Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana dal 28 aprile al 4 maggio, una diminuzione dei nuovi casi e dei decessi. In particolare, rispetto alla settimana precedente:
- Decessi: 1.826 (-19,9%)
- Terapia intensiva: -325 (-11,8%)
- Ricoverati con sintomi: -2.136 (-10,5%)
- Isolamento domiciliare: -31.799 (-7,5%)
- Nuovi casi: 78.309 (-13,4%)
- Casi attualmente positivi: -34.260 (-7,6%)
«Continua la lenta discesa dei nuovi casi settimanali – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – anche se s’intravedono precoci segnali di aumento della circolazione del virus». Innanzitutto, il lieve incremento dell’Rt medio calcolato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sui casi sintomatici che nel periodo 7-20 aprile è di 0,85 (range 0,80–0,91) rispetto a 0,81 (range 0,77-0,89) del periodo 31 marzo-13 aprile; in secondo luogo, come rilevato dall’ultimo bollettino dell’ISS, dalla prima metà di aprile la risalita dei nuovi casi nelle fasce 3-5 e 6-10 anni, verosimile conseguenza della ripresa delle attività scolastiche in presenza.
Minime questa settimana le differenze regionali: aumento della variazione percentuale dei nuovi casi in 1 Regione e dei casi attualmente positivi in 2 Regioni (tabella).
«Con il progressivo calo dei nuovi casi – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – continua a ridursi la pressione sugli ospedali, dove le curve dei posti letto occupati in area medica e terapia intensiva continuano a scendere da 4 settimane consecutive». In dettaglio:
- Area medica: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 29.337), con una discesa del 38% in 29 giorni. L’occupazione dei posti letto da parte dei pazienti COVID resta sopra la soglia del 40% in 2 Regioni (tabella).
- Terapia intensiva: la curva ha raggiunto il picco il 6 aprile (n. 3.743), con una discesa del 35,3% in 29 giorni; la soglia di saturazione del 30% risulta ancora superata in 4 Regioni (tabella). «Anche il numero dei nuovi ingressi giornalieri in terapia intensiva sta progressivamente diminuendo – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – con una media mobile a 7 giorni di 135 ingressi/die».
Il monitoraggio Gimbe: situazione vaccini
Al 5 maggio risultano consegnate 24.779.590 dosi, il 32,5% di quelle previste per il 1° semestre 2021.
«Sul fronte consegne – spiega Cartabellotta – molto incoraggiante il deciso aumento dell’ultima settimana: quasi 5 milioni di dosi, un colpo di acceleratore decisivo per garantire 3,5 milioni di somministrazioni settimanali».
Inoltre, al 5 maggio, il 25,5% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 15.200.724) e il 10,9% ha completato il ciclo vaccinale (n. 6.522.822), con modeste differenze regionali: dal 28,2% di vaccinati con almeno una dose della Liguria al 21,6% della Sicilia. Nella settimana 26 aprile-2 maggio si registra, rispetto alla precedente, un incremento delle somministrazioni del 20% con una media mobile a 7 giorni che raggiunge quota 432.860 somministrazioni/die (vs 361.326 del 27 aprile). «Il progressivo incremento delle consegne – commenta Gili – insieme alle scorte disponibili renderebbero finalmente possibile mantenere costanti le 500.000 somministrazioni al giorno, obiettivo raggiunto per ora solo con l’exploit del 29 e 30 aprile». Relativamente ai target fissati dal Commissario Figliuolo per la settimana 22-29 aprileemergono marcate differenze regionali: 9 Regioni hanno superato il target assegnato, mentre 12 sono rimaste sottosoglia.
Vaccini: copertura delle categorie prioritarie. Oltre la metà degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con le Province autonome di Trento e Bolzano che si avvicinano al 70%. Se, tuttavia, nelle fasce over 80 e 70-79 anni la percentuale dei vaccinati con almeno una dose è ormai elevata, la fascia 60-69, che “pesa” molto sui ricoveri ospedalieri, rimane ancora indietro. In dettaglio:
- Over 80: degli oltre 4,4 milioni, 3.134.089 (70,9%) hanno completato il ciclo vaccinale e 778.130 (17,6%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 10).
- Fascia 70-79 anni: degli oltre 5,9 milioni, 725.559 (12,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 3.226.312 (54,1%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 11).
- Fascia 60-69 anni: degli oltre 7,3 milioni, 680.900 (9,2%) hanno completato il ciclo vaccinale e 2.078.360 (28,2%) hanno ricevuto solo la prima dose (figura 12).
- Soggetti fragili e loro caregiver: somministrate 3.614.254 dosi, su cui è impossibile effettuate ulteriori analisi, perché tuttora per questa categoria non è noto il denominatore totale e la sua distribuzione regionale, né la suddivisione tra 1a e 2a dose.
«Nella fase discendente della terza ondata – conclude Cartabellotta – emerge un incremento dei casi in età scolare, senza dubbio influenzato anche dalle attività di screening e tracciamento dei contatti. Se l’aumento dei nuovi casi nella popolazione scolastica era atteso, la scelta politica di riprendere le attività in presenza non è stata accompagnata da nuove linee guida per contenere la maggiore contagiosità della variante inglese. In ogni caso, in un’Italia quasi tutta gialla e con coperture vaccinali insufficienti per arginare la circolazione del virus, è fondamentale rimarcare l’importanza dei comportamenti individuali: distanze, mascherine e aria aperta devono essere le parole chiave dei prossimi mesi, insieme alla “corsa” al vaccino non appena arriva il proprio turno».