Tempo di lettura: 3 minutiNel 2017 si stima che le famiglie in povertà assoluta siano 1 milione e 778 mila, in cui vivono 5 milioni e 58 mila individui. Rispetto al 2016 i poveri assoluti nel nostro Paese crescono in termini sia di famiglie sia di individui: l’incidenza è pari al 6,9% per le famiglie (da 6,3% nel 2016) e all’8,4% per gli individui (da 7,9%). Due decimi di punto della crescita rispetto al 2016 sia per le famiglie sia per gli individui si devono all’inflazione registrata nel 2017. Entrambi i valori sono i più alti della serie storica, che prende avvio dal 2005. A definire bene i contorni di un’Italia che soffre e arranca è l’ultimo rapporto dell’Istituto di Statistica.
Preoccupa il dato sui minori: nel 2017 l’incidenza della povertà assoluta resta elevata e pari al 12,1% (1 milione 208 mila, 12,5% nel 2016); si attesta quindi al 10,5% tra le famiglie dove è presente almeno un figlio minore, rimanendo molto diffusa tra quelle con tre o più figli minori (20,9%).
Soffre il Mezzogiorno
L’incidenza di poveri assoluti aumenta prevalentemente nel Mezzogiorno sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%), soprattutto per il peggioramento registrato nei comuni Centro di area metropolitana (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti (da 7,8% del 2016 a 9,8%). La povertà aumenta anche nei centri e nelle periferie delle aree metropolitane del Nord.
L’incidenza della povertà assoluta diminuisce all’aumentare dell’età della persona di riferimento. Il valore minimo, pari a 4,6%, si registra infatti tra le famiglie con persona di riferimento ultra sessantaquattrenne, quello massimo tra le famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni (9,6%).
La disoccupazione
Senza sorprese si nota che la povertà aumenta tra i non occupati e quando il capo-famiglia ha un livello d’istruzione minore, a testimonianza del ruolo centrale del lavoro e della posizione professionale. La povertà assoluta diminuisce tra gli occupati (sia dipendenti sia indipendenti) e aumenta tra i non occupati; nelle famiglie con persona di riferimento operaio, l’incidenza della povertà assoluta (11,8%) è più che doppia rispetto a quella delle famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro (4,2%).
Cresce rispetto al 2016 l’incidenza della povertà assoluta per le famiglie con persona di riferimento che ha conseguito al massimo la licenza elementare: dall’8,2% del 2016 si porta al 10,7%. Le famiglie con persona di riferimento almeno diplomata, mostrano valori dell’incidenza molto più contenuti, pari al 3,6%.
Anche i poveri relativi crescono rispetto al 2016. Nel 2017 riguarda 3 milioni 171 mila famiglie residenti (12,3%, contro 10,6% nel 2016), e 9 milioni 368 mila individui (15,6% contro 14,0% dell’anno precedente).
Ma cosa si intende per «soglia di povertà relativa», da non confondere con quella assoluta? Per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media per persona nel paese, che nel 2017 è risultata pari a 1.085,22 euro al mese. Quanto alla soglia di povertà assoluta, è la spesa minima necessaria per acquisire i beni e servizi inseriti nel paniere di povertà assoluta; un dato che si costruisce sulla base della dimensione della famiglia.
Come la povertà assoluta, la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie con 4 componenti (19,8%) o 5 componenti e più (30,2%), soprattutto tra quelle giovani: raggiunge il 16,3% se la persona di riferimento è un under35, mentre scende al 10,0% nel caso di un ultra sessantaquattrenne.
L’incidenza di povertà relativa si mantiene elevata per le famiglie di operai e assimilati (19,5%) e per quelle con persona di riferimento in cerca di occupazione (37,0%), queste ultime in peggioramento rispetto al 31,0% del 2016.
Si confermano le difficoltà per le famiglie di soli stranieri: l’incidenza raggiunge il 34,5%, con forti differenziazioni sul territorio (29,3% al Centro, 59,6% nel Mezzogiorno).
Editoria, lo speciale salute PreSa in edicola con ItaliaOggi
News Presa, SpecialiOggi è in edicola, all’interno del quotidiano economico ItaliaOggi lo speciale di giugno realizzato in partrnership con PreSa.
Questo mese, servizi e interventi sul lavoro in sanità, con uno sguardo anche agli appalti e alla gestione del sistema a pochi mesi dal 40esimo anniversario della nascita del SSN.
Nella pagina “La sanità nel Palazzo”, riportiamo l’elenco delle commissioni parlamentari “Igiene e Sanità” del Senato e “Affari Sociali” della Camera, che si sono costituite nei giorni scorsi.
Inoltre, spazio alla salute e al sociale con il carcinoma cutaneo a cellule squamose, le malattie rare e l’impegno del golf per l’inclusione dei pazienti autistici e con altre disabilità.
Cardarelli – Niguarda, intesa sulla salute
News PresaCosa ci fa il governatore della Lombardia Attilio Fontana seduto al fianco del suo omologo campano Vincenzo De Luca e per di più con una spilletta del Cardarelli di Napoli al bavero della giacca? La risposta è in un protocollo d’intesa che l’azienda ospedaliera partenopea Antonio Cardarelli ha siglato con il Niguarda di Milano. Un accordo ricco di contenuti che, tradotto in fatti, significherà «migliore assistenza ai cittadini delle due regioni».
Sinergie
L’obiettivo è quello di creare sinergie e instaurare collaborazioni, trasferire quanto di buono si è realizzato nel tempo e sfruttare il know how altrui per crescere e innovarsi reciprocamente. Per questo i due direttori generali Ciro Verdoliva (Cardarelli) e Marco Trivelli (Niguarda) hanno deciso – diversi mesi fa – di siglare un protocollo di intesa strategico che vede le due aziende ospedaliere protagoniste di una sorta di gemellaggio. Ieri (28 giugno 2018) a Milano, il primo degli appuntamenti istituzionali si è concluso con una conferenza stampa che ha visto, appunto, fianco a fianco il presidente della Regione Campania,Vincenzo De Luca, e il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. In un’unica sala, direzioni strategiche e medici dei due ospedali, a discutere dell’unica cosa che conta: la salute dei cittadini.
Fare squadra
Ciro Verdoliva, direttore generale del Cardarelli di Napoli
«Due giornate di lavoro molto proficue – dice il direttore generale del Cardarelli, Ciro Verdoliva – perché viene sancita in maniera ancor più ufficiale una collaborazione e un confronto tra le due aziende ospedaliere. I nostri specialisti hanno discusso, tra le altre cose, di medicina interna, medicina perioperatoria e stroke. Confronti che abbiamo voluto realizzare a partire dalle similitudini, sia strutturali che di attività, portati avanti focalizzandosi sulle eccellenze ed entrambi gli ospedali hanno molto da dire in questo senso. L’obiettivo è quello di migliorare la consapevolezza organizzativa e favorire in specifici ambiti, lo sviluppo di nuove attività di carattere clinico. Sono certo che da questo protocollo d’intesa potranno nascere molti miglioramenti dei quali, alla fine, si avvantaggeranno i cittadini».
Tre livelli di confronto
Per questo si è deciso di articolare il confronto puntando su tre livelli: un inquadramento complessivo, evidenziando anche similarità e differenze per il ruolo delle due aziende ospedaliere nel contesto regionale e metropolitano e per l’assetto organizzativo. Un confronto su aree di attività omogenee tra le due organizzazioni, come l’area di emergenza/accettazione con i processi operativi in Pronto Soccorso, il bed management e la gestione delle ustioni gravi, le reti tempo-dipendenti (dal politrauma maggiore alla gestione dello stroke alla retre infarto miocardico acuto), l’area chirurgica (con l’interazione tra chirurgia e terapia intensiva post –operatoria), l’area medica con il percorso peri-operatorio (ossia prima e dopo la fase chirurgica) dei pazienti fragili e la valutazione della complessità dei pazienti. Un confronto su attività puntuali rispetto alle quali sviluppare le collaborazioni di interesse clinico o gestionale (per esempio il trapianto isole di Langerhans, le infezioni ospedaliere, il Centro antiveleni, la Banca del tessuto muscolo-scheletrico e cute, la cartella informatizzata, il trapianto di midollo allogenico, la terapia iperbarica).
Crescere assieme
Non una competizione, ma un confronto fra strutture che hanno in comune più di quanto si possa credere. «Il Niguarda e il Cardarelli sono due grandi ospedali pubblici con quasi un secolo di storia e di assistenza», commenta Marco Trivelli. «E sono molto simili: entrambi sono sede di tutte le specialità cliniche; entrambi sono ospedali di riferimento metropolitano e regionale per le urgenze e per settori particolari, come il trattamento delle grandi ustioni, la medicina iperbarica e il centro antiveleni; hanno dimensioni simili. Inoltre, sebbene non siano né poli universitari né istituti di ricerca (IRCCS), Niguarda e Cardarelli conducono attività di ricerca clinica e di base in collaborazione con Università e centri di ricerca internazionali e rappresentano un grande polo di attrazione per la formazione post specialistica. Ho riscontrato nei colleghi del Cardarelli una determinazione profonda a migliorare e sono ammirato dei progressi ottenuti: anche questo orientamento ad evolvere per migliorare i livelli di cura accomuna i professionisti delle due strutture. Per l’insieme di queste affinità strutturali e culturali, il confronto organizzativo e clinico si prospetta particolarmente ricco». Gli incontri bilaterali proseguiranno nei prossimi mesi.
“Le donne salveranno il mondo”. I Dialoghi a Spoleto
News PresaSabato 30 giugno, domenica 1, venerdì 6, sabato 7 e domenica 8 luglio, a Spoleto si terranno uno o più incontri durante la stessa giornata – della durata di un’ora e su tematiche diverse – per dialogare tra donne, di fronte a una platea aperta a tutti, e scoprire quanto hanno in comune pur rappresentando scenari diversi della società, per i ruoli che ricoprono, le responsabilità che investono o le professioni che svolgono.
Questa seconda edizione varca i confini nazionali ed è dedicata alle donne dello scenario internazionale. Sono donne che, non solo in Europa, rappresentano Governi o dicasteri come il Ministero della Difesa, cariche che fino a ieri erano affidate agli uomini; donne che, per meriti scientifici – culturali – umanitari, si sono aggiudicate importanti riconoscimenti, e donne ‘vincenti’ in ogni caso.
Arriveranno a Spoleto alcune delle personalità femminili più potenti del continente europeo come le signore Ministro della Difesa attualmente in carica Olta Xhaçka dell’Albania e Marina Pendes della Bosnia-Ergzegovina, a dialogo con Nessrin Abdalla comandante curdo dell’Unità di Protezione Popolare delle Donne, in un incontro a cui parteciperà il neo Ministro della Difesa Elisabetta Trenta. Dalla Tunisia ci sarà Ouided Bouchamaoui Premio Nobel per la Pace 2015 a dialogo con Nicoletta Mantovani Pavarotti produttrice musicale e teatrale; Anna Grassellino ricercatrice alla guida del Fermilab di Chicago sarà al tavolo insieme a Patrizia Sandretto Re Rebaudengo Presidente IEO-CCM (Istituto Europeo di Oncologia-Centro Cardiologico Monzino), Elena Tremoli Direttore Scientifico del Centro Cardiologico Monzino ed è stata invitata il nuovo Ministro della Salute Giulia Grillo. Incontreremo Roya Sadat, prima regista donna dell’Afganistan, insieme alla critica cinematografica Irene Bignardi; Stephanie Okereke Linus attrice nigeriana impegnata nella lotta alla tratta, vincitrice di numerosi riconoscimenti, a confronto con Suor Gabriella Bottani coordinatrice mondiale della lotta alla tratta e responsabile dell’Associazione Talitha Kum.
E ancora, Olga Urbani imprenditrice del settore alimentare a dialogo con Shoshan Haran fondatrice e general manager di Fair Planet ed è stato invitato al dibattito anche il neo Ministro all’Agricoltura Gian Marco Centinaio.
Ospite attesa anche Valentina Battistini allenatore di calcio e fondatrice della serie “Quarta categoria”.
Interverranno Marcelle Padovani esperta di malavita organizzata e corrispondente di Nouvel Obs, Luigi Manconi coordinatore UNAR – Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali.
I ‘Dialoghi’ sono curati e ideati da Paola Severini Melograni (che condurrà i dibatti) Linda Laura Sabbadini per gli approfondimenti statistici, Filomena Greco, Nicoletta Di Benedetto per l’elaborazione del progetto, Clelia Piperno e Diva Ricevuto che si occuperanno dei rapporti con la Comunità Europea. La segreteria di redazione è di Andrea Battilana.
SABATO 30 giugno Inaugurazione Dialoghi
– Ore 17,00 “La donne salveranno il Mondo”
Introduzione con un saluto istituzionale di Luigi Manconi coordinatore UNAR – Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Dialogano Suor Gabriella Bottani coordinatrice mondiale della lotta alla tratta di persone, e Stephanie Okereke Linus attrice nigeriana impegnata nella lotta contro la tratta. Modera Paola Severini Melograni. “I numeri” di Linda Laura Sabbadini.
Conclude Marcelle Padovani “La tratta o la malavita organizzata”.
DOMENICA 1 luglio
– Ore 17,00 “Le donne difenderanno il Mondo”
Dialogano Marina Pendes Ministro della Difesa della Bosnia ed Erzegovina e Nessrin Abdalla Comandante Curdo dell’Unità di Protezione Popolare delle Donne. Modera Paola Severini Melograni.
“I numeri” di Linda Laura Sabbadini.
Conclude Elisabetta Trenta, Ministro della Difesa della Repubblica Italiana.
VENERDÌ 6 luglio
– Ore 17,00 “Le donne cambieranno il Mondo”
Dialogano Roya Sadat prima donna regista in Afghanistan a dirigere film o documentari che raccontano le ingiustizie e le restrizioni imposte alle donne del suo paese, Cristina Narbona Ruiz Presidente del partito PSOE e Irene Bignardi critica cinematografica. Modera Paola Severini Melograni. “I numeri” di Linda Laura Sabbadini.
Saranno disponibili i volumi di Irene Bignardi.
– Ore 18,00 EVENTO SPECIALE: proiezione del film “A Letter to the President” di Roya Sadat.
SABATO 7 luglio
– Ore 11,30 “Le donne salveranno il Mondo”
Dialogano Ouided Bouchamaoui Tunisia, Premio Nobel per la Pace 2015, e Nicoletta Mantovani Pavarotti produttrice musicale e teatrale. Modera Paola Severini Melograni.
“I numeri” di Linda Laura Sabbadini.
– Ore 17,00 “Le donne salveranno il Mondo”
Dialogano Anna Grassellino scienziata del Fermilab di Chicago, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo Presidente della Fondazione dell’Istituto Europeo di Oncologia e del Centro Cardiologico Monzino e Elena Tremoli Direttore Scientifico del Centro Cardiologico Monzino. Modera Paola Severini Melograni. “I numeri” di Linda Laura Sabbadini.
– Ore 18,00 EVENTO SPECIALE: Lancio della campagna per la protezione del cuore delle donne italiane.
DOMENICA 8 luglio
– Ore 11,30 EVENTO SPECIALE: Le Protagoniste della politica in Italia.
– Ore 17,00 “Le donne conquisteranno il mondo”
Dialogano Olga Urbani Amministratore delegato della Urbani Tartufi, e Shoshan Haran fondatrice di Faire planet, affronta la mancanza di semi di qualità per i piccoli agricoltori dei paesi in via di sviluppo.
Il calcio come mezzo di integrazione. “Quarta Categoria” al Senato
Eventi d'interesse, Sport“Essere speciali significa far capire a tutti che i propri punti deboli possono diventare le cose di cui siamo più orgogliosi”: nell’aula Koch del Senato, la senatrice Anna Maria Bernini apre con le parole della campionessa paralimpica Bebe Vio l’evento “Un gol al 90º – Quarta Categoria”, dedicato al torneo calcistico che dal gennaio 2017 consente agli atleti con disabilità di giocare a calcio in una Lega a loro riservata.
Tra i sorrisi e le maglie variopinte dei giovani calciatori, sono state premiate al Senato le squadre “special” vincitrici dei rispettivi tornei regionali (Juventus, Benevento, Spal, Parma, Foggia, Salernitana, Alessandria, San Benedettese e Livorno) e sono stati illustrati i prossimi sviluppi del progetto, nato da un’idea di Valentina Battistini, giornalista e allenatrice di calcio. In primis l’istituzione dalla prossima stagione calcistica del fondo di solidarietà sportiva “4 Special”. A seguire il progetto no profit “Dalla scuola allo stadio” che permetterà ai ragazzi con disabilità anche gravi di andare con la propria classe allo stadio assistiti da personale competente) o con la propria famiglia con il patrocinio oneroso di Quarta Categoria per la parte competente, il protocollo di ricerca medica scientifica dell’Università San Raffaele avviato a gennaio 2018 sugli atleti di Quarta Categoria e la trasmissione tv “4 Special Sky” che andrà in onda da ottobre 2018 sul canale 808 della piattaforma Sky.
Durante la premiazione c’erano il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport Giancarlo Giorgetti, il Commissario straordinario della FIGC, Roberto Fabbricini, il sub commissario FIGC Alessandro Costacurta, il viceministro alla Famiglia e alla Disabilità Vincenzo Zoccano, la capogruppo di Forza Italia al Senato Anna Maria Bernini, il presidente della Lega Serie A Gaetano Miccichè, il membro onorario di FIGC-UEFA e di Quarta categoria Antonio Matarrese, il presidente della Lega Serie B Mauro Balata, il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina, e l’ex presidente della FIGC Carlo Tavecchio, che ha firmato per primo la convenzione tra la Lega e Quarta categoria.
“Sono convinto – ha sottolineato Fabbricini – che lo sport sia uno strumento utilissimo per favorire l’inclusione sociale. Tutto il mondo del calcio ha sposato con convinzione questa iniziativa, solo così si è potuto realizzare il sogno di tanti ragazzi. Il nostro compito è continuare ad intensificare gli sforzi per sviluppare e rafforzare progettualità di questo genere, con la stessa partecipazione trasversale, sportiva e istituzionale, come dimostrano le autorevoli presenze in questa sala”.
Il sottosegretario Giorgetti ha sottolineato la totale indipendenza e autonomia del progetto. “Cosa ha fatto il governo per questo progetto? Niente. Sono state le componenti del mondo del calcio, con il loro entusiasmo e la loro capacità organizzativa, a renderlo possibile. Il mondo dello sport esiste grazie ad appassionati e volontari. In questo progetto, le famiglie hanno trovato risposta che in altre circostanze non trovano dallo Stato. Quarta categoria riceverà da oggi lo sguardo benevolo e attento del governo, oltre a un aiuto concreto”.
Tra gli interventi anche quello di Vittorio Bosio, presidente del Centro Sportivo Italiano, che ha firmato la convenzione che ha dato vita a Quarta categoria. “Non immaginavamo – ha dichiarato – che questo progetto si sarebbe trasformato in una grande avventura; questo dimostra che, quando il mondo dello sport fa squadra, si ottengono grandi risultati”.
Il viceministro Vincenzo Zoccano, per tanti anni presidente forum italiano sulla disabilità, ha detto: “Oggi più che mai la disabilità ha bisogno di condividere i saperi e le conoscenze, non ci deve togliere diritto di essere cittadini. In questa legislatura abbiamo la possibilità di farlo. È un onore che vorrei condividere con ciascuno di voi. Il calcio è un formidabile aggregatore sociale: dove vive bene un disabile, viviamo meglio tutti”.
Dopo gli interventi, gli atleti hanno ricevuto una copia della costituzione dalle mani del senatore Lucio Malan e Alessandra Gallone.
Droga, è allarme. +39% in due anni, giovani quadruplicati
PrevenzioneCrescono i consumatori e si abbassa l’età. L’aumento del consumo di droga fra i minorenni è una vera impennata: il numero è quadruplicato in due anni, otto casi su dieci riguardano la cannabis. In generale, dal 2015, le persone segnalate per uso di droga sono aumentate del 39%. Inoltre, il 30% dei detenuti entra in carcere per motivi legati agli stupefacenti, un quarto della popolazione in cella è tossicodipendente. È questo il quadro che emerge dal nono Libro Bianco sulle droghe promosso dalla onlus Società della Ragione, insieme a Forum droghe, Antigone, Cgil, Cnca e Associazione Luca Coscioni.
Numero minori quadruplicato
Le segnalazioni sono passate dalle 27.718 del 2015 alle 38.613 del 2017, con un’impennata di quelle di minori. L’indagine è stata presentata ieri mattina (martedì 26 giugno) al Senato, in occasione della Giornata internazionale contro il narcotraffico. Aumenta del 15% anche il numero delle sanzioni amministrative: dalle 13.509 del 2015 alle 15.581 del 2017. Destinatari, otto volte su dieci, i consumatori di cannabinoidi (79%); seguono quelli di cocaina (14%) ed eroina (5%). L’Italia si conferma il terzo Paese europeo in cui si consuma più cannabis, con il 33% della popolazione che l’ha provata almeno una volta nella vita.
“Politiche repressive”
Da dieci anni il rapporto si caratterizza come un’analisi indipendente sugli effetti della legislazione sulle droghe sul sistema penale, sui servizi e sulla società italiana. Su questo punto le associazioni del “Cartello di Genova”, tra cui Associazione Luca Coscioni, Forum Droghe, Antigone, Cgil e Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, che hanno preso parte alla presentazione del documento in Senato, hanno denunciato “politiche repressive non solo verso chi spaccia ma anche verso chi detiene droghe”. Dal 1990 a oggi, sono oltre un milione 214mila le persone segnalate per possesso di sostanze stupefacenti a uso personale: di queste, 884mila (il 73%) per derivati della marijuana. Numeri che “riportano al centro dell’attenzione pubblica la mancanza in Italia di politiche e risposte istituzionali in materia”, dichiara all’Ansa Marco Perduca, coordinatore della campagna Legalizziamo.it dell’Associazione Luca Coscioni.
Poveri assoluti, sono 5 milioni in Italia. i nuovi dati ISTAT
Ricerca innovazioneNel 2017 si stima che le famiglie in povertà assoluta siano 1 milione e 778 mila, in cui vivono 5 milioni e 58 mila individui. Rispetto al 2016 i poveri assoluti nel nostro Paese crescono in termini sia di famiglie sia di individui: l’incidenza è pari al 6,9% per le famiglie (da 6,3% nel 2016) e all’8,4% per gli individui (da 7,9%). Due decimi di punto della crescita rispetto al 2016 sia per le famiglie sia per gli individui si devono all’inflazione registrata nel 2017. Entrambi i valori sono i più alti della serie storica, che prende avvio dal 2005. A definire bene i contorni di un’Italia che soffre e arranca è l’ultimo rapporto dell’Istituto di Statistica.
Preoccupa il dato sui minori: nel 2017 l’incidenza della povertà assoluta resta elevata e pari al 12,1% (1 milione 208 mila, 12,5% nel 2016); si attesta quindi al 10,5% tra le famiglie dove è presente almeno un figlio minore, rimanendo molto diffusa tra quelle con tre o più figli minori (20,9%).
Soffre il Mezzogiorno
L’incidenza di poveri assoluti aumenta prevalentemente nel Mezzogiorno sia per le famiglie (da 8,5% del 2016 al 10,3%) sia per gli individui (da 9,8% a 11,4%), soprattutto per il peggioramento registrato nei comuni Centro di area metropolitana (da 5,8% a 10,1%) e nei comuni più piccoli fino a 50mila abitanti (da 7,8% del 2016 a 9,8%). La povertà aumenta anche nei centri e nelle periferie delle aree metropolitane del Nord.
L’incidenza della povertà assoluta diminuisce all’aumentare dell’età della persona di riferimento. Il valore minimo, pari a 4,6%, si registra infatti tra le famiglie con persona di riferimento ultra sessantaquattrenne, quello massimo tra le famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni (9,6%).
La disoccupazione
Senza sorprese si nota che la povertà aumenta tra i non occupati e quando il capo-famiglia ha un livello d’istruzione minore, a testimonianza del ruolo centrale del lavoro e della posizione professionale. La povertà assoluta diminuisce tra gli occupati (sia dipendenti sia indipendenti) e aumenta tra i non occupati; nelle famiglie con persona di riferimento operaio, l’incidenza della povertà assoluta (11,8%) è più che doppia rispetto a quella delle famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro (4,2%).
Cresce rispetto al 2016 l’incidenza della povertà assoluta per le famiglie con persona di riferimento che ha conseguito al massimo la licenza elementare: dall’8,2% del 2016 si porta al 10,7%. Le famiglie con persona di riferimento almeno diplomata, mostrano valori dell’incidenza molto più contenuti, pari al 3,6%.
Anche i poveri relativi crescono rispetto al 2016. Nel 2017 riguarda 3 milioni 171 mila famiglie residenti (12,3%, contro 10,6% nel 2016), e 9 milioni 368 mila individui (15,6% contro 14,0% dell’anno precedente).
Ma cosa si intende per «soglia di povertà relativa», da non confondere con quella assoluta? Per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media per persona nel paese, che nel 2017 è risultata pari a 1.085,22 euro al mese. Quanto alla soglia di povertà assoluta, è la spesa minima necessaria per acquisire i beni e servizi inseriti nel paniere di povertà assoluta; un dato che si costruisce sulla base della dimensione della famiglia.
Come la povertà assoluta, la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie con 4 componenti (19,8%) o 5 componenti e più (30,2%), soprattutto tra quelle giovani: raggiunge il 16,3% se la persona di riferimento è un under35, mentre scende al 10,0% nel caso di un ultra sessantaquattrenne.
L’incidenza di povertà relativa si mantiene elevata per le famiglie di operai e assimilati (19,5%) e per quelle con persona di riferimento in cerca di occupazione (37,0%), queste ultime in peggioramento rispetto al 31,0% del 2016.
Si confermano le difficoltà per le famiglie di soli stranieri: l’incidenza raggiunge il 34,5%, con forti differenziazioni sul territorio (29,3% al Centro, 59,6% nel Mezzogiorno).
Keystone, un nuovo virus tra quelli che contagiano l’uomo
News PresaC’è purtroppo un virus in più nella lista di quelli che sono riusciti a fare il “salto” dall’animale all’essere umano, e che ora sono in condizione di nuocere. Tristemente famosi sono i virus Zika, Dengue e Chikungunya. Questo nuovo virus (nuovo per gli esseri umani) usa le zanzare per infettare organismi ospiti e si chiama Keystone, diffuso di solito fra scoiattoli, cerbiatti e procioni nel Nord della Florida. E il paziente zero è un sedicenne statunitense finito in ospedale con febbre alta e un’eruzione cutanea. Non è un caso attuale, risale a due anni fa, ma sene parla ora perché finalmente i ricercatori sono riusciti a identificare il virus e la notizia è stata ripresa da Clinical Infectious Diseases. Inizialmente si sospettava che l’adolescente fosse stato infettato dal virus Zika. Ci sono voluti invece quasi 2 anni, raccontano gli autori, per identificare la vera causa della malattia, dopo che i test avevano escluso Zika.
Battaglia complessa
«Non riuscivamo a capire cosa stava succedendo» ha confidato Glenn Morriss, direttore dell’Istituto malattie emergenti dell’ateneo alla stampa Usa. Dopo un anno e mezzo di analisi e controlli si è riusciti a far luce sul mistero. Il virus Keystone è stato infatti rilevato nei campioni prelevati al paziente ed era totalmente inatteso: non era mai stato rilevato prima negli esseri umani. Ma nonostante ciò «l’infezione potrebbe essere piuttosto comune nel Nord Della Florida», spiega Morris in una nota. I ricercatori della University of Florida sono stati coinvolti nel caso, proprio per cercare di far luce sulla condizione misteriosa che affliggeva il giovane.
Di che si tratta
Il patogeno «era stato identificato tra gli animali che vivevano nell’area di Tampa Bay nel 1964. E uno studio dell’epoca, citato dai ricercatori, aveva svelato che il 19-21% degli abitanti di quest’area era portatore di anticorpi del virus» spiega il virologo dell’università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco. Dunque, evidentemente, c’era stata un’esposizione ma il patogeno non era mai stato isolato negli esseri umani. La speranza è che non ci siano ulteriori contagi e dunque non si debba aggiungere il Keystone alla lista dei “nemici pubblici”.
Vaccini, ipotesi di proroga per il 10 luglio
News PresaPer i vaccini, dopo le polemiche, ora si pensa alla proroga. L’ipotesi è quella di rimandare la scadenza del 10 luglio, vale a dire la data entro la quale si sarebbe dovuta presentare la certificazione definitiva che provi l’avvenuta vaccinazione ai fini dell’iscrizione a scuola per il prossimo anno 2018-19. Sarebbe questa, secondo quanto si apprende, la strada in valutazione da parte del Governo in merito alla questione dell’obbligo vaccinale per andare a scuola. La revisione dell’obbligo vaccinale per l’iscrizione a scuola è prevista dal Contratto di Governo ed è stata riaffermata venerdi’ scorso dal vicepremier Salvini. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, da parte sua ha ribadito che i vaccini «sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria” e che “in discussione a livello politico sono solo le modalità migliori attraverso le quali proporli alla popolazione».
Gli obblighi
La scadenza del 10 luglio è prevista dalla legge e dalla circolare del ministero dello Salute dello scorso 16 agosto. Quanto alle vaccinazioni, la legge sull’obbligo vaccinale per la frequenza scolastica dispone che dieci vaccinazioni siano obbligatorie per i minori di eta’ compresa tra zero e sedici anni (ovvero 16 anni e 364 giorni), inclusi i minori stranieri non accompagnati per la medesima classe di età, in base alle specifiche indicazioni contenute nel Calendario vaccinale nazionale vigente nel proprio anno di nascita.
Le vaccinazioni
Diverse sono le vaccinazioni introdotte come obbligatorie, oggi il novero delle punture comprende: anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella. La legge estende quindi le vaccinazioni obbligatorie includendo l’anti-pertosse, l’anti-Haemophilus influenzae tipo b, l’anti-morbillo, l’anti-rosolia, l’anti-parotite e l’anti-varicella, «in ragione – si legge nella circolare – della loro elevata contagiosita». Queste vaccinazioni sono dunque obbligatorie e gratuite, devono essere fatte secondo le specifiche indicazioni del Calendario vaccinale nazionale. Le vaccinazioni che sono invece raccomandate e gratuite per i minori di età compresa tra zero e sedici anni, sempre in base alle specifiche indicazioni del Calendario vaccinale nazionale relativo a ciascuna coorte di nascita, sono: anti-meningococcica B, anti-meningococcica C, anti-pneumococcica, anti-rotavirus.
Polemiche
Restano ovviamente in piedi tutte le polemiche sull’obbligatorietà delle vaccinazioni, ancor più ora che il Governo si è mostrato “incerto” sul da farsi. Nelle scorse settimane era stato Matteo Salvini a riaccendere la polemica mettendo in dubbio l’efficacia e la sicurezza di alcune delle vaccinazioni obbligatori. Dichiarazioni alle quali si era sollevato l’entusiasmo di tutti i genitori contrari all’obbligo per legge, ma anche le critiche dei medici che non hanno per nulla gradito le esternazioni del ministro. Al momento – comunque – l’obbligo resta, anche se la partita sembra lontana dall’essere chiusa.
Tablet. Donne più colpite dai dolori al collo e alla schiena
Nuove tendenzeI nuovi strumenti digitali portano anche nuovi tipi di disturbi posturali. Uno tra questi è il dolore al collo che si avverte dopo essere stati troppo tempo al tablet. Uno studio però dimostra che ad essere maggiormente colpite sono le donne, rispetto agli uomini, soprattutto quelle più giovani. Il problema non è tanto la quantità di tempo passato con il tablet, quanto la postura. Il cosiddetto ‘collo da IPad’ (dall’inglese ‘IPad neck’) è solitamente associato al sedersi senza supporto per la schiena, ad esempio su una panchina o per terra, o piegarsi sul tablet mentre lo si tiene sulle ginocchia, o ancora usarlo mentre si sta di lato o di schiena. A mettere in luce questa tendenza è uno studio dell’Università del Nevada pubblicato sul Journal of Physical Therapy Science. I ricercatori hanno prodotto un sondaggio su 412 studenti di Università pubbliche, personale e docenti (135 uomini e 275 donne) utenti di tablet touchscreen sull’utilizzo del dispositivo e i disturbi al collo o alle spalle. Tra i disturbi più frequenti, sono stati riferiti: rigidità, dolore al collo, alla parte superiore della schiena, alle braccia, alle mani o alla testa. Il maggior numero di intervistati (55%) ha riferito un disagio moderato, ma il 10% ha dichiarato che i sintomi erano gravi e il 15% ha evidenziato anche disturbi del sonno. Solo il 46% però, ha dichiarato che smetterebbe di utilizzare il dispositivo in caso di disagio.
Differenze di genere
Il 70% delle donne ha riportato sintomi; tra gli uomini, invece, poco meno del 30%. Inoltre le donne avevano 2.059 volte più probabilità di sperimentare sintomi muscoloscheletrici durante l’uso, dal punto di vista statistico. La spiegazione, secondo gli studiosi, si troverebbe nel fatto che le donne avrebbero tendenzialmente una minore forza muscolare e una statura più piccola, questo potrebbe indurle ad assumere posizioni più estreme durante la digitazione. Gli studiosi hanno anche elaborato dei consigli utili a ridurre i rischi. Il primo suggerimento è di sedersi sempre dove c’è un supporto per la schiena, di posizionare il tablet su una superficie che lo mantenga rialzato e non su una piatta che costringe il collo e la schiena a incurvarsi.
Biosimilari, una sanità a portata di tutti
News PresaUna chance in più per i pazienti della Regione Campania nell’ottica di opportunità di cura per numerose patologie, grazie in particolare alla disponibilità di farmaci biosimilari di seconda generazione il cui costo, notevolmente inferiore, consentirà importanti risparmi, con i quali sarà possibile offrire risposte terapeutiche ad un numero maggiore di pazienti rispetto a quanto oggi avviene. Nel 2017, in Campania, l’utilizzo di questo tipo di farmaci è stato solo del 18 per cento sul totale dei medicinali biosimilari in commercio, come rilevato da uno studio dell’Italian Biosimilars Group, realizzato in collaborazione con IQVIA. Un dato che tuttavia colloca oggi la Campania al sesto posto tra le Regioni italiane.
Esperti a confronto
Del contributo che i medicinali biosimilari offrono – e ancor più offriranno nel prossimo futuro – con maggiori opportunità di accesso alle cure per i pazienti anche grazie ai risparmi che sono in grado di generare, si è parlato oggi nel corso di una tavola rotonda istituzionale, promossa da Italian Health Policy Brief (IHPB), rivista di politica sanitaria impegnata a promuovere opinioni e confronti per una sanità sostenibile. All’evento hanno preso parte esponenti apicali della sanità della Regione, della comunità medico-scientifica, del mondo universitario e delle associazioni di pazienti, oltre ad economisti sanitari.
Il report
Per inquadrare l’impatto positivo offerto dai farmaci biosimilari sul piano dell’economia sanitaria e quindi del loro contributo alla sostenibilità del nostro sistema sanitario, Francesco Saverio Mennini, professore di Economia Sanitaria all’Università di Roma Tor Vergata, ha elaborato, in collaborazione con il C.E.I.S. (Center for Economic and International Studies), uno studio secondo il quale l’uso attuale dei biosimilari in Italia permetterà nel 2018 una riduzione della spesa di oltre 116 milioni di euro. Un risultato, questo, assolutamente inferiore rispetto alle economie molto più consistenti che saranno possibili grazie alla prossima disponibilità dei farmaci biosimilari di seconda generazione che offriranno determinanti opportunità terapeutiche soprattutto nell’ambito delle malattie oncologiche e autoimmuni, anche se molte altre sono le aree terapeutiche interessate: in particolare diabetologia, gastroenterologia, dermatologia e reumatologia.
Interesse crescente
Come è noto, il principio attivo di un biosimilare e quello del suo medicinale di riferimento, pur essendo di fatto la stessa sostanza biologica, possono presentare differenze minime dovute appunto alla loro natura biologica e alle tecniche di produzione ma questo non incide sulla loro efficacia e sicurezza. Per Ugo Trama, responsabile della U.O.D. 08 “Politica del Farmaco e Dispositivi” presso la Direzione Generale per la tutela della Salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale «i farmaci biosimilari sono ormai una risorsa necessaria, indispensabile per il Sistema Sanitario Nazionale, che deve muoversi in un ambiente circoscritto, con vincoli di spesa, perché facilitano l’accesso alle cure, garantendo gli stessi standard di sicurezza e salute. E ovviamente sarà più ampia la fascia d’accesso di ammalati alle cure, con la possibilità di liberare risorse a settori come l’immunoterapia che hanno bisogno di parecchie investimenti». «E l’uso dei farmaci biosimilari – spiega il consigliere dell’Ordine dei Medici Mario Delfino – è importante anche in altre specializzazioni, coma la dermatologia, per esempio nella cura della psoriasi, patologia autoimmune con farmaci che costano parecchio al Sistema Sanitario Nazionale».
Il ruolo dei medici
Proprio in relazione agli aspetti qualitativi, Sabino De Placido, Ordinario di Oncologia medica, Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, ha dichiarato che: «il ruolo del clinico nella scelta del biosimilare è cruciale, giacché spetta al medico la scelta della eventuale sostituzione di un farmaco originator con il rispettivo biosimilare in corso di cura, o la scelta di iniziare un trattamento con il biosimilare piuttosto che con il medicinale di riferimento. La produzione di farmaci biosimilari – ha proseguito il professor De Placido – avviene nel rispetto di rigidi requisiti di qualità, utilizzando metodi all’avanguardia, ed è fondamentale che tali medicinali soddisfino tutti i livelli di compatibilità con il proprio originator, per ottenere l’approvazione da parte degli enti regolatori». In relazione al delicato tema delle malattie oncologiche, Fabrizio Capuano, delegato della Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariati in Oncologia (F.A.V.O) per la regione Campania ha sottolineato che «se la diffusione dell’utilizzo del biosimilare può aiutare a migliorare nel complesso l’offerta di servizi, i pazienti e le loro associazioni certamente daranno il loro contributo, anche alla luce dell’ultima norma sul consenso informato, per migliorare la perfomance d’utilizzo del biosimilare; è, però, fondamentale, che venga assicurata la garanzia assoluta sulla qualità del prodotto che viene offerto ai pazienti e sulla sua efficacia». Va detto poi che un recente studio prospettico pubblicato da IQUVIA ipotizza che, a livello nazionale, nel periodo 2017 – 2022 il risparmio complessivo potrebbe assestarsi intorno ai 450 milioni di euro grazie ad una riduzione dei prezzi pari a circa il 30%.