In Europa la salute è al secondo posto tra le voci di spesa pubblica (7,1 % di spesa in percentuale sul Pil). Al primo posto si trovano pensioni e servizi sociali con il 19,1% di incidenza sul Pil. Tuttavia, le differenze tra gli Stati membri ci sono. A fare un quadro della situazione sono gli ultimi dati dell’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea (relativi al 2016).
Danimarca (8,6%), Francia (8,1%) e Austria (8%) hanno registrato le percentuali più alte di spesa pubblica per la salute tra gli Stati membri. Danimarca e Regno Unito puntano di più sull’ospedale, Spagna, Finlandia e Svezia sul territorio. Per l’Italia valori sempre in media Ue o a metà classifica. L’incidenza della spesa per la salute crolla a Cipro, Lettonia, Polonia, Lussemburgo e Ungheria, tutte al di sotto del 4,8%. Alla protezione sociale l’Italia destina il 20% del Pil.
La spesa pubblica in protezione sociale più elevata è in Finlandia e la più bassa in Irlanda. Questa voce è stata la più grande area di spesa delle amministrazioni pubbliche nel 2016 in tutti gli Stati membri dell’Ue. Otto Stati membri: Finlandia, Francia, Danimarca, Austria, Italia, Grecia, Svezia e Belgio – destinano almeno il 20% del Pil alla protezione sociale, mentre Irlanda, Lituania, Romania, Lettonia, Malta, Repubblica ceca e Bulgaria hanno speso ciascuno meno del 13% del Pil. La spesa per la protezione sociale può essere poi suddivisa in una serie di sottogruppi.
Pensioni
Il primo comprende le pensioni, cioè la spesa delle amministrazioni pubbliche per la “vecchiaia” che rappresentava bensì il 10,2% del Pil in media Ue. La più alta nel 2016 è stata in Grecia (16,0%), seguita da Finlandia (13,7%), Francia e Italia (entrambi il 13,5%) e Austria (13,0%). Al contrario, l’Irlanda (3,5%), la Lituania (5,9%), Cipro (6,2%) e Paesi Bassi (6,7%) hanno registrato le azioni più basse.
Salute
La spesa “sanitaria” è, quindi, la seconda voce più consistente delle spese delle amministrazioni pubbliche dopo le spese per la “protezione sociale”. Nell’Ue-28, la spesa totale delle amministrazioni pubbliche in materia di “salute” è stata in media del 7,1% del Pil.
Ospedali
Per quanto riguarda il peso dell’ospedale sul Pil, con la media Ue rilevata nel 2015 al 3,4% e quella dell’Italia al 3%, al top c’è la Danimarca col 6,1% seguita dal Regno Unito con il 5,7% mentre sul versante opposto, a parte le nazioni dove il dato 2016 non è stato rilevato, l’incidenza più bassa la registrano il Lussemburgo con lo 0,1% e Cipro con l’1,9 per cento.
Considerando i servizi sul territorio quelli definiti “ambulatoriali”, la media Ue è di un’incidenza sul Pil del 2,2% e l’Italia è al 2,6%, ma al livello massimo c’è la Spagna col 4,7%, seguita da Finlandia (3,2%) e Svezia (3%), mentre l’incidenza di questi servizi è bassissima (0,1%) a Cipro e in Romania seguite (0,5%) da Estonia e Grecia e dalla Bulgaria allo 0,6% e il Regno Unito allo 0,7 per cento.
Istruzione
Danimarca e Svezia (6,9% del Pil), Belgio (6,4%) e Finlandia (6,1%) hanno registrato le maggiori quote di spesa pubblica per l ‘istruzione nel 2016.
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