AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma; AMICI Italia; Amici Obesi; ANMAR – Associazione Nazionale Malati Reumatici; APMARR – Associazione nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare; Associazione Pazienti BPCO e altre patologie respiratorie; Cittadinanzattiva; Europa Donna Italia; Europa Uomo; FAND – Associazione Italiana Diabetici; FederCentri APS ETS; NADIR ETS
Violenza sulle donne ha più facce, Giornata per eliminarla
Benessere, Eventi d'interesse, Medicina Sociale, News Presa, Prevenzione, PsicologiaDall’inizio dell’anno in Italia sono state uccise 87 donne nell’ambito familiare e relazionale. La prima è stata Giulia Donato, dopo di lei tante altre, con nomi diversi o con lo stesso come, come riporta la cronaca più recente. La violenza non risparmia nessuna regione, estrazione sociale o età. La più giovane aveva 13 anni e la più anziana ne aveva 95. Oltre la metà sono state uccise da compagni, mariti oppure ex che non accettavano la fine della relazione. Nel nostro Paese tra gli omicidi all’interno delle coppie negli ultimi vent’anni, 88 volte su 100 è stato lui ad uccidere lei. E solo dodici volte su cento succede il contrario.
Nel 2022 in Italia sono stati 14.448 gli accessi di donne in pronto soccorso con indicazione di violenza, con un aumento del 13% rispetto al 2021. In alcuni casi la violenza si consuma silenziosamente tra le mura ed emerge solo quando sfocia in omicidio. Ci sono tante forme di violenza e spesso sono le stesse donne a non riconoscerla. Le leggi ci sono e l’ultimo DDL appena approvato ha un focus sulla prevenzione, ma cambiare la cultura, anche delle donne, è molto più complicato. In Italia il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subìto, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale, come ha ricordato il ministro Schillaci.
Oggi, 25 novembre, si celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Le vittime di violenza economica (di cui la disoccupazione è un fattore di rischio), psicologica, fisica o digitale, non sempre però ne sono consapevoli. Spesso anche una gelosia morbosa o l’esercitare un controllo viene confuso con qualcosa di normale nella relazione.
Fondazione Onda lancia la campagna #violenzaalplurale
Fondazione Onda, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra oggi, 25 novembre, lancia la campagna di sensibilizzazione “#violenzaalplurale”. L’iniziativa intende far luce su tutti i tipi di violenza femminile e dare supporto alle donne che vivono situazioni di disagio.
«L’obiettivo della campagna è sensibilizzare il pubblico sull’esistenza di diversi tipi di violenza, oltre a quella fisica e sessuale. Esistono, infatti, violenze verbali, psicologiche e persino economiche, che possono culminare o meno in episodi di stalking e di violenza fisica. È importante sottolineare come il controllo che può essere esercitato su una donna non scaturisce solamente dalla forza fisica, ma anche dalla volontà di controllare e limitare la sua libertà personale in tutti i sensi, con lo scopo di isolarla e lederne la dignità. A tutto ciò, si aggiunge anche una tematica nuova, quella della “violenza della malattia”. Quando una patologia irrompe nella vita di una persona, può avere – oltre alle conseguenze psico-fisiche – un impatto drammatico sulla qualità di vita, stravolgendo la quotidianità e le relazioni, minando il senso della propria identità». Lo afferma Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda.
La campagna #violenzaalplurale comprende una campagna digital di awareness e la realizzazione di tre murales, in collaborazione con Stradedarts, a Milano con l’artista SteReal, a Roma con l’artista Napal e a Caserta con l’artista Yele. I murales rappresentano i diversi tipi di violenza. La campagna social, inoltre, è stata insignita della Medaglia del Presidente della Repubblica.
(H) Open Week sulla violenza contro le donne negli oltre 200 ospedali Bollino Rosa
Dal 22 al 28 novembre ci sarà la terza edizione dell’(H) Open Week sulla violenza contro le donne negli oltre 200 ospedali con il Bollino Rosa che hanno al loro interno percorsi dedicati e i centri antiviolenza aderenti all’iniziativa. L’obiettivo è quello di incoraggiare le donne vittime di violenza a rompere il silenzio e avvicinarle alla rete di servizi antiviolenza. Si tratta di percorsi di accoglienza protetta e progetti di continuità assistenziale e di sostegno, che danno strumenti concreti e indirizzi a cui rivolgersi per chiedere aiuto. Le strutture aderenti offriranno gratuitamente alla popolazione femminile consulenze, visite, colloqui, info point, e distribuzione di materiale informativo. Tutti i servizi offerti con indicazioni su date, orari e modalità di prenotazione sono consultabili sul sito. È possibile selezionare la regione e la provincia di interesse per visualizzare l’elenco degli ospedali aderenti.
«Purtroppo, vi sono ormai affermazioni standard, che, troppo spesso, non vengono riconosciute quali insulti, e questa violenza verbale, rivolta contro troppi atti e azioni del tutto innocenti delle donne, non viene condannata. Perché? Forse in quanto le donne sono considerate inferiori? Sono senz’altro considerate tali o, meglio, alla stregua di prede, nelle troppe guerre, benché non solo, a cui stiamo assistendo: vengono violentate dai nemici del loro popolo. Non posseggono “armi” con cui difendersi, se non quelle di azzerare i loro cinque sensi, a partire dalla vista, nel tentativo di zittire il loro, proprio corpo, al fine di non cadere nel baratro. È anche perché troppi uomini nel mondo ritengono che debbano possedere le donne. Da ciò le donne non possono, né riescono a trovare una via di fuga. Coloro che vi provano vengono spesso massacrate. Troppi uomini nel mondo confondono le donne, che sono persone, e di cui non si può, né si deve fare ciò che si vuole, con oggetti, con giocattoli». Così commenta Nicla Vassallo, Professore Ordinario di Filosofia Teoretica, Ricercatore associato Cnr, Alumna King’s College London.
L’iniziativa è realizzata con il patrocinio di Ministero dell’Interno, Consiglio Nazionale delle Ricerche, DonnexStrada, Fondazione Libellula e Rifiorire Insieme, e grazie al contributo non condizionante di Aurobindo Pharma Italia, Crédit Agricole Italia, Korian, Prodeco Pharma e TIM.
Premiate biotecnologie che rivoluzionano diagnosi e cure
News Presa, Ricerca innovazioneLe biotecnologie sono già una realtà nelle scienze della vita e aprono la strada a nuove diagnosi e cure prima inimmaginabili. Oggi la combinazione di Risonanza Magnetica e AI agevola la diagnosi precoce dei disturbi dello spettro autistico e dello sviluppo. La standardizzazione e automazione delle colture in vitro rende più sicuro ed efficiente lo sviluppo di nuovi farmaci, sostituendo i modelli animali con modelli umani. Le terapie cellulari diventano più sostenibili in termini di costi e di tempo, grazie al potenziamento con cellule staminali “pluripotenti” ingegnerizzate. Le nanofibre ibride aiutano a monitorare i flussi metabolici delle cellule all’interno del microambiente tumorale. In altre parole, le biotecnologie applicate a salute e medicina sono attuali e sono state protagoniste dell’iniziativa Early Bioneers.
L’iniziativa è realizzata con il contributo di Galapagos e con il sostegno dell’Ambasciata del Belgio in Italia. L’intento è favorire le idee dei giovani che vogliono sviluppare innovazione e ricerca nell’ambito del Life Science Biotech e delle tecnologie digitali applicate al settore. I premi a Elisa Ferrari, Lorenzo Coppadoro, Nicola Romanini e la menzione speciale per l’innovatività a Valentina Onesto sono stati assegnati nel corso dell’evento Living BioTech – Sharing Innovation, Caring People nella Residenza dell’Ambasciatore del Belgio a Roma.
“Le biotecnologie hanno aperto nuove opportunità per diagnosi e trattamento e rappresentano oggi lo strumento per raggiungere traguardi di salute fino a qualche anno fa inimmaginabili” ha affermato Alberto Avaltroni, Vice-President e General Manager di Galapagos in Italia. I poli di Ricerca e Sviluppo italiani stanno diventando sempre più importanti per l’economia del Paese e rappresentano un’opportunità per l’innovazione e la crescita del nostro sistema-paese. È necessario continuare a investire in ricerca e sviluppo per mantenere la competitività a livello globale e per garantire l’accesso ai trattamenti innovativi alle persone che ne hanno bisogno”, ha concluso.
Il progetto nasce per favorire il dialogo e il confronto su ricerca e innovazione nella salute, lo studio dei modelli di assistenza sanitaria, lo sviluppo e l’uso delle nuove tecnologie applicate alla salute. “Sono orgoglioso delle Menzioni d’onore e mi congratulo per l’altissima qualità del lavoro dei destinatari”, ha dichiarato Pierre-Emmanuel De Bauw, Ambasciatore del Belgio in Italia. “Mi complimento con i progetti vincitori del Premio Early Bioneers, che sono l’espressione del dinamismo del settore biotech in Italia. La condivisione del know-how scientifico e di best practices per l’innovazione fa parte del DNA del settore biotech belga”.
Menzioni d’onore
Sono state assegnate anche le Menzioni d’onore per le Scienze della Vita 2023. Andrea Biondi, Professore Ordinario di Pediatria, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Direttore del Centro di Ricerca “M. Tettamanti” e del Laboratorio di Terapia Cellulare e Genetica “Stefano Verri” l’ha ricevuta per l’impegno nel perseguire orizzonti ancora inesplorati nella cura dei pazienti con tumori pediatrici grazie ad un modello di ricerca innovativo nelle terapie geniche. Concetta Quintarelli, Professore di Ematologia, Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, Università degli Studi di Napoli Federico II, Direttore dell’Unità di Ricerca Terapia Genica dei Tumori all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e Rappresentante Italiano presso la commissione EMA di Terapie Avanzate (CAT), l’ha ricevuta per la passione e la devozione alla propria missione di Ricerca, che l’ha spinta a studiare con successo le terapie geniche, in particolare nel campo pionieristico dei tumori solidi. Giovanni Tria, Presidente Fondazione ENEA Tech e Biomedical, l’ha ricevuta per la visione strategica dello sviluppo di Ricerca e Innovazione nell’industria italiana della salute attraverso la valorizzazione delle partnership pubblico-private.
Alla “Innovazione in sanità digitale” sono dedicati i riconoscimenti assegnati da AGENAS ai migliori progetti di digital health sviluppati e portati avanti sul territorio. Sono stati consegnati dal Direttore Generale Domenico Mantoan: a otto tra le migliori realtà, tra ASL e Ospedali, che si sono distinte per progetti votati all’innovazione digitale, al miglioramento dell’assistenza socio-sanitaria e alla promozione della salute della donna.
CAR-T per curare mali incurabili
“Il ruolo dell’accademia e dell’innovazione è quello di porsi nella prospettiva di introdurre soluzioni nuove, coprire “unmet clinical needs” soprattutto perché la ricerca è continua e la complessità nella produzione, con i relativi costi (non sostenibili), rischiano di rallentare lo sviluppo di una straordinaria opportunità per pazienti con malattie oncologiche refrattarie e resistenti. Le CAR-T rappresentano la speranza di potere avere cellule del sistema immunitario, di questo complesso sistema che è essenziale per la vita, che, una volta manipolate ed in qualche modo educate a svolgere una funzione più specifica, possano costituire una risorsa straordinaria in medicina”.
Così ha auspicato Andrea Biondi, Professore Ordinario di Pediatria, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Milano-Bicocca, Direttore del Centro di Ricerca “M. Tettamanti” e del Laboratorio di Terapia Cellulare e Genetica “Stefano Verri”
“Uno studio relativo all’utilizzo delle cellule CAR-T nel contesto dei neuroblastomi è partito nel 2018. Abbiamo arruolato 32 pazienti affetti da neuroblastoma ad alto rischio, ovvero tutti i pazienti che già all’esordio avevano una malattia metastatica in molteplici sedi dell’organismo, e, utilizzando questo prodotto che era stato sviluppato nei nostri laboratori e ottimizzato proprio nel contesto dei tumori solidi, abbiamo osservato delle risposte che in realtà il mondo scientifico non si aspettava, rivelando un profilo di efficacia molto elevato. Questo è il motivo per cui anche la relativa pubblicazione ha avuto una risonanza importante per tutti coloro che nel corso degli anni avevano cercato di sviluppare una soluzione analoga nel contesto del neuroblastoma”. Così ha raccontato Concetta Quintarelli, Professore di Ematologia, Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, Università degli Studi di Napoli Federico II; Direttore dell’Unità di Ricerca Terapia Genica dei Tumori, presso Ospedale Pediatrico Bambino Gesù Roma; Rappresentante Italiano presso la commissione EMA di Terapie Avanzate (CAT)
I premi
QuantaBrain
“Esistono molti disturbi che si valutano esclusivamente in base a sintomi comportamentali, ma questo comporta talvolta diagnosi errate, altre volte ritardate o che comunque possono variare nel tempo. Intendiamo raggiungere questo tipo di obiettivo, vale a dire oggettivizzare una scienza che al momento presenta delle aree di valutazione soggettiva, per fare della psichiatria una scienza uguale a tutte le altre branche della medicina. Aspiro alla creazione di uno strumento di screening per tutti i disturbi del neurosviluppo: con unico tool è possibile effettuare lo screening e già avere tutte le informazioni sul neonato che ha pochi mesi di vita”. Così Elisa Ferrari, CEO di QuantaBrain S.r.l.
iPSC – derived Cancer Immunotherapy
“Il progetto nasce dalla necessità di trovare una piattaforma che non fosse deputata ad isolare cellule da sangue periferico, ma che rappresentasse un sistema più standardizzato per portare il processo produttivo a livelli industriali, riducendo al contempo i costi. In tal modo diviene possibile raggiungere un numero maggiore di pazienti e, grazie alla possibilità di manipolare queste cellule attraverso l’ingegneria genetica, potranno realizzarsi trattamenti più efficaci. La piattaforma produttiva che stiamo sviluppando mira a ottenere cellule Natural Killer (NK) partendo da cellule staminali pluripotenti indotte, le quali implicano minori problemi di tossicità rispetto alle classiche CAR-T. Minore tossicità implica minore probabilità di rigetto, così come minori CRS, ossia le sindromi di rilascio di citochine, quindi una terapia più sicura”. Così Nicola Romanini, Immunotherapy Researcher all’IRCCS Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori (IRST) “Dino Amadori”
TTOP – True Tissue On Platform
“Nel contesto dello sviluppo dei farmaci e della ricerca clinica, l’adozione di modelli più predittivi ed affidabili rappresenta un chiaro vantaggio. Questi modelli avanzati consentono di ottenere farmaci più efficienti, riducendo significativamente i costi di produzione e limitando l’uso di modelli animali. Tale riduzione dei costi si traduce in un beneficio tangibile sia per il Sistema sanitario che per il paziente, riflettendosi in un costo finale potenzialmente inferiore per il farmaco stesso. Un ulteriore vantaggio intrinseco a questa tecnologia emerge nella prospettiva di utilizzare questo approccio nella creazione di modelli paziente-specifici, fornendo la possibilità di ricreare condizioni di interesse direttamente correlate al paziente e aprendo la strada alla progettazione di terapie ad hoc per ciascun individuo ospedalizzato”. Così
Lorenzo Coppadoro, Presidente del Consiglio di Amministrazione di TTOP True Tissue On Platform
Menzione speciale per l’innovatività
Oxygen-sensing hybrid nanofibers for probing single-cell metabolic fluxes in the tumor microenvironment
“L’impiego della tecnologia a cui stiamo attualmente lavorando può esercitare un impatto considerevole nello studio e nel trattamento dei tumori. Abbiamo ideato una nuova piattaforma ibrida costituita da membrane nanofibrose contenenti sensori ottici per replicare l’ecosistema alla base dello sviluppo di tumori solidi, spesso molto aggressivi e particolarmente resistenti ai trattamenti farmacologici. Questo ci consente di ottenere misure del metabolismo dei diversi tipi cellulari in co-colture. Il monitoraggio di questi parametri serve a capire i meccanismi alla base della formazione di un tumore ma anche l’identificazione di nuovi trattamenti farmacologici che potrebbero rappresentare una svolta nel loro trattamento”. Così Valentina Onesto, Senior Postdoctoral Researcher, CNR Nanotec
Tumore al seno, una giornata per fare prevenzione
PrevenzioneCi saranno anche il professor Michelino De Laurentiis (direttore U.O.C. Oncologia medica senologica, Istituto Nazionale Tumori IRCCS “Fondazione Pascale”) e il suo team a dare vita – il 29 novembre all’Emicenter – alla seconda giornata del ciclo Abbraccia la Salute, progetto promosso e patrocinato dalla Fondazione Muto. Per l’occasione le visite mediche gratuite per la prevenzione del tumore al seno si alterneranno a momenti dedicati all’informazione su stili di vita che possono aiutare a prevenire malattie e problemi.
Guarigione
“Il tumore della mammella è una malattia sempre più guaribile. In Italia le donne che si ammalano hanno la più alta sopravvivenza, relativa a 5 anni, del mondo occidentale: siamo intorno al 87% e, nelle donne più giovani, addirittura sopra il 90%”, dice il professor De Laurentiis. “La prevenzione rimane fondamentale – aggiunge – e nel caso del tumore al seno, oltre a adottare stili di vita sani, nell’evitare l’eccesso di peso e nel ridurre il consumo di alcol, la prevenzione consiste, soprattutto, nell’effettuazione di esami di screening, quali mammografia ed ecografia e, in casi selezionati, la risonanza magnetica. Questi esami andrebbero effettuati periodicamente per consentire l’identificazione di tumori in fase precoce”
Conoscere per curare
La giornata di prevenzione si articolerà in due momenti, nella consapevolezza che prevenzione e diagnosi precoce sono complementari, ma meritano entrambe uno spazio di condivisione utile a sottolinearne i ruoli separati che hanno per la neoplasia mammaria. Il convegno, aperto a tutti, che si terrà nel pomeriggio di mercoledì 29 novembre, si concentrerà infatti sull’aggiornamento dei dati in Campania, su prevenzione, diagnosi e cura, sui corretti stili di vita da adottare, sulle misure consigliate, sui risultati del trattamento. A partire dalle ore 17.00 presso la sala convegni dell’Emicenter, moderano l’incontro insieme al professor Michelino De Laurentiis, il professor Sabino De Placido ed il professor Roberto Muto, assieme ad esperti in oncologia e diagnostica mammaria.
Gli esami
«Mentre per il tumore polmonare sappiamo che la causa principale è il fumo e l’inquinamento atmosferico, nel caso del tumore della mammella non ne conosciamo ancora la causa – dice Roberto Muto presidente dell’omonima Fondazione – e quindi non possiamo affidarci alla prevenzione primaria, ma solo alla diagnostica precoce con screening affidati alle regioni con tassi di risposta estremamente diversi dal nord 75%, centro 45%, sud 25 %. Senologia clinica annuale affidata alla tripletta mammografia 3D, ecografia ed esame clinico a partire dai 39-40 anni ci fanno scoprire neoplasie sempre più piccole con guarigioni che superano il 90%. Se con la tripletta non si riscontrano elementi patologici o di sospetto, la paziente va tranquillizzata e invitata al controllo annuale. Ove mai dovesse esserci qualche dubbio si potrà passare ad indagini di secondo livello come la mammografia con mdc – CESM o la Risonanza Magnetica, con l’iniezione di mezzi di contrasto endovena per valutare la presenza di eventuali neoangiogenesi”.
Bonus psicologo c’è la firma, ecco chi può richiederlo
News Presa, PsicologiaIl bonus psicologo è salvo e, finalmente, tutti i cittadini in possesso dei requisiti potranno richiederlo. La svota arrivata con l’intesa raggiunta con il Mef e con la Conferenza Stato-Regioni, dopodiché il ministro della Salute Orazio Schillaci ha potuto firmare il decreto ministeriale attuativo. Si è concluso così un iter molto lungo e tortuoso per una norma che guarda all’accesso alla terapia per quanti sono costretti a fare i conti con difficoltà e fragilità interiori. Il decreto ministeriale prevede il riparto tra le Regioni di 5 milioni di euro per l’anno 2023 e di 8 milioni a decorrere dal 2024. Un tema, quello dei ritardi sul bonus psicologo, che nei mesi ha innescato molte polemiche e che ha visto anche il cantante Fedez spendersi in prima persona.
Chi può richiedere i bonus psicologo
In una nota si chiarisce che i cittadini potranno richiedere il contributo all’Inps e il bonus dovrà essere utilizzato entro 270 giorni dalla concessione, pena la decadenza. L’importo, riconosciuto una sola volta, è fissato dal decreto in un massimo di 1.500 euro per redditi con Isee inferiore a 15mila euro (fino a 50 euro per ogni seduta); 1.000 euro per redditi con Isee compreso tra 15mila e 30mila euro (fino a 50 euro per ogni seduta) 500 euro per redditi con Isee superiore a 30mila ma inferiore a 50mila (fino a 50 euro per ogni seduta).
Intervento strutturale
“Dopo la sperimentazione del bonus durante la pandemia, questo governo ha voluto rendere strutturale questa misura ed ha aumentato l’importo massimo del contributo che i cittadini potranno richiedere all’Inps”, il commento del ministro della Salute Orazio Schillaci. “La salute mentale è una priorità di sanità pubblica – ha poi aggiunto – e il bonus psicologo è parte di un intervento più complessivo, che stiamo portando avanti anche attraverso il tavolo per la salute mentale, che punta a rafforzare le strutture e i servizi di presa in carico sul territorio e a diffondere la cultura della salute mentale anche per superare lo stigma e la discriminazione che continuano ad essere una barriera all’inclusione sociale”.
Cina, una polmonite “misteriosa” colpisce i più piccoli
News PresaUna forma di polmonite “misteriosa” sta mettendo in allarme la Cina. La notizia sembra un drammatico déjà-vu dei mesi precedenti alla pandemia Covid, ma si spera che stavolta le cose siano ben diverse. Le preoccupazioni riguardano stavolta i bambini, che sono i più colpiti da questa forma di polmonite. Ad accendere il campanello d’allarme è stato ProMed, sistema di sorveglianza accessibile al pubblico che monitora le epidemie di malattie umane e animali in tutto il mondo. La notifica parla di “polmonite non diagnosticata” nei bambini, con febbre alta e tracce nei polmoni, ma senza tosse.
Nessun timore
Pur guardando con attenzione al fenomeno, gli esperti chiedono a tutti di non lasciarsi andare ad inutili timori. È vero che il sistema sanitario cinese, in questo momento, è sotto stress per questa nuova epidemia, ma in realtà potrebbe trattarsi più che altro dell’effetto della revoca restrizioni post pandemia. A guardare i dati, lo stesso fenomeno si è già verificato anche in Europa e negli Stati Uniti, con un’epidemia di casi di virus respiratorio sinciziale nei bambini e una stagione influenzale 2022-2023 più pesante. I sintomi includono mal di gola, affaticamento e tosse persistente che può durare settimane o mesi. Nei casi più gravi può eventualmente degenerare in polmonite.
Vaccinazioni
Intanto, sul fronte delle vaccinazioni Covid in Italia le cose non sembrano andare proprio benissimo. All’indomani della pandemia, sono in molti (anche soggetti a rischio) a non voler sottoporsi più al vaccino anti Covid. Meglio sta andando per le vaccinazioni antinfluenzali, ma i medici di famiglia ricordano che ancora oggi il Covid può essere molto pericoloso, soprattutto se a contrarlo sono persone con fragilità o malattie croniche. Nei giorni scorsi a lanciare un allarme è stato Matteo Bassetti, direttore delle malattie infettive al san Martino di Genova: «La variante Covid EG.5, conosciuta come Eris è oramai dominante in Italia e sta riportando indietro le lancette dell’orologio agli anni 2021-22 perché può dare febbre alta e sintomi respiratori».