Domenica, per la festa della mamma, il più bel regalo è un’azalea della ricerca. Nelle piazze d’Italia tornano infatti i volontari della Fondazione Airc, che attraverso questi splendidi fiori puntano a sostenere i ricercatori impegnati in diagnosi sempre più precoci e trattamenti più efficaci per i tumori che colpiscono le donne. Il messaggio che Airc punta a trasmettere e quello della forza delle donne e della forza dei legami autentici. Una forza che parte dalla ricerca, arriva alle pazienti e si moltiplica grazie al sostegno delle persone che sono loro vicine e se ne prendono cura ogni giorno.
PREVENZIONE
Ventimila volontari tornano in oltre 3600 piazze domenica 14 maggio a distribuire l’azalea, a fronte di una donazione di 18 euro, per sostenere il lavoro dei ricercatori Airc. Inoltre, insieme alla pianta verrà consegnata una guida con informazioni sulla prevenzione nelle varie fasce d’età. In 39 anni l’iniziativa ha permesso di raccogliere oltre 290milioni di euro. È possibile fare una sorpresa alla mamma anche ordinando l’azalea su Amazon.
I DATI
Lo scorso anno nel nostro Paese sono stati stimati oltre 185.000 nuovi casi di tumore nella popolazione femminile, circa 10.000 in più rispetto al 2019. I tumori più frequenti sono stati quelli della mammella (55.700), colon-retto (20.100), polmone (14.600), utero (10.200) e tiroide (8.700). Oggi, gli screening, proposti gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale per alcune patologie e ad alcune fasce della popolazione, consentono di individuare lesioni precancerose oppure la presenza di un tumore quando è ancora allo stadio iniziale, ma l’adesione in Italia è ancora troppo bassa, secondo l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom).
IMMUNOTERAPIA
Insieme agli screening, la principale alleata delle pazienti è la ricerca. Negli ultimi anni la sopravvivenza delle donne a 5 anni dalla diagnosi di cancro ha raggiunto il 65% grazie agli importanti risultati ottenuti dagli studiosi. Alberto Bardelli, Direttore Scientifico di Ifom, l’istituto di oncologia molecolare di Fondazione Airc, con il suo gruppo di ricerca ha recentemente individuato attraverso studi preclinici una strategia terapeutica che potrebbe rendere sensibili all’immunoterapia i tumori del colon in fase metastatica, che nel 95% dei casi non rispondono a questo tipo di trattamento.