Tempo di lettura: 2 minutiL’hashtag è #palleggiaperANT, l’invito è quello a dona per sostenere le cure mediche e psicologiche che la Fondazione porta ogni anno, in maniera del tutto gratuita, nelle case di 10mila malati di tumore. A lanciare la sfida sui social sono i giocatori del Bologna, con il capitano rossoblù Daniele Gastaldello, il portiere Angelo Da Costa e Adam Masina pronti a mettersi in gioco e a misurarsi sui social sportivi e personaggi dello spettacolo a «palleggiare». Un gioco che serve a sollecitare le donazioni al numero solidale 45546, attivo fino al 21 aprile, per donare ad ANT e nominare a loro volta altri amici e colleghi.
Video-sfide
Accompagnati dall’hashtag #palleggiaperANT, le video-sfide si stanno moltiplicando sui social e coinvolgono, tra gli altri, personaggi come lo chef Bruno Barbieri, grande tifoso rossoblù e da sempre vicino ad ANT, il talent scout Rudy Zerbi, gli attori di Gomorra Salvatore Esposito e Marco D’Amore, il conduttore Amadeus, il portiere Gianluca Pagliuca e il conduttore Sergio Friscia e così via.
Come donare
Ovviamente palleggiare non basta, perché la sfida sia realmente vinta è necessario anche donare al numero 45546. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulare personale Wind Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, Coop Voce e Tiscali. Sarà di 5 euro anche per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Vodafone, TWT e Convergenze, e di 2/5 euro per ciascuna chiamata fatta sempre al 45546 da rete fissa TIM, Infostrada, Fastweb e Tiscali.
Solidarietà
Con i fondi raccolti, ANT punta ad ampliare sempre di più l’assistenza specialistica ai malati di tumore, con particolare attenzione agli aspetti psicologici della malattia oncologica, sia per il paziente sia per i familiari che gli sono accanto. L’obiettivo è finanziare 1.000 giornate in più di attività dei propri psicologi, già presenti in 10 regioni italiane con 20 équipe medico sanitarie che portano cure mediche specialistiche e sostegno psicologico a migliaia di malati di tumore ogni giorno. Fondazione ANT è presente nei palinsesti Rai fino al 16 aprile grazie al sostegno di Segretariato Sociale – Responsabilità Sociale Rai, e sino a Pasqua in tutte le piazze italiane con uova e colombe a sostegno dell’iniziativa solidale.
Malattie ereditarie, la prevenzione nei geni della Sardegna
Ricerca innovazioneLo studio si chiama «Population and individual-specific regulatory variation in Sardinia» ed è un progetto che prende in analisi oltre 600 sardi di cui sono stati caratterizzati sia l’Rna che il Dna. Perché è innovativo? Perché usando modelli statistici gli scienziati hanno correlato l’Rna delle cellule del sangue con il Dna. Questo ha consentito di identificare migliaia di varianti genetiche capaci di influenzare quantità e sequenza di determinati Rna e di fornire importanti informazioni sui meccanismi di azione di varianti genetiche in grado di influenzare il rischio di malattie o di altre variabili rilevanti per la salute. Insomma, uno studio che offre grandi prospettive per quel che riguarda le malattie ereditarie. A lavorare su questa importante ricerca è stato un team guidato da Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr (Irgb-Cnr) e professore di Genetica Medica all’Università degli Studi di Sassari. Lo studio è stato anche riportato sulla rivista «Nature Genetics».
I mattoni della vita
Dna, Rna e proteine sono le molecole fondamentali di tutte le forme di vita conosciute. Il Dna contiene le informazioni che servono a guidare tutti i processi cellulari. Dal Dna viene copiato (trascritto) l’Rna, che può fungere da guida per la produzione di proteine, oltre ad essere esso stesso in grado di regolare diversi processi biologici. Il Dna di tutte le cellule di un organismo è sempre identico, l’Rna può invece variare per quantità e qualità nei diversi tipi cellulari. La grande plasticità dell’Rna determina lo sviluppo di cellule, organi e tessuti differenti, a partire dalla stessa informazione genetica presente nel Dna. «Lo studio, iniziato oltre sei anni fa, ha posto una serie di sfide tecniche non banali quali la scelta dello specifico tipo di Rna da sequenziare» spiega Mara Marongiu, ricercatrice della sede di Lanusei dell’Irgb-Cnr. «Abbiamo scelto di focalizzarci su un particolare tipo di Rna, quello poliadenilato, particolarmente rilevante per la produzione delle proteine, ma che comprende anche importanti Rna regolatori. Abbiamo inoltre puntato a raggiungere un livello di copertura del sequenziamento alto in modo da avere maggiore precisione e aumentare il numero delle osservazioni».
L’unicità della Sardegna
La Sardegna presenta varianti genetiche molto rare nel resto del mondo, risultato di un popolamento avvenuto in epoche preistoriche e preservate dalle caratteristiche geografiche. Queste caratteristiche genetiche della popolazione sarda hanno facilitato le scoperte riportate in questo e altri studi che hanno peraltro una valenza più generale perché rappresentano passi avanti nella comprensione del funzionamento del genoma umano. Il progetto Sardinia è stato fondato nel 2001 da Giuseppe Pilia, con l’obiettivo di studiare le conseguenze della variabilità genetica su centinaia di parametri misurabili di rilevanza biomedica. Si avvale d’importanti collaborazioni a livello locale, come quella con il CRS4, il centro di ricerca del Parco tecnologico di Pula, con il quale gestisce, insieme a Sardegna Ricerche, il più importante laboratorio di sequenziamento massivo del genoma umano, in Italia, per capacità produttive e internazionale, come quelle con Stephen Montgomery della Stanford University, Gonçalo Abecasis, direttore del Dipartimento di biostatistica dell’università del Michigan Ann Arbor, e David Schlessinger, ricercatore emerito del National institute on aging che da 15 anni finanzia questi studi.
I campioni si sfidano a suon di palleggi e di solidarietà
News PresaL’hashtag è #palleggiaperANT, l’invito è quello a dona per sostenere le cure mediche e psicologiche che la Fondazione porta ogni anno, in maniera del tutto gratuita, nelle case di 10mila malati di tumore. A lanciare la sfida sui social sono i giocatori del Bologna, con il capitano rossoblù Daniele Gastaldello, il portiere Angelo Da Costa e Adam Masina pronti a mettersi in gioco e a misurarsi sui social sportivi e personaggi dello spettacolo a «palleggiare». Un gioco che serve a sollecitare le donazioni al numero solidale 45546, attivo fino al 21 aprile, per donare ad ANT e nominare a loro volta altri amici e colleghi.
Video-sfide
Accompagnati dall’hashtag #palleggiaperANT, le video-sfide si stanno moltiplicando sui social e coinvolgono, tra gli altri, personaggi come lo chef Bruno Barbieri, grande tifoso rossoblù e da sempre vicino ad ANT, il talent scout Rudy Zerbi, gli attori di Gomorra Salvatore Esposito e Marco D’Amore, il conduttore Amadeus, il portiere Gianluca Pagliuca e il conduttore Sergio Friscia e così via.
Come donare
Ovviamente palleggiare non basta, perché la sfida sia realmente vinta è necessario anche donare al numero 45546. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulare personale Wind Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, Coop Voce e Tiscali. Sarà di 5 euro anche per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Vodafone, TWT e Convergenze, e di 2/5 euro per ciascuna chiamata fatta sempre al 45546 da rete fissa TIM, Infostrada, Fastweb e Tiscali.
Solidarietà
Con i fondi raccolti, ANT punta ad ampliare sempre di più l’assistenza specialistica ai malati di tumore, con particolare attenzione agli aspetti psicologici della malattia oncologica, sia per il paziente sia per i familiari che gli sono accanto. L’obiettivo è finanziare 1.000 giornate in più di attività dei propri psicologi, già presenti in 10 regioni italiane con 20 équipe medico sanitarie che portano cure mediche specialistiche e sostegno psicologico a migliaia di malati di tumore ogni giorno. Fondazione ANT è presente nei palinsesti Rai fino al 16 aprile grazie al sostegno di Segretariato Sociale – Responsabilità Sociale Rai, e sino a Pasqua in tutte le piazze italiane con uova e colombe a sostegno dell’iniziativa solidale.
Limite di tasso alcolemico più basso. Le nuove Linee Guida UE
Alimentazione, News Presa, PrevenzioneL’Istituto Superiore di Sanità, il prossimo 12 aprile, presenterà il nuovo rapporto sul consumo di bevande alcoliche, per l’Alcohol Prevention Day.
Le nuove Linee Guida prevedono una soglia di consumo giornaliera quasi dimezzata, senza differenza tra uomini e donne (10-20 grammi di alcol al giorno, sia per gli uomini che per le donne). Il limite di tasso alcolemico indicato in numerosi Stati Membri per i conducenti giovani o inesperti è 0,2 g/l (grammi per litro di sangue). Finora il consumo “a basso rischio” medio giornaliero da non superare variava, tra gli Stati Membri, dai 20 ai 48 grammi di alcol puro per gli uomini e dai 10 ai 32 grammi per le donne.
L’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Iss
I nuovi obiettivi delle Linee Guida realizzate dalla Join Action Rarha (Reducting Alcohol Related Harm), costituita da rappresentati degli Stati membri, sono stati diffusi attraverso la newsletter dell’Istututo Superiore di Sanità. L’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Iss, infatti, è il referente italiano in Europa del progetto.
Le Linee Guida saranno presentate in Commissione Europea per avere indicazioni condivise da rivolgere soprattutto ai consumatori per favorire il diritto a scelte informate sui rischi connessi al consumo di alcol. Altre consigli delle Linee Guida, in 25 su 31 paesi, sono rivolti alle donne in gravidanza alle quail si suggerisce di limitare il consumo di alcol e, nella maggior parte dei casi, di astenersi completamente dall’assumerlo.
Guida in stato di ebrezza
I livelli massimi di concentrazione di alcol nel sangue consentiti alla guida sono la misura più idonea per ridurre il rischio di danni alcol-correlati in Europa e anche quella che risulta più armonizzata a livello comunitario. In linea con le raccomandazioni della Commissione Europea, il limite di tasso alcolemico per tutti i conducenti è 0,5 g/l, un limite inferiore è comunemente indicato in numerosi Stati Membri per i conducenti giovani o inesperti (0,2 g/l) e per i conducenti professionali o commerciali (0,2 g/l).
Oggi il fumo è ancora un big killer
News Presa, Prevenzione, Ricerca innovazioneCinque milioni di persone sono morte ogni anno a causa del fumo, tra il 1990 e il 2015. Lancet ha portato a termine un’importante ricerca.
È il secondo più importante fattore di rischio per mortalità precoce e disabilità in tutto il mondo. Ad oggi, più della metà di questi decessi si verifica in quattro grandi Paesi: Cina, India, USA e Russia. Se le politiche anti-fumo negli ultimi decenni hanno ottenuto grandi risultati, ancora i numeri sono altri.
Le iniziative. Uno dei provvedimenti più importanti che ha rappresentato una vera svolta per la lotta al fumo è stato il divieto nei luoghi pubblici (l’Italia può vantarsi di essere stata un’antesignana in Europa, con la legge Sirchia del 2003, la prima al mondo è stata invece la California nel 1998). Un’importante recente spinta in questa direzione è stata data dall’adozione della Framework Convention for Tobacco Control dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, un trattato evidence-based che riafferma i diritti di tutti i popoli a raggiungere i migliori standard di salute, messa a punto in risposta all’epidemia planetaria ‘tabacco’. Tuttavia il fumo continua a mietere vittime, Lancet ha pubblicato in questi giorni il rapporto costruito su dati (le fonti sono ben 2.818) del Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study (GBD), che ha valutato l’effetto del fumo (in termini di mortalità e morbilità) in 195 nazioni, nei 25 anni che vanno dal 1990 al 2015.
I dati. Ad oggi nel mondo hanno ancora il ‘vizio’ del fumo il 25% dei maschi e il 5,4% delle femmine, anche se la prevalenza dei fumatori attivi ha fatto registrare una cospicua riduzione a partire dal 1990 (- 28,4% tra i maschi e -34,4% tra le femmine), risultando più marcata negli anni tra il 1990 e il 2005, che in quelli a seguire (2005-2015). Soltanto 4 Paesi hanno fatto registrare dei trend in controtendenza (Congo e Azerbaijan per i maschi, Kuwait e Timor-Leste per le femmine) tra il 2005 e il 2015, con un aumento dei fumatori. Nel 2015, l’11,5% della mortalità totale (pari a 6,4 milioni di decessi) è risultata attribuibile al fumo e oltre la metà (52,2%) dei morti si sono verificati in appena 4 Paesi: Cina, India, USA e Russia). Il fumo nel 2015 figurava nella top 5 dei principali fattori di rischio per DALY in 109 Paesi (nel 1990 era nei primi cinque posti di questa poco edificante classifica ‘solo’ in 88 Paesi), posizionandosi addirittura al secondo posto come causa di mortalità precoce e disabilità.
Dermatite Atopica Severa: intervista alla Prof.ssa Peris
PodcastNati prematuri, gli effetti clinici della voce materna
News PresaChi da piccolo non è stato «curato» dopo una caduta dalla bici o un piccolo colpo con un bacio materno? Un placebo capace di far sparire le lacrime in men che non si dica. Oggi uno studio i revisione di un’atra ricerca realizzata presso l’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore) e pubblicata sulla rivista scientifica Acta Paediatrica dimostra che la voce materna ha capacità mediche impensabili. A quanto pare, sentire la voce della mamma migliora le condizioni di salute dei neonati prematuri e ne riduce i problemi cardiaci e respiratori.
La situazione in Europa
Nel vecchio continente, ogni anno, circa mezzo milione di bambini nasce prima del termine. La prematurità rappresenta una delle principali cause di mortalità infantile e può provocare diversi problemi di salute nel bimbo, Si pensi a difficoltà respiratoria, problemicardio-circolatori, infezioni, problemi neurologici e sensoriali. La nuova ricerca ha esaminato i risultati di 15 studi condotti dal 2000 al 2015 su un campione complessivo di 512 bambini. Sentire la voce materna parlare o cantare, sia registrata che dal vivo, è stato collegato alla stabilizzazione delle condizioni fisiologiche dei neonati prematuri e a un minor numero di eventi cardio-respiratori, «con potenziali benefici clinici sulla maturazione del sistema nervoso», spiega Manuela Filippa, autrice principale dello studio. «Questo – aggiunge – è un appello affinché venga promosso il contatto vocale tra genitori e neonati prematuri, nonché un invito a studiare i suoi effetti a lungo termine sullo sviluppo dei bimbi».
Entrare in sintonia
Quello che molte future mamme non sanno è che il feto sviluppa molto presto la capacità di ascoltare, di riconoscere e memorizzare sia le voci che i suoni. Questo permette alle future mamme di stabilire una sintonia con il nascituro molto prima del momento del parto. Una sorta di comunicazione intima e privilegiata tra la madre e il bambino. La voce della mamma è in grado di attivare nel neonato specifiche zone cerebrali normalmente interessate alla regolazione delle emozioni. Il suono svolge un ruolo importante per lo sviluppo neurologico. La componente prosodica della voce materna (cioè la parte ritmica e melodica) è quindi da considerare una vera e propria forma di contatto emozionale, una forma di abbraccio non corporeo. La grande plasticità cerebrale del periodo perinatale può trovare nella voce e nella musica un potente attivatore in grado di produrre contemporaneamente stimolo e piacere.
Un bicchiere di vino al giorno toglie la malattia coronarica di torno? La parola all’esperta
Alimentazione, News Presa, Prevenzione«Il vino può essere un tonico oppure un veleno, tutto sta nella dose – spiega Kaherine Esposito, Professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo all’Università della Campania L. Vanvitelli. «In dosi moderate – continua – ha effetti favorevoli su infarto e malattie vascolari in genere, e probabilmente aiuta a prevenire il diabete e i calcoli della colecisti». Ma il vino ha anche un’altra faccia, che si manifesta nell’esagerazione. «I danni provocati dal consumo smodato – spiega la professoressa – sono più consistenti: incidenti stradali, violenza nella vita di relazione, danni al fegato, al cuore, al nascituro, e aumento dl rischio di alcuni tumori, mammella in primis. Nel bene e nel male, tutto è essenzialmente dovuto all’etanolo, una semplice e piccola molecola, ingrediente attivo delle bevande alcoliche».
«Di conseguenza – conclude l’esperta – i rischi ed i benefici del vino non sono dovuti al “nettare degli dei” in quanto tale, ma al suo contenuto di etanolo, e sono comuni ad altre bevande alcoliche, birra compresa. Già Pasteur, nell’800, parafrasando Paracelso (medico-alchimista del 500), diceva che “il vino, preso in quantità moderata, è la più sana e la più igienica delle bevande”. Per chi beve, la giusta (moderata) quantità di vino rimane quella di 2 bicchieri al giorno per gli uomini e di 1 bicchiere al giorno per le donne, ai pasti».
La Prof.ssa Katherine Esposito è Professore Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”. Attualmente è referente dell’UOD di Diabetologia dell’AOU Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”. I principali campi di ricerca sono: dieta mediterranea, diabetologia, andrologia e endocrinologia. Il suo ultimo lavoro editoriale è rappresentato dal volume divulgativo “Occhio al piatto: un viaggio illustrato nella Dieta Mediterranea (ediz. Idelson-Gnocchi). Il “Piatto Mediterraneo” è stato presentato al recente expo di Milano, dove la prof. Esposito ha partecipato in qualità di esperta mondiale di Dieta Mediterranea.
Boom di insetti ‘alieni’ in Italia. Allarme reazioni allergiche gravi
Associazioni pazienti, News Presa, PrevenzioneLe chiamano vespe ‘aliene’ e provengono da Cina e Medio Oriente. Gli ‘incontri ravvicinati’ però si susseguono ormai anche in Italia e in maniera frequente. La colpa è del clima ‘pazzo’ e delle temperature elevate anche fuori stagione, che sono un pericolo. I “nuovi arrivati”, infatti, aumentano il rischio di allergie e reazioni anche gravi. A mettere in luce il fenomeno sono gli esperti della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC) in occasione del 30/mo congresso nazionale a Firenze. Ogni anno sono 5 milioni gli italiani punti da un’ape, vespa o calabrone e circa 400.000 i casi di reazione allergica o shock anafilattico da puntura di insetto. Gli imenotteri ‘stranieri’, spiegano gli allergologi, accrescono i rischi, perché con l’incremento delle popolazioni di insetti non soltanto aumenta la probabilità di essere punti, ma soprattutto cresce il pericolo di sensibilizzazione a nuove specie velenifere che potrebbero anche dare reazioni crociate con le autoctone. Ogni anno si contano circa 50 decessi da puntura di insetto, ma i casi fatali potrebbero aumentare proprio per colpa degli insetti ‘migranti’.
La cura, affermano gli esperti, è però possibile, almeno nei confronti delle specie note, e passa da una terapia semplice come la vaccinazione. Il vaccino per il veleno degli imenotteri è efficace nel proteggere il 97% degli allergici, ma ad oggi soltanto un paziente su 7 lo sceglie. L’aumento della temperatura ha dunque effetti su diverse specie: “La Vespa orientalis per esempio, originaria di Sud Est europeo e Medio Oriente e presente soprattutto in Sicilia, sta risalendo la penisola perché trova un habitat proficuo. Peraltro le temperature più elevate possono anche modificare il comportamento degli animali. Così, i nidi di vespa si stanno ingrossando e possono diventare perenni anziché annuali – spiega Walter Canonica, presidente SIAAIC -. E nuove specie vengono portate pure attraverso il traffico di persone ed i viaggi: dalla Cina, in questo modo, è arrivata la Vespa velutina che si sta espandendo ed è già presente in Italia, in Piemonte e Liguria. Le nuove specie non sono più aggressive di quelle italiane, ma per il semplice fatto di essere nuove implicano un incremento dei rischi per gli allergici: la composizione del veleno, simile ma non identica, può farci trovare disarmati per la diagnosi e le terapie”. Non va dunque sottovalutato il fatto che sono almeno 400.000 gli allergici agli imenotteri che rischiano uno shock grave: per evitarlo, dovrebbero rivolgersi all’allergologo per una terapia desensibilizzante. Recenti sentenze, ricorda Gianrico Senna, vicepresidente SIAAIC, “hanno già obbligato alcune Asl a somministrare gratis il vaccino ai pazienti: è un salvavita, e dovremmo perciò garantirlo a tutti gli allergici agli insetti”.
Donne e salute, una settimana di visite gratuite
News Presa, PrevenzioneUna settimana di ambulatori aperti per permettere alle donne di fare prevenzione e informarsi su tutto ciò che può essere importante per la propria salute. I medici e gli ambulatori sono quella dell’azienda ospedaliera universitaria Federico II di Napoli e la data da segnare è il 18 aprile (primo giorno dell’Open Week promossa dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna). Perché mettere in campo un’iniziativa così estesa? «Perché – spiega il direttore generale Vincenzo Viggiani – crediamo sia necessario scendere in campo con iniziative concrete per favorire la prevenzione delle malattie e favorire l’adozione di sani stili di vita, sensibilizzando le donne alla cura della propria salute».
Cosa c’è da sapere
Per non perdere l’occasione di farsi vistare gratuitamente la prima cosa da fare è prenotarsi. Le visite possibili sono moltissime (clicca qui per la lista completa) ma sono possibili sino ad esaurimento delle disponibilità. Si può scegliere tra visite gratuite nel campo della senologia, oncologia e ginecologia fino agli incontri dedicati alle donne in menopausa per favorire la prevenzione del diabete e delle malattie meaboliche e alle attività di screening per il diabete gestazionale. Ma la novità di quest’anno è lo spazio dedicato alla sana alimentazione per la prevenzione e l’integrazione alla cura dei tumori. La speranza è che siano sempre più le giornate come questa, che celebra la seconda Giornata nazionale dedicata alla salute della donna.
Alimentazione
Sono previsti counseling sullo stile di vita che avranno la durata di due ore e prevedono una sessione di gruppo ed una individuale. Particolare attenzione è dedicata allo stile alimentare per una maggiore consapevolezza rispetto alla scelta di alimenti utili a contrastare la prosecuzione dei processi infiammatori e degenerativi dei tessuti che favoriscono l’insorgenza del cancro e delle sue complicanze. «Il modello di riferimento è quello mediterraneo tradizionale, ma perfettamente compatibile e sostenibile anche ai nostri giorni. I pilastri della dieta abituale sono i cereali integrali e la pasta, le verdure, i legumi, il pesce e la frutta. Per altri tipi di alimenti viene suggerita la quantità e la frequenza ottimale di consumo», sottolinea Salvatore Panico, responsabile della UOS di Epidemiologia Clinica e Medicina Predittiva e dell’Ambulatorio di medicina interna DIANA. «Abbiamo sviluppato oltre 200 ricette che, sulla base dei piatti tradizionali campani e napoletani, sono state rese più vicine al modello alimentare protettivo, grazie anche alla collaborazione con cuochi qualificati». L’ambulatorio di Medicina Interna “DIANA”, di fatto, mette in pratica, attraverso l’attività assistenziale, le conoscenze ottenute dai progetti di ricerca internazionale, pubblicati nella letteratura scientifica e ai quali il gruppo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II ha direttamente partecipato.
Neuroblastoma infantile, una volèe per sconfiggerlo
Bambini, News PresaIn campo per la lotta al neuroblastoma. E quando si dice «in campo» non è un modo di dire. Ieri infatti al circolo del tennis di Villaricca (provincia di Napoli) ha preso vita la seconda edizione di «Una volèe per il sorriso». La kermesse voluta dall’ASD tennis Villaricca (che vede come presidente il dottor Antonio Ciccarelli) è stata organizzata come detto per raccogliere fondi da destinare ai progetti di ricerca dell’associazione italiana per la lotta al neuroblastoma. Così, al circolo del tennis è stato allestito uno stand della campagna «Un uovo amico» dove i partecipanti, hanno potuto scegliere buonissime uova di cioccolato per sostenere la ricerca contro il neuroblastoma infantile.
Il valore dell’informazione
Per informare i presenti sul neuroblastoma e sulle attività di ricerca che si svolgono in Italia, presso lo stand è intervenuto il dottor Mario Capasso ricercatore dell’Università Federico II di Napoli. E così, tra un gesto di solidarietà e una volèe, ha preso corso una splendida mattinata di sole. Per tutti i più piccoli, l’ASD Villaricca ha messo a disposizione i maestri di tennis del circolo Vittorio Siligo (direttore della Scuola), Fabio Tenneriello e l’ex serie A Giacomo Pirozzi per una lezione gratuita.- Gli animatori-attori del teatro madrearte hanno intrattenuto adulti e piccini con giochi e animazione. Con la manifestazione organizzata in collaborazione con la Proloco di Villaricca e patrocinata dal comune di Villaricca si è conclusa la campagna di Pasqua 2017 con grande soddisfazione della referente per la Campania per il risultato ottenuto: «Anche quest’anno – ha detto – c’è stata un’ottima adesione alla campagna di Pasqua. Sono state vendute 2.000 uova. Grazie all’ impegno delle insegnanti e dei dirigenti delle scuole di Napoli Nord. Ringrazio il circolo tennis per la sensibilità che sempre mostra verso questo tema». Presenti alla iniziativa di ieri l’assessore allo sport Caterina Taglialatela, I consiglieri comunali Annamaria Porcelli, Tobia Tirozzi e il Presidente della Proloco Armando De Rosa.
Il neuroblastoma
Il neuroblastoma è un tumore che ha origine dalle cellule del sistema nervoso autonomo, cioè quell’insieme di strutture (fibre nervose, cellule nervose raggruppate che formano i cosiddetti gangli e cellule simili a quelle nervose che si trovano all’interno della ghiandola surrenale) che controlla alcune funzioni involontarie come il battito cardiaco, la respirazione o la digestione. In particolare nel termine neuroblastoma, “neuro” indica che il tumore si sviluppa nei nervi e “blastoma” indica invece che vengono coinvolte cellule immature o in via di sviluppo. Questo tumore, che colpisce soprattutto neonati e bambini al di sotto dei 10 anni, parte infatti da cellule nervose molto primitive presenti nell’embrione e nel feto. I neuroblasti, le cellule nervose che diventano tumorali in caso di neuroblastoma, si trovano in tutto l’organismo e di conseguenza il tumore può svilupparsi in diverse aree del corpo.