Contro il tumore del polmone c’è una nuova speranza, un’arma in più che può essere determinante. Ad accendere una luce nuova è una molecola molto attiva e ben tollerata contro quelle neoplasie che presentano l’alterazione dell’oncogene “Ret”, responsabile della crescita tumorale non solo al polmone ma anche alla tiroide e in altre neoplasie. Lo dimostra uno studio clinico di fase 1/2, sul Selpercatinib, un inibitore specifico di Ret, in sviluppo clinico e finora approvato solo negli Stati Uniti. I dati sono stati presentati per la prima volta in Italia al Congresso degli oncologi medici italiani (Aiom) – in corso in questi giorni in modalità virtuale – da Federico Cappuzzo, direttore dell’Oncologia Medica 2 dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE). Il lavoro ha coinvolto pazienti con tumore al polmone che presentavano tale alterazione biologica e mostra come il farmaco sia in grado di indurre, in un’alta percentuale di casi, la regressione di malattia per un tempo prolungato. «Lo studio su Selpercatinib – spiega Cappuzzo – mostra che il tasso di risposta al farmaco è di oltre l’80% per i pazienti “naive”, cioè che non avevano precedentemente ricevuto alcun tipo di trattamento».
TERAPIE INNOVATIVE
C’è poi un’altra questione sulla quale i clinici si stanno concentrando: i pazienti italiani colpiti da cancro hanno accesso a un numero maggiore di nuovi farmaci oncologici (33 nel periodo 2015-2018) rispetto alla media europea (24) e in tempi più brevi. Un risultato ottenuto anche grazie alla “fast track approval”, garantita dal Fondo per i farmaci oncologici innovativi, istituito con la Legge di Bilancio 2017. Le molecole che entrano in questa fonte di risorse dedicate non subiscono i lunghi tempi di approvazione richiesti dall’inserimento nei prontuari terapeutici regionali, dopo l’approvazione a livello centrale da parte di AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco). È però concreta la possibilità che il tetto di 500 milioni di euro, fissato per il Fondo per i farmaci oncologici innovativi, sia superato nel 2020. Per questo l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) chiede che sia istituito un Fondo Unico per i Farmaci Innovativi, superando l’attuale assetto che prevede due Fondi distinti, uno per le terapie innovative oncologiche e uno per le altre patologie. La richiesta è presentata oggi in una conferenza stampa durante il XXII Congresso Nazionale della Società scientifica, in corso on line fino all’1 novembre.