«È deceduto in un pronto soccorso, dove a dare dignità alla sua morte c’erano la sua famiglia, un maglioncino e lo scotch. È successo a Roma, capitale d’Italia». Pesano come macigni le parole della lettera che Patrizio Cairoli, giornalista di Askanews, ha inviato al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, dopo la morte di suo padre, malato terminale di cancro. Una storia drammatica che ha riacceso i riflettori sul tema degli hospice, delle cure palliative e della dignità per chi si trova in fin di vita.
La giornata mondiale
Domani (sabato 8 ottobre) si celebra la Giornata Mondiale sugli hospice e sulle cure palliative. La giornata mira ad aumentare la disponibilità di hospice e cure palliative in tutto il mondo per parlare delle esigenze sanitarie, sociale, psicologiche e spirituale, di persone che vivono con una malattia che limita la vita anche delle loro famiglie. In questo senso la Campania è una regione che si muove tra luci e ombre.
Canzanella: «Un’altra vittima dell’ignoranza»
«Se ancora oggi un paziente in fase terminale viene lasciato a morire su una barella di pronto soccorso – spiega Sergio Canzanella, Segretario della Federazione Associazioni Volontariato in Oncologia e Direttore dell’Osservatorio Regionale Cure Palliative e Medicina del Dolore in Campania – è colpa dell’ignoranza e del pressapochismo di chi dovrebbe prendersi cura di lui Questa storia – aggiunge – mette in luce alcune criticità inaccettabili: la burocrazia ottusa, lo scarso coinvolgimento dei medici di medicina generale nella presa in carico del paziente oncologico terminale, addirittura la scarsa conoscenza dell’Hospice nel territorio e purtroppo la scarsa formazione, informazione e capacità di comunicazione del personale medico e paramedico». Canzanella ricorda che basterebbe poco per informare i pazienti e le famiglie che nel sistema sanitario nazionale, dal 2000, esistono gli hospice per garantire, con la terapia del dolore, una dignità di fine vita, così come previsto dalla Legge n. 38/10. «Il ricovero in Hospice – conclude Canzanella – riduce i ricoveri inappropriati al pronto soccorso dei malati oncologici utilizzando la rete integrata Hospice/domicilio. Un ricovero presso gli Ospedali varia dagli 800 (medicina) ai 2.000 euro (rianimazione) al giorno con costi che oscillano dai 100 (domiciliare) ai 250/385 euro (Hospice). La formazione riveste un ruolo importante per il personale sanitario che opera in Hospice e al domicilio».