I sintomi della contrattura muscolare
Dal punto di vista clinico, la contrattura muscolare è una contrazione che dura nel tempo delle fibre del muscolo. La sensazione che si ha è quella di una rigidità del muscolo che può arrivare fino al dolore vero e proprio. Sono questi i sintomi che dobbiamo riconoscere. Non tutti sanno che la contrattura è una sorta di difesa messa in atto dall’organismo che cerca di limitare il movimento quando un muscolo è eccessivamente sollecitato. Succede quando il corpo si rede conto che stiamo superando le nostre capacità e un’articolazione che non si muove nella maniera giusta.
Come intervenire per curare una contrattura
In linea di massima, quello che serve è il riposo. Solitamente una contrattura guarisce in modo spontaneo. Assolutamente da evitare è il tentativo di mettere a posto le cose intensificando lo sport, cosa che può solo far aumentare il fastidio e il dolore nella zona colpita dalla contrattura. In alcuni casi, però, la contrattura può essere più seria del previsto e può essere molto utile il trattamento manuale (massoterapia decontratturante, trattamenti manipolativi) eventualmente associato a terapie fisiche in grado di rilasciare calore (tecarterapia, laser, ecc), a giudizio del fisiatra.
Tempi di recupero dalle contratture
In genere, per guarire da una contrattura, basta una settimana di riposo. Il discorso cambia per le contratture muscolari recidivanti o croniche che sono la diretta conseguenza di problemi posturali. In questi casi, per una risoluzione definitiva, è necessario effettuare una visita fisiatrica (completa di una valutazione posturale) per individuare la causa precisa e programmare poi il trattamento più appropriato con il fisioterapista.
Lo stiramento muscolare
Diversa è la questione quando si parla di stiramento muscolare (o elongazione), che si verifica quando le fibre muscolari si allungano più del dovuto. Ma niente panico: non significa che ci sia una rottura. È solo un piccolo avviso dal nostro corpo per farci capire che stiamo esagerando un po’. Tra le principali ragioni per cui ci si ritrova con uno stiramento c’è la scarsa preparazione ad uno sforzo improvviso (mancato riscaldamento), ma può anche essere causato da movimenti troppo bruschi, squilibri posturali e muscolari o tempi di recupero insufficienti dopo uno sforzo o un infortunio. In poche parole, se chiediamo troppo al nostro corpo senza prepararlo adeguatamente, il rischio di stirarci un muscolo aumenta.
I sintomi da riconoscere
- Rigidità muscolare
- Difficoltà a muovere la zona colpita
- Un fastidioso indolenzimento
Cosa fare in caso di stiramento?
Lo strappo muscolare: quando la situazione si fa più seria
Lo strappo muscolare è un po’ il fratello maggiore, e decisamente più antipatico, dello stiramento. Si tratta della rottura vera e propria di uno o più fasci di fibre muscolari, solitamente causata da uno stress eccessivo. In pratica, il muscolo viene tirato al di là del suo limite.
Le cause dello strappo muscolare
Tra le cause più comuni ci sono contrazioni brusche, movimenti scorretti (per esempio uno scatto improvviso) o traumi diretti. Il muscolo subisce una tensione così forte da non riuscire più a reggere, portando alla rottura delle fibre. Gli strappi muscolari non sono tutti uguali, si suddividono in base alla gravità:
- Lesione di primo grado: un fastidio, qualche crampo, ma il muscolo funziona ancora. Non ci sono grosse perdite di forza o movimento.
- Lesione di secondo grado: qui il dolore diventa più forte e accompagnato da gonfiore e lividi. Il muscolo perde forza e la libertà di movimento è ridotta.
- Lesione di terzo grado: il muscolo è completamente strappato. Il dolore è intenso, il gonfiore evidente e si formano ampi lividi a causa del sangue che fuoriesce. In questo caso, anche le azioni più semplici diventano difficili.
Cosa fare in caso di strappo muscolare?
Se si sospetta uno strappo muscolare, la prima cosa da fare è rivolgersi a un medico per una diagnosi accurata. Una volta stabilita la gravità, il trattamento potrebbe seguire il protocollo RICE (Riposo, Ghiaccio, Compressione, Elevazione), ma nei casi più gravi potrebbe essere necessario intervenire con la fisioterapia o, raramente, con un’operazione chirurgica.