Dalla Terra dei Fuochi alla ricerca, passando per la centralità delle Reti. A tutto campo, Walter Ricciardi ha affrontato i temi “caldi” per la salute e per la Sanità in Campania. Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità ha parlato in occasione dell’incontro sul tema «Le nuove frontiere della ricerca scientifica», organizzato dall’Istituto Sdn di Marco Salvatore.
Terra dei Fuochi
Una delle notizie più interessanti, ma anche poco rassicuranti, riguarda la cosiddetta Terra dei Fuochi, argomento sul quale Ricciardi ha sottolineato il “ritardo” della Regione. «Ho paragonato la gestione della Terra dei Fuochi al caso Ilva di Taranto», ha spiegato. «In entrambi i casi Parlamento e Governo hanno dato risorse importanti, onestamente però devo dire che la Regione Campania è un po’ più indietro rispetto alla Regione Puglia». Sabato scorso Ricciardi ha preso parte ad una riunione presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord.
Fare chiarezza
«Abbiamo firmato con quella Procura un accordo di collaborazione e sabato scorso abbiamo fatto un primo punto – ha sottolineato – andremo avanti, ma non per castigare qualcuno, piuttosto per dare risposte alle persone. Queste mamme che hanno denunciato che i bambini continuano a morire hanno bisogno di risposte anche i cittadini ne hanno bisogno. Noi, come Iss, scientificamente aiuteremo gli investigatori, ma cercheremo di aiutare anche il sistema sanitario. Qui ci sono degli atleti professionisti e bisogna capire solo lavorando tutti insieme si risolvono i problemi».
Speranza per la ricerca
Altro tema del quale si è discusso all’Sdn è stato quello della ricerca, che «ha bisogno di investimenti e devo dire che nel nostro Paese, non siamo certamente tra i primi in investimenti in questo campo, anche se stiamo registrando un’inversione di tendenza di cui va dato atto».
Ricciardi si è riferito in particolare a un piano nazionale della ricerca che mette «dei soldi veri», per esempio «anche con la stabilizzazione che il Parlamento proprio oggi vota, con il Decreto Milleproroghe dei 530 ricercatori all’Istituto superiore di sanità».
I talenti campani
Il presidente dell’Iss ha poi elogiato le menti nostrane, grandissimi ricercatori, professionisti che «troppo spesso sono costretti ad andare a lavorare fuori». Obiettivo, dunque è quello di convincere le istituzioni pubbliche che la ricerca è un investimento vero. Ricciardi porta come esempio la Germania e racconta che nel 2011, in apertura della Conferenza tedesca di Sanità pubblica, il ministro federale tedesco disse che volevano investire in ricerca biomedica. Cosa poi puntualmente avvenuta. «Se andiamo a vedere i dati tutto ciò che hanno fatto è stato moltiplicare per sei loro investimenti – ha sottolineato – questo significa che 1 milione di euro investiti ne ha prodotti 6 creando ricchezza».
Le Reti
L’incontro di ieri è stato anche l’occasione per parlare di Reti e di eccellenza. Marco Salvatore, fondatore dell’IRCE-Sdn, si è detto «molto soddisfatto del lavoro portato avanti, soprattutto del riconoscimento del lavoro dei ricercatori di questa struttura che sono di altissimo livello». Come Istituto di ricerca, Sdn, ha ricordato Salvatore, «è partner di Euro BioImaging, una struttura per le banche di immagine dal punto di vista clinico, cui partecipano in Italia solo l’Sdn e il San Raffaele di Milano. Insieme con la Federico II, sempre unici in Italia, – ha continuato – siamo parte dell’Eit-Health, l’Istituto Europeo delle Tecnologie per la Salute, e raggruppiamo i dati qui a Napoli. Facciamo parte – ha concluso Salvatore – anche dell’Eatris, a sostegno della medicina traslazionale».