Flash mob, reading e tante altre iniziative per ricordare a tutti che la violenza di genere è ancora oggi un grandissimo problema. Per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne sono moltissimi gli ospedali di Napoli che hanno organizzato eventi di sensibilizzazione. Molte sono le panchine rosse che sono state installate e ancor di più gli inviti a non nascondere, a denunciare. Al Cardarelli, più grande Azienda ospedaliera del Mezzogiorno, gli studenti infermieri del polo didattico hanno voluto inscenare un flash mob, ma anche un momento canoro. Un momento di riflessione sostenuto dalla Direzione strategica aziendale in collaborazione con il Comitato Unico di Garanzia. «La nostra speranza – sottolinea il direttore generale Giuseppe Longo – è anche quella di riuscire a sensibilizzare i giovani su un problema ancora oggi molto diffuso».
PERCORSO ROSA
Importantissimi gli eventi di sensibilizzazione, ma ancor più importanti sono i percorsi rosa che tutti gli ospedali hanno istituito a partire dal 2017. Il percorso rosa è come una corsia preferenziale che permette a medici e operatori sanitari, in caso di episodi di violenza, prendersi cura al meglio delle donne maltrattare. Uno degli ultimi ad essere stato istituiti è quello del CTO di Napoli, chiamato simbolicamente “Femmena ‘e mare”. In questo, come negli altri percorsi rosa, la prima accoglienza spetta agli infermieri del triage, che hanno una formazione ad hoc per identificare i campanelli d’allarme che possono svelare una violenza di genere e per entrare rapidamente in empatia con la vittima di questa violenza.Quando si attiva il codice rosa la donna entra immediatamente in un percorso blindato, viene accompagnata in una stanza riservata e accogliente dove ha la possibilità di raccontare il proprio vissuto. Intanto si prosegue con tutto l’iter diagnostico necessario e in aggiunta la donna vittima di violenza riceve anche un referto psicologico. Un documento che potrà essere utilizzato dal giudice nel corso di un processo penale per commisurare la sentenza. Chiedere aiuto ai centri antiviolenza, affidarsi alle cure dei medici nell’ambito dei percorsi rosa, è sempre la strada giusta. Ciò che non ci si deve mai dimenticare è che un uomo che è stato violento una volta lo sarà sempre.