Vi è mai capitato di vivere giorni di lavoro tanto duri da esclamare: «ho perso dieci anni di vita»? Beh, i giovani medici, impegnati nella specializzazione e in situazioni di grandissimo stress, i anni in uno li perdono veramente. Il test che lo conferma è stato fatto negli Stati Uniti e si riferisce a quello che loro chiamano “training years” (che corrisponde più o meno agli anni della specializzazione in Italia). Anni così intensi che in soli dodici mesi il loro Dna invecchia sei volte più veloce del normale.
I TELOMERI
È in particolare una ricerca dell’Università del Michigan, pubblicata su Biological Psychiatry, a svelare la fatica dei camici bianchi. Le parti terminali dei cromosomi, i telomeri si restringono in modo accelerato tra i medici in formazione e questo secondo gli studiosi suggerisce l’importanza di sforzi per ridurre la fatica della formazione medica. La ricerca ha coinvolto 250 medici in formazione provenienti da tutti gli Stati Uniti e un gruppo di confronto di studenti universitari. «La ricerca ha considerato i telomeri come un indicatore dell’invecchiamento e del rischio di malattia – spiegaSrijan Sen, autrice senior dello studio – ma questi risultati longitudinali fanno avanzare la possibilità che la lunghezza dei telomeri possa fungere da biomarcatore che tiene traccia degli effetti dello stress e ci aiuti a capire come ‘entri sottopelle’ e aumenti il nostro rischio di malattia». Sarà importante studiare come i cambiamenti dei telomeri avvengono in gruppi più ampi di giovani medici, e in altre tipologie di persone sottoposte a specifici stress prolungati: come coloro che affrontano la formazione militare, gli studi universitari in scienze e giurisprudenza, lavorano per le startup, o in gravidanza e nei primi mesi in cui si diventa genitori. In media, tutti i tirocinanti nello studio hanno affermato di aver lavorato 64,5 ore settimanali. Ma più lavoravano, più velocemente i loro telomeri si accorciavano.
STRESS
Non solo giovani medici, dunque, ma tutti coloro che sono sottoposti a grende stress possono mettere a rischio la propria salute. In questo senso è emblematico uno studio di Assosalute che svela come quasi 9 italiani su 10 soffrono di disturbi legati allo stress. Stanchezza, irritabilità, ansia, mal di testa, digestione lenta, bruciori di stomaco, insonnia, tensioni muscolari. A volte herpes sulle labbra e addirittura cuore «impazzito». Si tratta di disturbi spesso lievi in grado, però, di condizionare in maniera negativa il nostro benessere psicofisico, peggiorando, di conseguenza, la qualità della vita di tutti i giorni. Secondo l’indagine, i disturbi da stress sono molto diffusi: l’85% della popolazione intervistata ha sofferto negli ultimi sei mesi di almeno un disturbo, mentre il 45% dichiara di averne avuti tre o più. Le donne e i giovani sono i più colpiti dai disturbi da stress, sia per incidenza, sia per frequenza. Il mal di testa (46,2%) e la stanchezza (45,9%) risultano i disturbi più diffusi, seguono il mal di stomaco (26,9%), la tensione/dolore muscolare (25,5%), l’insonnia (24,9%) e l’ansia/agitazione (23,4%).