Gli italiani amano bere al mattino il caffè, magari al pomeriggio una cioccolata calda e prima di dormire una tisana. In Francia bevono il calvados, in Inghilterra il tè e in Giappone il sakè: in tutto il mondo sono tante le bevande consumate fumanti, soprattutto nei mesi freddi. L’alta temperatura scioglie gli aromi, aumentandone il profumo e il senso di gratificazione. Inoltre inattiva i microrganismi patogeni e le tossine: non è un caso se il consumo di tè è molto diffuso in Paesi dove far bollire l’acqua prima di utilizzarla è un requisito igienico fondamentale. Le bevande calde sono di solito servite a una temperatura di 71-85°C e consumate quando la temperatura scende a 50-70°C. Tuttavia alcuni studi hanno dimostrato che consumarle regolarmente a una temperatura superiore a 60-65°C aumenta il rischio di sviluppare un tumore all’esofago. Infatti, gli studi scientifici dimostrano che chi consuma più volte al giorno bevande molto calde, a una temperatura superiore a 60-65°C, ha una probabilità più alta di sviluppare il tumore dell’esofago. La relazione tra consumo di bevande molto calde e tumore dello stomaco o delle vie aeree e digestive superiori non è invece provata. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha inserito le bevande calde tra le sostanze probabilmente cancerogene (gruppo 2A). Invece, caffè e mate (una bevanda tipica dell’America Latina), quando non sono consumati bollenti, rientrano nel gruppo 3, quello delle sostanze non classificabili come cancerogene per l’uomo, a riprova del fatto che è il calore a renderle potenzialmente pericolose. Secondo gli esperti, quindi, è consigliabile lasciare raffreddare le bevande a una temperatura inferiore a 60°C prima di sorseggiare.
Il tumore all’esofago
L’esofago è il tratto del canale alimentare che va dalla faringe allo stomaco. Il tumore dell’esofago non è molto comune: si stima che nel 2018 siano stati diagnosticati circa 2.000 nuovi casi in tutta Italia, con un’incidenza assai più alta al Nord rispetto al Centro-Sud. Gli uomini ne sono colpiti in misura maggiore delle donne; questo dato non sorprende poiché alcol e fumo, abitudini prevalentemente maschili, sono noti fattori di rischio per l’insorgenza di tumori all’esofago. Diversi studi hanno messo in luce che il rischio di sviluppare questo tipo di tumore è influenzato dalle abitudini alimentari, in particolare dall’abitudine di bere bevande molto calde.
Bevande calde, a quale temperatura diventano pericolose?
Nel 2016 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (International Agency for Cancer Research, IARC) ha pubblicato un volume in cui sono state raccolte tutte le informazioni disponibili sul legame tra consumo di bevande calde e cancro. Una commissione di esperti ha analizzato numerosi studi scientifici che si sono occupati dell’argomento e ha individuato una relazione tra consumo di bevande calde e incidenza del tumore dell’esofago. I dati che riguardavano invece lo stomaco o le vie aeree e digestive superiori erano discordanti, rendendo impossibile trarre conclusioni riguardo all’effetto delle bevande calde sullo sviluppo di tumori che colpiscono queste parti del corpo. La IARC ha concluso che il consumo regolare di bevande molto calde (a una temperatura superiore a 65°C) è “probabilmente cancerogeno” per gli esseri umani. La maggior parte degli studi analizzati era stata condotta in Asia e riguardava il consumo di tè caldo. Altri studi riguardavano il consumo di mate, una bevanda calda molto diffusa in Sud America, mentre solo due studi hanno valutato la relazione tra la temperatura del caffè e i tumori.