Tempo di lettura: 2 minutiEsami gratuiti per salvaguardare la salute del cuore. Nei prossimi otto mesi il Truck Tour Banca del Cuore toccherà 30 città italiane nelle quali si potrà effettuare uno screening di prevenzione cardiovascolare che include non solo elettrocardiogramma e screening aritmico, ma anche misurazione della pressione arteriosa e prelievo di una goccia di sangue dal dito così da poter valutare il profilo lipidico, vale a dire colesterolo totale, Hdl, Ldl, trigliceridi, glicemia ed emoglobina glicata. L’iniziativa fa parte della Campagna nazionale di Prevenzione Cardiovascolare, promossa dalla Fondazione per il Tuo cuore – Onlus dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri con il patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri e di Federsanità Anci.
Le città
Partito da Sanremo, il Truck Tour Banca del Cuore proseguir ad Ancona, Pescara, Bari, Lecce, Matera, Cosenza, Catanzaro, Napoli, Avellino. E ancora, Roma, Viterbo, Perugia, Firenze, Torino, Genova, Nuoro, Cagliari, Palermo, Catania, Viareggio, Cremona, Milano, Bergamo, Trieste, Venezia, Trento, Vicenza, Bologna, Rimini. Per conoscere le date delle varie tappe CLICCA QUI
BancomHeart
A tutti verrà consegnata gratuitamente la propria BancomHeart, la card di Banca del Cuore. Una card unica al mondo, grazie alla quale i possessori possono prendersi cura meglio del proprio cuore, anche lontano da casa, in viaggio o quando non si ha la possibilità di raggiungere il proprio medico. Le informazioni mediche raccolte sono conservate nella “Banca del Cuore”: una cassaforte digitale dove le informazioni mediche relative al cuore sono sempre disponibili e consultabili. Infatti, la BancomHeart, grazie alla password segreta conosciuta solo dall’utente, consente di connettersi, via internet dall’Italia e dall’estero, alla Banca del Cuore e di vedere o scaricare il proprio elettrocardiogramma e i dati clinici ogni volta che lo si desidera.
Sul territorio
Sempre in tema di salute del cuore, tra le iniziative messe in campo nelle singole regioni, vale la pena citare quella dell’Ospedale San Giuliano che apre le porte della cardiologia a tutti. L’iniziativa si svolgerà da domani (14 febbraio) sono 17, dalle 12.30 alle 15.00 nell’ambulatorio di Cardiologia dell’Ospedale San Giuliano (Napoli). I cittadini che lo vorranno potranno parlare coi cardiologi, effettuare il calcolo del proprio rischio cardiovascolare, indice di massa corporea, misurare glicemia, pressione arteriosa e saturazione delll’ossigeno nel sangue.
Calcio: dare a lungo colpi di testa al pallone può provocare demenza senile.
News Presa, Prevenzione, Ricerca innovazione, SportUn calciatore che dà i colpi di testa al pallone durante un’intera carriera può avere danni cerebrali permanenti. E’ questa l’allarmante conclusione di una ricerca scientifica britannica, la prima nel suo genere, che ha trovato un legame di causa-effetto tra l’impatto con palloni pesanti e la demenza senile.
Il calcio è uno sport amatissimo da molti, oltre ai campioni che giocano ai massimi livelli, ci sono molte persone che iniziano a praticarlo fin da bambini e continuano ad allenarsi in maniera assidua anche in età adulta.
La Federcalcio inglese ha promesso la massima attenzione allo studio, pubblicato dalla rivista Acta Neuropathologica. I ricercatori della University College London e dell’università di Cardiff, che hanno monitorato l’attività cerebrale di cinque ex calciatori professionisti e di un ex calciatore dilettante durante tutta la loro esistenza, tutti poi malati di demenza in età senile, hanno rilevato – tramite autopsia dopo il decesso – che in quattro casi erano presenti traumi cerebrali, conosciuti come encefalopatia traumatica cronica.
“Sono danni che solitamente si riscontrano negli ex pugili, si tratta di alterazioni spesso associate a ripetuti traumi cerebrali – ha spiegato al sito Bbc il professor Huw Morris, della UCL -. E’ la prima volta che in un gruppo di ex calciatori si evidenzia come colpi subiti in età giovane, determinati dall’impatto di testa con palloni pesanti, hanno poi favorito l’insorgere di patologie senili”.
Medici senza Frontiere contro decisione USA: a rischio anche la vita dei bambini
Associazioni pazienti, News Presa, PrevenzioneDopo la decisione di Donald Trump di sospendere il programma di reinsediamento dei rifugiati negli Stati Uniti, arriva il commento di Medici Senza Frontiere: “Un atto disumano contro persone che fuggono da zone di guerra”. Secondo l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr), nel mondo ci sono al momento più di 65 milioni di sfollati, la cifra più alta mai registrata dalla Seconda Guerra Mondiale.
“Le nostre equipe sul terreno – ha affermato Jason Cone, direttore esecutivo di Msf negli Usa – vedono ogni giorno persone che cercano disperatamente sicurezza di fronte a frontiere chiuse o confinate in zone di guerra da cui non possono fuggire. Sbarrare le porte degli Stati Uniti, dove per anni l’ingresso dei rifugiati è stato rigorosamente controllato, mina il concetto basilare che le persone devono poter fuggire per salvarsi la vita.”
Sono quasi 5 milioni i siriani fuggiti in paesi confinanti, come il Libano e la Giordania, che hanno meno abitanti di molti stati americani. Tutti gli Stati Uniti ne hanno accolti finora meno di 20 mila. Molti altri siriani sono ancora bloccati nel proprio paese, di cui decine di migliaia nel deserto vicino alla frontiera chiusa con la Giordania e in altre zone di frontiera in tutta l’area.
“I rifugiati – ha raccontato Cone di MSF – sono madri, padri e bambini che vogliono quello che vogliamo tutti: un posto sicuro dove vivere le loro vite, lontani da guerre e persecuzioni. Sono rifugiati per cause indipendenti dal loro controllo. Chiediamo al governo USA di abolire questi divieti, riavviare il programma di reinsediamento dei rifugiati e porre fine alle misure selettive contro i cittadini di specifici paesi, dove il nostro personale è spesso presente e testimonia in prima persona l’estrema violenza da cui queste persone stanno cercando di fuggire.”
‘ ciao mamma, vado in Africa’. La serie che racconta le storie di giovani medici italiani
Associazioni pazienti, News Presa, Prevenzione‘Ciao mamma, vado in africa’. E’ il saluto, simbolico, di tanti giovani medici e specializzandi che hanno deciso di partire per coronare un sogno, quello di lavorare nei paesi africani: partiti con la ong ‘Medici per l’Africa Cuamm’, raccontano il continente africano attraverso le storie e i volti conosciuti durante le loro missioni in una serie in cinque puntate. Il titolo è appunto ‘Ciao mamma, vado in Africa’, realizzata da Nicola Berti, con la sceneggiatura di Marco Lodoli, andrà in onda su Tv2000 oggi, proprio nel giorno dedicato all’amore, e resterà fino al 18 febbraio.
Tutti i medici lavorano per portare il diritto alle cure anche all’ultimo miglio del sistema africano, che per loro significa prima di tutto la salute di mamme e bambini. Molti di loro, professionisti non necessariamente in fuga, sono partiti alla volta dell’Africa insieme ai volontari del Cuamm per coronare un progetto o, semplicemente, per fare un’esperienza nell’ambito della cooperazione e dello sviluppo. Non eroi, semplicemente persone che hanno il coraggio di mettersi in gioco, anche lontano da casa.
La serie indaga le motivazioni che hanno spinto i giovani trentenni a partire e descrive le situazioni, spesso davvero complicate, in cui hanno dovuto mettersi in gioco. Le loro testimonianze rappresentano istantanee su realtà in frenetico cambiamento, punti di vista che possono aiutare lo spettatore a capire qualcosa di più sull’Africa. Cinque puntate per altrettanti paesi e nove protagonisti: specializzandi in medicina e neo specialisti, ma anche logisti e amministrativi, tutti accomunati dal desiderio di aiutare chi ha bisogno.
“Non è facile – racconta una delle protagoniste, Sara Chiurchiu di Roma, 32 anni, specializzanda in pediatria ed ora impegnata in Tanzania – restare lontano dalla propria famiglia, ma qui senti non di fare, ma di essere un medico. L’Africa è difficile, è contraddittoria, però ti prende. La sensazione che hai è che ti riempie e quindi alla fine, ci torni”. Anche Francesca Gritti, 34 anni di Bergamo, laureata in Giurisprudenza, lavora con il Cuamm da due anni. Oggi è in Etiopia, dove coordina l’amministrazione dei progetti. In Italia, afferma, “l’immigrato è l’ultimo degli ultimi e mi sono detta: vorrei vedere come vivono, perché decidono di venire.
L’Africa è bella. Dovremmo essere tutti emigranti per un po’, per capire le motivazioni degli immigrati. Mi piacerebbe tornare in Italia e vedere trattare gli immigrati come qui trattano me: coinvolgendomi nella loro vita”.
“L’esordio di Matteo”: al via raccolta fondi per tutti i bimbi affetti da Duchenne
Associazioni pazienti, News Presa, PrevenzioneDa ieri è iniziata la nuova campagna di raccolta fondi e sensibilizzazione “L’esordio di Matteo” e andrà avanti fino al 6 marzo. Un’iniziativa promossa da Parent Project onlus, l’associazione di genitori con figli affetti da distrofia muscolare di Duchenne e Becker.
A fare da veicolo principale della campagna è l’omonimo spot che racconta la storia del piccolo Matteo, che ha 10 anni e ama il calcio. Matteo, come altre migliaia di bambini, alla distrofia muscolare di Duchenne, una malattia rara che colpisce i muscoli. Lui però non si ferma. Il suo sogno è fare l’allenatore e lo insegue a tal punto da diventare il mister di una squadra di suoi coetanei. La Duchenne non può impedirgli di dare voce alle sue passioni, non lo può fermare e isolare perché c’è sempre un modo per realizzare un sogno. Matteo non può correre con le sue gambe, ma può farlo con la logica, la tattica e la capacità relazionale di tenere unito un gruppo.
Così, il termine esordio, che nel descrivere la patologia, “malattia ad esordio precoce” assume una connotazione negativa, nel caso della storia di Matteo e di ogni bambino e ragazzo affetto dalla Duchenne, vuole rappresentare il principio di un sogno.
Il ricavato dell’iniziativa servirà a finanziare uno studio osservazionale sugli aspetti nutrizionali e metabolici nei pazienti italiani con distrofia muscolare di Duchenne coordinato dall’ ICANS della Università degli Studi di Milano in collaborazione con l’Istituto Neurologico Besta e con il Servizio di Nutrizione dell’Ospedale M. Bufalini, Cesena ASL della Romagna. Il miglioramento della gestione degli aspetti nutrizionali nei bambini e negli adulti affetti da distrofia muscolare di Duchenne è un ambito di studio ancora poco esplorato, ma che offre importanti opportunità di miglioramento quanto della salute che della qualità di vita dei pazienti.
Per fare questo, alcuni specifici aspetti nutrizionali e metabolici devono essere chiariti per impostare un adeguato supporto nutrizionale ed evitare, ad esempio, l’insorgenza di obesità nei pazienti più giovani e di malnutrizione negli stadi avanzati della malattia. Si tratta di informazioni cruciali per individuare gli interventi dietetici più urgenti e per verificare l’efficacia di nuovi approcci educativi e terapeutici.
Inviando un SMS al numero 45519 da telefono cellulare, in queste date sarà possibile donare 2 euro; chiamando lo stesso numero da rete fissa, si potrà invece scegliere di donare 2 oppure 5 euro.
“L’esordio di Matteo” è patrocinato da CONI, Federazione Italiana Giuoco Calcio, Lega Serie A, B Solidale onlus e AIAC onlus.
Parent Project nasce negli Stati Uniti nel 1994, diffondendosi presto in tutto il mondo. In Italia, un gruppo di genitori di bambini affetti da distrofia muscolare Duchenne e Becker, costituisce nel 1996 Parent Project onlus, con il fine di migliorare la qualità della vita dei bambini e ragazzi affetti da tale patologia, attraverso tre obiettivi primari:
• informare e sostenere, anche psicologicamente, le famiglie dei bambini e ragazzi affetti da distrofia di Duchenne e Becker;
• promuovere e finanziare la ricerca scientifica per sconfiggere la distrofia muscolare di Duchenne e Becker attraverso progetti di ricerca;
• sviluppare un network collaborativo in grado di diffondere procedure di trattamento clinico e di emergenza, linee guida e protocolli terapeutici, centri di riferimento su tutto il territorio nazionale.
Dal 2002 ha dato vita al Centro Ascolto Duchenne, servizio di informazione e divulgazione clinica, legale e sociale, rivolto alle famiglie e agli specialisti.
Parent Project onlus ha inoltre sviluppato, in collaborazione con Oracle Italia, il Registro Italiano DMD/BMD: banca dati on-line per pazienti basata su dati genetici e clinici. Questi dati costituiscono un’informazione fondamentale per la comunità scientifica che deve progettare sperimentazioni cliniche per eventuali terapie e per la storia naturale della patologia.
La distrofia muscolare di Duchenne e Becker è una malattia genetica rara che colpisce 1 su 3500 bambini nati vivi. È la forma più grave tra le distrofie muscolari, si manifesta in età pediatrica e causa una progressiva degenerazione dei muscoli. Con il tempo, un ragazzo affetto da distrofia muscolare di Duchenne perde la capacità di muoversi, nutrirsi e respirare autonomamente. Il trattamento da parte di un’équipe multidisciplinare permette di migliorare le condizioni generali e raddoppiare l’aspettativa di vita, che oggi supera la terza decade. Al momento, però, non esiste una cura. La distrofia muscolare di Becker è una variante più lieve, il cui decorso varia da paziente a paziente.
Dolore cronico, al Sud una nuova eccellenza contro i viaggi della speranza
News PresaDifficile da comprendere per chi non ha mai dovuto farci i conti, il dolore cronico è un nemico capace di distruggere completamente la vita di chi ne soffre e di intere famiglie. Il dolore cronico è qualcosa difficile anche solo da immaginare, una condizione di sofferenza costante, che persiste per mesi o addirittura per anni. Può manifestarsi in qualsiasi parte del corpo, può essere conseguenza di una malattia o di una lesione, ma – ancor più drammatico – può anche colpire senza una ragione apparente. Dal punto di vista clinico si parla di “dolore nocicettivo”, oppure “neuropatico” se colpisce le fibre nervose. Questo significa che viene colpita la capacità dei nervi di inviare al cervello segnali sul dolore, un aspetto che conoscono molto bene le migliaia di pazienti che soffrono di dolori alla schiena o alla testa. Nonostante i numeri e la sua invasività, il dolore cronico resta una delle patologie meno comprese e più “sottotrattate” in ambito medico.
Vicini a chi soffre
In un contesto già di per se molto complesso, i pazienti che vivono nel Sud Italia sono spesso penalizzati, perché spesso costretti a estenuanti migrazioni verso strutture del Nord. Fa eccezione la Campania, dove sul dolore e sulle cure palliative si è fatto negli ultimi anni un lavoro straordinario, e da qualche tempo anche la Basilicata. A Rionero in Vulture, nei pressi di Potenza, è operativo il Centro di Terapia del Dolore dell’IRCCS CROB (Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata). Inserito nell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione, il Centro è un “Hub regionale” per la diagnosi e i trattamenti avanzati di Terapia del Dolore, sia di natura oncologica che di altro tipo. Non a caso, è stato accreditato come struttura di eccellenza dal “World Institute of Pain”
Basta viaggi della speranza
Un centro nel quale, come spiega il direttore Pasquale De Negri, si è raggiunta «una grande competenza nella diagnosi e terapia del dolore sia di origine neoplastica che non neoplastica. Curiamo – aggiunge – migliaia di pazienti provenienti dalla Regione o da zone circostanti ed è importante che si sappia che in Basilicata c’è un Centro ospedaliero “vicino a casa”, in grado di offrire le cure più innovative ed appropriate, senza costringere a pesantissimi “viaggi della speranza».
Il costo sociale della sofferenza
Il dolore cronico colpisce in Europa circa 95milioni di persone dai 15 anni in su, molti dei quali vi convivono in media sette anni, mentre una percentuale significativa ne è affetta da quasi 20 anni. Altissimi i numeri anche in Italia, basti pensare che da noi il dove cronico affligge circa 13milioni di cittadini (il 50% degli over 70, in gran parte donne). Secondo il “Libro Bianco” redatto da Aboutpharma nel 2014, Il costo sociosanitario del dolore per ogni paziente è stimato in 4.557 euro l’anno, di cui 1.400 per costi diretti a carico del Servizio Sanitario Nazionale e 3.156 euro per costi indiretti.
Patologie del piede, una soluzione “mininvasiva percutanea”
News Presa, Ricerca innovazioneSe il problema è l’alluce valgo, la soluzione oggi è “mininvasiva percutanea”. Il termine ai più potrà risultare incomprensibile, ma certamente già la parola mininvasiva riporta ad una dimensione chirurgica moderna e poco traumatica. Il segreto di questa tecnica, nuova ma ormai anche consolidata, è quello di consentire a chi ha il problema dell’alluce valgo di rimettersi il in piedi in pochissimo tempo.
La chirurgia percutanea
Questa tecnica sfrutta incisioni piccolissime attraverso le quali è possibile eseguire operazioni complesse quanto, se non più, di quelle realizzate con la “chirurgia aperta”. Si tratta ovviamente di una chirurgia che fa della precisione il suo punto di forza, al punto che il chirurgo può contare durante l’intervento di un monitoraggio radiologico per realizzare correzioni di estrema precisione. Facile comprendere come la tecnica mininvasiva percutanea riduca i problemi legati alla chirurgia tradizionale aperta. In primo luogo l’anestesia è locale (attraverso un blocco loco-regionale alla caviglia o leggera epidurale), quindi anche la ripresa della deambulazione dopo qualche ora dall’intervento è possibile. Non viene usato il laccio ischemico e quindi sono minimizzati i rischi circolatori e tromboembolici legati alla compressione. Attraverso incisioni millimetriche vengono introdotti microstrumenti. Nienete fili, viti, cambre e nessun altro elemento metallico. In questo modo si riduce enormemente il rischio di sviluppare infezioni, si riduce il dolore e il decorso post-operatorio è praticamente immediato.
La Società Italiana Studio Piede e Caviglia
Questa tecnica tanto innovativa si lega ad una società di nuova genesi. Si tratta della Società Italiana Studio Piede e Caviglia (SISPEC) che ha lo scopo di approfondire e dare luogo a confronti, sull’esperienza maturata negli anni, rispetto alle nuove e ormai efficaci tecniche per il trattamento di tutte le patologie del piede. Ovviamente in questo senso l’alluce valgo gioca un ruolo determinante, ma non si deve dimenticare neuroma di Morton, piede piatto, deformità delle dita, talloniti e così via.
Fabio Zanchini, Ottorino Catani e Fabrizio Sergio
Artefici e fondatori di questa società sono i chirurghi ortopedici napoletani Fabio Zanchini (professore aggregato della Clinica Ortopedica I Policlinico Università Luigi Vanvitelli), Ottorino Catani e Fabrizio Sergio. I tre chirurghi hanno una lunga esperienza e importanti casistiche sulle nuove tecniche per il trattamento delle patologie del piede, in particolare la chirurgia percutanea per il trattamento dell’alluce valgo e di altre patologie molto frequenti.
Rendez-vous partenopeo
I chirurghi Fabio Zanchini, Ottorino Catani e Fabrizio Sergio sono anche gli organizzatori di un prestigioso congresso che si terrà a maggio all’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli (ex SUN) in cui si confronteranno gli specialisti del piede italiani ed europei con maggiore esperienza sulla chirurgia percutanea. Una buona occasione per affermare il ruolo del capoluogo partenopeo nella diagnosi e nel trattamento delle patologie del piede.
Dall’Iss arriva una nuova biopsia liquida per la diagnosi dei tumori
News Presa, Prevenzione, Ricerca innovazioneUna biopsia liquida per analizzare le particolari particelle, dette vescicole, rilasciate nel sangue dai tumori, che trasportano le alterazioni molecolari del tessuto tumorale di origine. Si tratta di un nuovo metodo sviluppato nei laboratori dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) da un’equipe coordinata dalla ricercatrice Désirée Bonci e da Ruggero De Maria, ordinario di Patologia Generale alla Università Cattolica. Un nuovo approccio sperimentato finora su pazienti affetti da tumore alla prostata in uno studio pubblicato su Oncogene, e su pazienti colpiti da cancro al polmone e al colon in due altri studi in corso di pubblicazione.
“L’eterogeneità e complessità dei tumori rende molto difficile individuare una terapia unica ed efficace – spiega Bonci -. Inoltre la risposta individuale del paziente ai farmaci è, molte volte, non prevedibile. Ad oggi l’obiettivo assoluto per combattere questo male è procedere, quanto più possibile, ad un trattamento personalizzato”. Questo studio, afferma, “ci ha permesso, per la prima volta, di valutare segnali proteici attivati e indicativi di tumore e dello stato molecolare del cancro in pazienti affetti da neoplasie al polmone, colon e prostata. Questi segnali sono associati alla presenza di cancro, alla progressione tumorale e alla resistenza alle terapie e sono bersagli di nuovi farmaci approvati definiti targeted therapy”.
Questo tipo di biopsia liquida realizzata con “tecniche innovative, sofisticate e sensibili – chiarisce De Maria – potrà permettere di avere una diagnosi sempre più precoce e certa di tumore”. Inoltre, spiega lo specialista, “i tumori avanzati spesso cambiano il loro assetto molecolare durante il trattamento con lo sviluppo di resistenze secondarie. Questo tipo di biopsia liquida, adeguatamente sviluppata, ci potrà permettere di avere un metodo non-invasivo per monitorare il tumore fin dall’esordio, per individuare tempestivamente le recidive e l’insorgenza di resistenza alle terapie”.
Il gruppo rock con abilità diverse protagonista del palco di Sanremo
Associazioni pazienti, News PresaNell’ultima serata dal Festival è toccato a loro: dal vivo a Sanremo si sono esibiti i Ladri di carrozzelle, il gruppo rock che formato da persone con diverse abilità che rappresenta il progetto sociale più longevo del mondo musicale italiano collegato al Terzo Settore.
Questi artisti speciali hanno aperto l’ultima serata della 67° edizione del Festival con una canzone che è un inno alla vita già dal titolo: “Stravedo per la vita”.
I Ladri di Carrozzelle fanno parte della Cooperativa Arcobaleno di Frascati. La band nasce nel 1989 al rientro da una vacanza passata in un villaggio turistico per ragazzi con disabilità: alcuni di loro hanno in comune la passione per la musica e decidono di mettersi insieme.
Nel corso degli anni il gruppo si arricchisce di nuovi elementi e cambia membri anche a causa dell’aggravarsi della patologia dei fondatori. I ragazzi presenti a Sanremo sono solo la rappresentanza di un gruppo composto da circa 20 elementi suddivisi in diverse formazioni che si esibiscono a seconda dell’impegno richiesto.
Stravedo per la vita è il titolo della canzone arrangiata che è stata orchestrata dal Maestro Federico Capranica, mentre le parole sono di Paolo Falessi. La band è prodotta da CubikTv, giovane e coraggiosa webtv che crede e sostiene nella bellezza della ‘diversità’.
Su Cubik tv è possibile vedere i video di sostegno ai Ladri inviati via WhatsApp da attori, cantanti, registi, sportivi, musicisti, e tanti amici, nostri e loro!
Angelipress.com in questa occasione ha svolto una funzione di supporto e ‘facilitazione’ per i Ladri.
Forza Ladri di Carrozzelle!
#stravedoperlavita
Il testo di Stravedo per la vita
Come un vecchio marinaio
mentre osserva nuove coste
Nel silenzio della notte
Vuole risposte
La vita nel mio caso
un po’s’è divertita
Non ci vedo più
ma stravedo per la vita
Quante sono le domande
Che rimangono nel vuoto
Sono veramente tante
Beh Io ci nuoto
Non reggo i pessimisti
e la gente risentita
via le facce tristi perché io si
Stravedo per la vita (per la vita)
Si stravedo per la vita (per la vita)
È inutile negare che è tanta la fatica
mai tirarsi indietro perché io
Stravedo per la vita (per la vita)
Si stravedo per la vita (per la vita)
E guardo sempre avanti affronto la salita
anche se non ci vedo io stravedo
Stravedo per la vita (per la vita)
Si stravedo per la vita (per la vita)
Quando posso sempre canto
perché questo mi difende
Fuggo la malinconia
guai a chi si arrende
Mi piace stare in gruppo
non fare l’eremita
Anche se non ci vedo
Sai cosa penso io
Fatti vedere, il cinema e la prevenzione
News Presa, PrevenzioneGrazie alla Fondazione Umberto Veronesi il cinema fa prevenzione. L’iniziativa legata all’hashtag #fattivedere, fino a fine febbraio si terranno 20 workshop cinematografici dedicati alla prevenzione negli adolescenti. Spazio nel prossimo appuntamento (a Napoli) al film «Quel fantastico peggior anno della mia vita» (Alfonso Gomez-Rejon, 2015) e poi anche ad un dibattito con gli studenti in cui verrà presentata la campagna di prevenzione ideata da Fondazione Umberto Veronesi e dedicata ai ragazzi di età compresa fra i 14 e i 19 anni. Lo scopo è quello di incoraggiarli a rivolgersi a un medico qualora dovessero insorgere sintomi sospetti e adottare uno stile di vita sano per mantenersi in perfetta salute anche in futuro.
Incontri da non perdere
I workshop saranno l’occasione per poter chiarire tanti dubbi che spesso circondano le malattie oncologiche, arricchiti dalla presenza di divulgatori scientifici della Fondazione Umberto Veronesi e specialisti oncologi e psico-oncologi pediatrici. Per alcuni incontri è anche prevista la presenza dei campioni dello sport Lorenzo Bonetti e Giacomo Sintini, ex pazienti, che hanno deciso di aderire all’iniziativa per testimoniare l’importanza della prevenzione verso i più giovani.
L’appuntamento di Napoli
A Napoli l’incontro si svolgerà il 15 febbraio presso l’istituto Nitti di Viale Kennedy dalle 9.30 alle 12.30 . All’incontro grazie alla collaborazione della delegazione di Napoli guidata dall’Avvocato Maurizio De Tilla, parteciperanno Donatella Barus, giornalista e direttore del sito di Fondazione Umberto Veronesi, il dottor Paolo Indolfi e la dottoressa Fiorina Casale.
Tutti gli eventi in programma
Truck Tour, prevenzione gratuita per la salute del cuore
News Presa, PrevenzioneEsami gratuiti per salvaguardare la salute del cuore. Nei prossimi otto mesi il Truck Tour Banca del Cuore toccherà 30 città italiane nelle quali si potrà effettuare uno screening di prevenzione cardiovascolare che include non solo elettrocardiogramma e screening aritmico, ma anche misurazione della pressione arteriosa e prelievo di una goccia di sangue dal dito così da poter valutare il profilo lipidico, vale a dire colesterolo totale, Hdl, Ldl, trigliceridi, glicemia ed emoglobina glicata. L’iniziativa fa parte della Campagna nazionale di Prevenzione Cardiovascolare, promossa dalla Fondazione per il Tuo cuore – Onlus dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri con il patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri e di Federsanità Anci.
Le città
Partito da Sanremo, il Truck Tour Banca del Cuore proseguir ad Ancona, Pescara, Bari, Lecce, Matera, Cosenza, Catanzaro, Napoli, Avellino. E ancora, Roma, Viterbo, Perugia, Firenze, Torino, Genova, Nuoro, Cagliari, Palermo, Catania, Viareggio, Cremona, Milano, Bergamo, Trieste, Venezia, Trento, Vicenza, Bologna, Rimini. Per conoscere le date delle varie tappe CLICCA QUI
BancomHeart
A tutti verrà consegnata gratuitamente la propria BancomHeart, la card di Banca del Cuore. Una card unica al mondo, grazie alla quale i possessori possono prendersi cura meglio del proprio cuore, anche lontano da casa, in viaggio o quando non si ha la possibilità di raggiungere il proprio medico. Le informazioni mediche raccolte sono conservate nella “Banca del Cuore”: una cassaforte digitale dove le informazioni mediche relative al cuore sono sempre disponibili e consultabili. Infatti, la BancomHeart, grazie alla password segreta conosciuta solo dall’utente, consente di connettersi, via internet dall’Italia e dall’estero, alla Banca del Cuore e di vedere o scaricare il proprio elettrocardiogramma e i dati clinici ogni volta che lo si desidera.
Sul territorio
Sempre in tema di salute del cuore, tra le iniziative messe in campo nelle singole regioni, vale la pena citare quella dell’Ospedale San Giuliano che apre le porte della cardiologia a tutti. L’iniziativa si svolgerà da domani (14 febbraio) sono 17, dalle 12.30 alle 15.00 nell’ambulatorio di Cardiologia dell’Ospedale San Giuliano (Napoli). I cittadini che lo vorranno potranno parlare coi cardiologi, effettuare il calcolo del proprio rischio cardiovascolare, indice di massa corporea, misurare glicemia, pressione arteriosa e saturazione delll’ossigeno nel sangue.