In Italia, le malattie respiratorie sono la terza causa di morte dopo quelle cardiovascolari e oncologiche. L’incidenza è in crescita, anche per via dell’invecchiamento della popolazione. Sebbene esistano misure preventive efficaci, queste patologie sono spesso trascurate, diagnosticate in ritardo e trattate in modo insufficiente. Tra le più comuni vi sono l’asma, la BPCO, il tumore del polmone, l’OSAS, l’ipertensione polmonare, le bronchiettasie, le interstiziopatie e la fibrosi polmonare e le malattie rare polmonari.
Il tema è al centro del XXV Congresso Nazionale della Società Italiana di Pneumologia (SIP – IRS), dal titolo “Pneumologia, il futuro è adesso”, presieduto dal professor Fabiano Di Marco. “I dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stimano che attualmente centinaia di milioni di persone soffrono di malattie respiratorie croniche. Secondo l’OMS, le 5 più importanti malattie respiratorie non solo causano il 17% di tutte le morti, ma sono alla base di ben il 13% di tutti gli anni di vita in buona salute persi (per invalidità o morte)” spiega il professor Fabiano Di Marco.
L’inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico impattano sulla salute respiratoria. Le malattie respiratorie croniche continuano a essere cause di morbilità e mortalità, con un aumento previsto nei prossimi anni. L’Intelligenza Artificiale nel campo della pneumologia oggi offre metodologie diagnostiche avanzate e terapie farmacologiche sempre più personalizzate e precise.
“L’unico modo per conciliare un’ottimale assistenza sanitaria ai malati e una spesa pubblica sostenibile è prevenire le malattie respiratorie, assicurare una diagnosi il più possibile precoce, con strumenti standardizzati cui seguano terapie tempestive e appropriate, in grado di prevenire o ritardare l’invalidità, gestire i malati cronici il più possibile sul territorio – continua il professor Di Marco -. L’impatto delle malattie respiratorie croniche, oltre a causare morti premature, ha importanti effetti negativi sulla qualità della vita e sulla disabilità dei pazienti”
“È essenziale che la comunità medico-scientifica italiana unita ai professionisti sanitari interessati al management del paziente respiratorio collaborino nella definizione di standard chiari e linee guida mirate ad assicurare cure ottimali, efficaci e sempre più personalizzate alle specifiche necessità del malato” conclude il professor Di Marco.
Adottando azioni mirate per la salute polmonare, i governi possono migliorare la vita dei cittadini e rafforzare la resilienza dei sistemi sanitari. La Coalizione Internazionale per l’Apparato Respiratorio (IRC), punta a ridurre la mortalità legata alle malattie respiratorie a livello globale entro il 2030, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, incoraggiando strategie nazionali mirate alla prevenzione e all’accesso alle cure. In Italia, SIP/IRS e AIPO-ITS/ETS collaborano con la Consulta della Pneumologia – l’organo italiano responsabile dell’attuazione delle direttive IRC a livello nazionale – per sviluppare e promuovere strategie nazionali efficaci, sensibilizzando istituzioni e popolazione sulle patologie respiratorie.