Molti la vedono come una malattia ormai superata, eppure l’Hiv è ancora ben presente in Europa. Addirittura, il 11 per cento dei pazienti contagiati non sa di essere sieropositivo. Buone notizie arrivano dai trattamenti, che oggi sono molto efficaci e consentono nella stragrande maggioranza dei casi di condurre una vita normale.
I dati
Un quadro fatto di luci e di ombre quello disegnato dai dati, aggiornati al 2021, del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Dati che ci dicono che in Europa siamo sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo dell’eradicazione del virus, ma che persistono ancora oggi importanti problemi di informazione. gli obiettivi del 2025 di Unaids, che prevedono il 95% per ciascuno degli indicatori menzionati.
Obiettivo 2030
Ma cosa serve per puntare a raggiungere i target 2025 e sconfiggere la malattia nel 2030? Secondo gli esperti l’obiettivo, previsto dall’Agenda sviluppo sostenibile dell’Onu, ci sarà bisogno di più servizi di test e terapia. Ma anche di un’azione di sensibilizzazione per combattere la paura di quella che negli Anni 80 era nota come la “peste del XX secolo”. Ancora oggi paura e stigma sembrano influenzare molto il comportamento dei singoli e la consapevolezza che si ha della malattia.
Profilassi
Un termine che oggi resta sconosciuto a molti e “PrEP” o profilassi pre-esposizione, che consiste nell’assumere una combinazione di farmaci attivi contro Hiv prima dei rapporti sessuali. Correttamente assunta da persone sieronegative a rischio di infezione, la PrEP si è dimostrata efficace nel prevenire l’acquisizione dell’infezione da Hiv. Si tratta di protocollo che deve essere attuato sotto stretto controllo di un infettivologo e attualmente prevede che le compresse siano assunte o quotidianamente (una al giorno) oppure due compresse da 2 a 24 ore prima di un rapporto sessuale a rischio. Ciò detto, contro l’Hiv il modo più efficace di difendersi è nella prevenzione, evitando rapporti a rischio e adoperando sempre il preservativo.