Un tumore all’utero di 15 chili e un intervento che ha dell’incredibile. La storia è quella di Francesca (nome di fantasia), paziente di 60 anni affetta nanismo ipofisario, che si è sentita dire dai medici di avere una neoplasia pesante quanto un bambino di tre anni. Facile immaginare lo choc della donna e quali angosce in attesa dell’intervento alla Federico II. Dover affrontare una neoplasia è già molto dura, se poi si tratta di un caso tanto raro è ancor più difficile.
Caso raro
Ad accogliere la paziente e accettare quello che per altri sarebbe stato un salto nel buio, l’equipe del professor Giuseppe Bifulco, responsabile dell’Unità Operativa di Fisiopatologia Ostetrico-Ginecologica del Dipartimento Materno Infantile diretto dal professor Giuseppe De Placido, in collaborazione con il dottor Gaetano Luglio. Quello di Francesca è stato il primo intervento di questo tipo realizzato presso il Policlinico Federiciano. Un caso davvero raro, a detta degli stessi esterrefatti chirurghi. «Le dimensioni della massa, in una paziente già minuta a causa della sua patologia – hanno spiegato i medici – e la contiguità con organi vitali della cavità addominale, hanno reso, infatti, l’operazione oltre che unica, rischiosa e complessa».
Spazi vitali
L’addome di Francesca era completamente occupato dal tumore. Questo determinava la compressione degli organi interni che, addirittura, venivano spostati sui lati. Tanto che negli ultimi periodi la donna aveva difficoltà a respirare, urinare e persino a camminare. L’intervento, durato circa tre ore, è servito ad asportazione quella massa incredibile. E’ stato necessario eliminare utero e ovaie, ma i chirurghi sono riusciti a preservare l’integrità di tutti gli organi dell’addome e della pelvi. Tutto è andato per il meglio, nonostante il caso fosse da manuali di medicina. Oggi Francesca affronta una serena convalescenza post-chirurgica ed è presti potrà tornare alla sua vita di sempre. Molto più leggera.