Funghi oceanici, sinora sconosciuti, potrebbero portare alla scoperta di nuovi farmaci. Non sorprende che la notizia abbia attirato l’attenzione dei media e abbia creato un certo entusiasmo nella comunità scientifica. Questi funghi, potenzialmente molto utili al progresso della medicina, sono stati scoperti nel cuore dell’oceano crepuscolare, quella zona di oceano che si trova tra i 200 metri e i 1000 metri di profondità.
Nuovi farmaci
Come detto, a rendere particolarmente importante la scoperta è la possibilità che questi funghi possano contenere sostanze utili alla realizzazione di nuovi farmaci, tanto che autorevoli fonti dell’Istituto di Oceanografia Scripps dell’Università della California hanno paragonato il potenziale dei funghi oceanici a quello della penicillina, antibiotico originariamente derivato da un fungo terrestre. L’ipotesi è che tra i funghi oceanici potrebbero nascondersi composti biochimici in grado di generare nuovi farmaci rivoluzionari. La speranza è individuare nuove specie con proprietà uniche che potrebbero rappresentare una risorsa preziosa per il settore medico.
DNA oceanico
In queste ricerche il lancio del nuovo catalogo del DNA oceanico ha segnato un passo significativo nell’avanzamento scientifico. Con oltre 317 milioni di gruppi genici di organismi marini, il catalogo offre una ricca fonte di dati che può contribuire alla comprensione della biodiversità oceanica. La biotecnologia marina, un settore valutato oggi a 6 miliardi di dollari, si prevede che crescerà quasi al doppio entro il 2032.
Diversità genetica
Il professor Carlos Duarte, esperto di scienze marine, ha rivelato un’altra sorprendente scoperta relativa al ruolo dei virus nell’aumentare la diversità genetica negli oceani. I virus agiscono come “corrieri genetici,” spostando geni da un organismo all’altro e contribuendo così alla creazione di biodiversità genomica. Questo processo accelera le evoluzioni e può avere impatti significativi sulla comprensione della vita marina.
Non solo salute
Una delle scoperte più entusiasmanti è la capacità dei funghi oceanici di degradare la plastica, incluso il degradamento di polimeri sintetici derivati dagli idrocarburi. Questo rappresenterebbe una soluzione ecologica al problema crescente dell’inquinamento. Nonostante i progressi, il catalogo del DNA oceanico ha evidenziato lacune nella nostra comprensione del fondale oceanico. La necessità di aumentare gli studi mirati al fondale marino è emersa come una priorità, specialmente considerando gli avanzamenti tecnologici nel supercalcolo e sequenziamento. Questi progressi consentiranno di ottenere più informazioni dai campioni esistenti a costi più contenuti, aprendo nuove prospettive per la ricerca marina.