Malasanità, liste d’attesa e un malcontento che si alimenta di anno in anno. Se è vero che essere critici aiuta a tenere sempre sotto controllo gli errori, una domanda non possiamo non porcela: ma il nostro Sistema sanitario nazionale è poi così terribile? Da Napoli, e non è un caso, parte un progetto unico e per certi versi rivoluzionario. Una sorta di alleanza tra vertici aziendali, personale medico e cittadini, la prima esperienza in Italia della Scuola di integrità messa in campo dall’Istituto per la promozione dell’etica in sanità. Due mesi di incontri formativi, verifiche tecniche e analisi condivise, assieme a 70 dipendenti dell’Azienda Napoli 3 Sud per restituire valore alle motivazioni etiche su cui si fonda il comportamento quotidiano dei singoli professionisti al fine di garantire la migliore assistenza sanitaria possibile ai cittadini e l’utilizzo più appropriato dei fondi per la sanità.
Prevenzione e controllo
Il percorso è teso a sviluppare quei processi organizzativi di prevenzione e di controllo volti ad eliminare le aree di arbitrio che sono il terreno più fertile per sprechi, inefficienze ed eventi corruttivi. Concetti, competenze e principi dell’integrità e della prevenzione di sprechi e corruzione si consolidano così nella cassetta degli attrezzi dei dipendenti dell’azienda. «Qualche settimana fa – ricorda il direttore generale Antonietta Costantini – la nostra Asl Napoli 3 Sud ha adottato il Piano Triennale Prevenzione della corruzione e della Trasparenza. Il nuovo Piano ha l’obiettivo di programmare e integrare in modo più incisivo e sinergico la materia della trasparenza e dell’anticorruzione. In questa direzione, s’inquadra il potenziamento della formazione, indirizzata a stabilire un dialogo con le risorse già esistenti ed orientarle in senso etico».
Un cambio di rotta
Non va dimenticato che tra gli aspetti più significativi e in piena coerenza con le recenti disposizioni dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), c’è la scelta aziendale di inserire gli obiettivi del piano della prevenzione della corruzione e del programma della trasparenza all’interno del piano della performance e, quindi, di conseguenza, collegarli alla valutazione del risultato. «La promozione dell’etica pubblica in Sanità è lo strumento più idoneo a promuovere un cambiamento culturale, ma deve innestarsi su comportamenti organizzativi e individuali che gli operatori del servizio pubblico riconoscano come propri – sottolinea Massimo di Rienzo, responsabile scientifico per la formazione ISPE Sanità e promotore della Scuola – Ideare e attuare programmi formativi che incoraggino la pratica dell’etica pubblica e riducano il rischio di corruzione nelle strutture che amministrano ed erogano servizi sanitari». Una scuola di etica e di morale che, si spera, farà da apripista per molte altre esperienze virtuose.