Si va verso terapie sempre più personalizzate rispetto ai bisogni del paziente, come spiega Giuseppe Colantuoni, dirigente medico di Oncologia medica al San Giuseppe Moscati di Avellino. «L’oncologia è una delle branche che più ha sofferto della pandemia», spiega, «sono circa un milione i tumori che non sono stati diagnosticati in Europa, l’interruzione, o comunque il rallentamento delle attività ha peggiorato la prognosi delle patologie esistenti. Lockdown e smart working hanno condizionato negativamente gli stili di vita di moltissime persone, basti guardare al numero di fumatori e di sigarette procapite. Molti altri fanno un uso eccessivo di alcol, pochissimi svolgono attività sportiva, l’AIOM per il 2040 prevede un incremento delle 21% delle neoplasie». Tuttavia, le scoperte e i risultati dei nuovi studi accendono un faro di speranza. Tra questi, lo studio Monnalisa 2, che ha combinato un nuovo farmaco biologico inibitore selettivo dell’Echinasi ciclina dipendente con la terapia ormonale, somministrato a donne in menopausa, con tumore metastatico della mammella.
MONNALISA 2
«Lo studio ha evidenziato che la sopravvivenza in circa la metà delle donne arruolate è molto migliorata, con una riduzione del 25% del rischio di morte, permettendo di evitare la chemioterapia, e generando quindi una minore tossicità», dice Colantuoni. Un secondo studio, il Destinity Breast, ha preso in esame il tumore della mammella ER2 Positivo combinato ad un anticorpo monoclonale farmaco coniugato in pazienti già trattate con altri farmaci, anche in questo gruppo la sopravvivenza è stata migliorata. «Questa unione permette di introdurre il farmaco in maniera selettiva nelle cellule malate risparmiando quelle sane. Una volta all’interno della cellula il farmaco danneggia la parte malata ed è capace al tempo stesso di evitare la replicazione della neoplasia». È importante, prosegue Colantuoni «offrire alle donne un percorso di cura in centri che abbiano un team di Breast Unit, come succede nel nostro ospedale, è dimostrato infatti che la sopravvivenza aumenta del 10-15% se la paziente è seguita in modo multidisciplinare. Le pazienti, inoltre, possono essere arruolate in studi innovativi. Da noi sono presenti ambulatori per avviare le pazienti al counselling per i test DBRCA (genetici) ed ambulatori per la preservazione della fertilità, poiché l’età media di comparsa del carcinoma mammario si è abbassata, è necessario quindi dare a queste giovani pazienti la possibilità di avere una normale vita riproduttiva».
OSPEDALE E TERRITORIO
Altra realtà d’eccellenza è quella di Bari, dove l’Oncologia Universitaria del Policlinico è diretta dal professor Camillo Porta già dal maggio del 2020. L’Unità Operativa si propone come una nuova realtà di eccellenza in aggiunta a quanto già presente sul territorio regionale per rispondere anche in epoca pandemica alle esigenze del paziente oncologico. Il professor Porta sta lavorando alacremente per favorire una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, poiché la cronicizzazione delle patologie oncologiche e la complessità dei trattamenti impiegati rende necessaria questa integrazione per una reale presa in carico globale del paziente oncologico; ancor più oggi, con le difficoltà legate al Covid. Come in Campania, anche in Puglia si preferisce un approccio diagnostico-terapeutico integrato. Per il rene, come nel caso della mammella, gli studi clinici che vedono coinvolto il professor Porta offrono al paziente oncologico l’accesso a farmaci innovativi. Si pensi ad esempio ad immunoterapia e farmaci a bersaglio molecolare in sequenza ed in combinazione, in ogni fase della malattia oncologica (terapia adiuvante, I linea metastatica e successive linee terapeutiche).
MIGRAZIONE SANITARIA
«L’obiettivo è anche quello di ridurre la migrazione sanitaria passiva verso i grandi Centri del Nord, abbattere i costi per il Sistema Sanitario Nazionale in quanto la struttura sanitaria non deve farsi carico del costo dei farmaci e delle procedure diagnostiche; ciò permette quindi all’Ospedale di poter investire le risorse ottenute nell’implementazione delle attività di ricerca indipendente». È evidente, quindi, l’importanza di potenziare l’Oncologia di precisione. «Si parte dall’identificazione delle caratteristiche genetico-molecolari di uno specifico tumore in uno specifico paziente – dice il professor Porta – per utilizzare farmaci mirati a specifici meccanismi di crescita e diffusione del tumore, aumentare le possibilità di cura e minimizzanre gli effetti collaterali». Ma il professor Porta, ritiene fondamentale anche un’umanizzazione delle cure, con l’attivazione di un Ambulatorio di Cure Simultanee per prendere in carico i pazienti, soprattutto quelli anziani e più fragili, fin dall’inizio, trattando tempestivamente i sintomi indotti dal tumore e prevenendo gli effetti collaterali delle terapie oncologiche. Il tutto in un ambito multidisciplinare, con il fondamentale apporto della figura della Psico-Oncologa, quale parte integrante della equipe di cura, per supportare i pazienti oncologici, i caregiver e il personale sanitario. Tante le novità quindi per contrastare la malattia oncologica, e molti gli sforzi messi in campo su tutto il territorio nazionale, sempre ponendo al centro il paziente, per una migliore qualità di vita non solo dopo la cura, ma anche durante la malattia.
Emanuela Di Napoli Pignatelli