Quello del sesso è certamente un tema difficile da affrontare, molti genitori si sentono a disagio a parlarne con i propri figli. Tuttavia il dialogo e la prevenzione sono armi di salute insostituibili. Se sul modo della contraccezione e della prevenzione da malattie sessualmente trasmissibili i giovanissimi sono ormai ben informati, sul papillomavirus sono in pochi a saperne abbastanza.
LO STUDIO
In questo senso, l’ultimo allarme riguarda proprio la sessualità e i teenagers: il papillomavirus umano, o HPV, può infettare anche bocca e gola e provocare neoplasie del cavo orofaringeo, e il contagio può avvenire anche in caso di rapporti sessuali orali frequenti con diversi partner. A evidenziarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Cancer, a cura dell’American Cancer Society, condotto dagli esperti della Johns Hopkins University, che hanno scoperto che un numero di partner di rapporti orali maggiore di dieci sembra associato a una probabilità 4,3 volte maggiore di sviluppare un cancro orofaringeo correlato all’HPV. «Praticare rapporti orali in giovane età – afferma Virginia Drake della Johns Hopkins University – e con un’intensità elevata, quindi con diversi partner in brevi periodi di tempo, potrebbe essere associato a un rischio maggiore di neoplasie del cavo orofaringeo». Il team ha condotto un sondaggio su 508 partecipanti, 163 dei quali affetti da cancro della bocca e della gola correlato all’HPV, chiedendo loro informazioni sull’intensità, la tempistica e la frequenza con cui avevano praticato rapporti «Dai risultati – riporta l’esperta – emerge che gli individui che avevano avuto partner più anziani da giovani e quelli che avevano avuto rapporti extraconiugali avevano maggiori probabilità di sviluppare un cancro orofaringeo correlato all’HPV. Il nostro studio si basa su ricerche precedenti per dimostrare che il solo numero di partner non è sufficiente a determinare l’incidenza di neoplasie, ma che esiste una serie di fattori precedentemente poco considerati che influenzano queste eventualità».
VACCINO
Contro il papillomavirus umano esiste oggi un’arma formidabile: il vaccino. L’OMS ha inizialmente consigliato la vaccinazione di tutte le ragazze prima dell’inizio dell’attività sessuale. Il momento critico per il contagio, infatti, è nell’adolescenza e nella prima giovinezza, anche se l’effetto mutageno del virus è lento, per cui i tumori possono comparire anche diversi decenni dopo. Dato che le statistiche dimostrano che un’alta percentuale di ragazze ha il primo rapporto sessuale intorno ai 13 anni, l’Italia, come molti Paesi europei, ha stabilito che la vaccinazione debba essere fatta nel dodicesimo anno di età. Ciò non significa che non si possa posticiparla, ma in quel caso si esce dal programma vaccinale pubblico e bisogna provvedere privatamente. Purtroppo questo tipo di vaccinazione è ancora oggi poco diffusa, ma grazie a campagne informative ad hoc sono sempre di più i genitori che la prendono in considerazione per i propri figli.