Decadimento cognitivo si rivela da quello motorio. Lo studio
Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha messo in evidenza una connessione tra decadimento motorio e declino cognitivo. Una sindrome specifica, la motoric cognitive risk syndrome (MCR), potrebbe anticipare di anni l’insorgere di malattie come l’Alzheimer. Studi recenti, tra cui uno pubblicato su Neurology dall’équipe di Victoire Leroy dell’Albert Einstein College di New York, stanno approfondendo il legame tra rallentamento motorio e declino cognitivo, mostrando come la diagnosi precoce di MCR possa rivelarsi cruciale.
La mcr, una condizione sottovalutata
La MCR, individuata per la prima volta nel 2014 da Joe Verghese, si manifesta con sintomi come sonnolenza diurna e riduzione delle attività quotidiane. A differenza della compromissione cognitiva lieve (MCI), che si caratterizza per problemi di memoria e funge spesso da preludio all’Alzheimer, la MCR colpisce la sfera motoria. Questo aspetto può rendere la sindrome più difficile da riconoscere.
Uno studio dell’Università di Sichuan pubblicato su Aging & Mental Health ha analizzato dati di oltre 187mila individui in Europa, Stati Uniti, Messico, India e Cina. Ha rilevato una prevalenza globale del 9%, con tassi più alti tra gli ispano-americani, le donne, gli anziani con bassa scolarità e chi soffre di depressione o problemi cardiovascolari.
Marcia ed equilibrio come segnali chiave
Il rallentamento della marcia è il segno distintivo della MCR. La diagnosi richiede test specifici, come la valutazione del passo su un tapis roulant. Uno studio coreano pubblicato su JAMA lo scorso ottobre, che ha coinvolto oltre un milione di over 65, ha indicato come anche l’equilibrio su una gamba sola possa rivelare segnali di rischio: i pazienti con MCR falliscono questo test il doppio delle volte rispetto agli altri.
Le cause del rallentamento motorio sono complesse. Nel 2019, Stephen Mullin dell’Università di Plymouth ha individuato, tramite risonanza magnetica, una correlazione tra MCR e una riduzione della corteccia motoria e premotoria. Questi cambiamenti nel cervello potrebbero anticipare di molti anni il declino cognitivo: uno studio del 2023 pubblicato su Gerontology ha mostrato che le alterazioni della marcia si manifestano fino a 12 anni prima della diagnosi di MCI.
Sintomi e difficoltà quotidiane
Oltre ai problemi di marcia ed equilibrio, i pazienti con MCR spesso non riescono a gestire le normali attività quotidiane, come la pulizia della casa o l’igiene personale. Nonostante non risultino segnali di demenza agli esami neurologici standard, presentano una fragilità che li espone a un rischio maggiore di isolamento e peggioramento clinico.
I fattori di rischio includono uno stile di vita sedentario, obesità (BMI ≥ 30 kg/m²), disturbi renali e metabolici. Molti di questi pazienti percorrono meno di 400 metri al giorno e evitano le scale, limitando ulteriormente la loro mobilità e indipendenza.
La solitudine come aggravante
Il matrimonio o la convivenza con un partner rappresentano un fattore protettivo contro la MCR. La solitudine, invece, è un rischio significativo, soprattutto per gli anziani. Anche la presenza di un badante può fare la differenza. Uno studio ha mostrato che il supporto emotivo di una figura di riferimento riduce l’isolamento e incoraggia il coinvolgimento sociale, migliorando la qualità della vita dei pazienti.
Decadimento cognitivo: prevenzione e ruolo della vitamina D
La prevenzione passa anche attraverso un’adeguata alimentazione. La vitamina D, secondo uno studio del 2022 dell’Università di Angers pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, gioca un ruolo fondamentale nella regolazione dei sistemi muscolare e nervoso. Nei pazienti con MCR, una carenza di vitamina D è stata associata a rallentamento motorio, disturbi cognitivi e maggiore rischio di cadute.
Gli alimenti ricchi di vitamina D, come uova e pesci grassi, possono aiutare a prevenire il declino motorio e cognitivo, soprattutto negli anziani.
Coinvolgimento sociale come terapia
Il coinvolgimento sociale e l’attività fisica possono rappresentare strumenti di prevenzione e cura. Portare i pazienti a fare la spesa, a ballare o in palestra può ridurre il rischio di isolamento e favorire un miglioramento motorio. Molti pazienti manifestano una paura costante di cadere, un sintomo che spesso riflette i disturbi motori in fase iniziale. Questo timore è fondato: il rischio di cadute è effettivamente più alto nei pazienti con MCR, probabilmente a causa di alterazioni nei meccanismi vestibolari di controllo dell’equilibrio.