Solo l’1% delle ricerche mediche è dedicato a condizioni specifiche di genere. Il dato evidenzia un vuoto nella comprensione delle caratteristiche femminili nella medicina. La neuroscienziata Antonella Santuccione Chadha, in un’intervista per il Sole24ore, definisce le donne come “un enorme bacino di pazienti sottodiagnosticato”. Questo fenomeno, spesso trascurato, contribuisce a diagnosi ritardate o errate e a un trattamento inadeguato. Un danno che emerge soprattutto in malattie come l’Alzheimer e la sclerosi multipla.
Danno economico delle disparità
Al World Economic Forum di Davos è stato presentato un report realizzato con il McKinsey Health Institute dal titolo “Closing the women’s health gap: a $1 trillion opportunity to improve lives and economies”. Dallo studio emerge che nonostante le donne vivano in media più degli uomini, trascorrono il 25% della loro vita in cattive condizioni di salute. Chiudere questo gap migliorerebbe la vita di 3,9 miliardi di donne, che avrebbero sette giorni di vita in più ogni anno e una media di 500 giorni in un’intera esistenza. Inoltre porterebbe a un beneficio economico valutato in mille miliardi di dollari da qui al 2040.
Medicina di genere
La medicina di genere è un campo emergente che riconosce le differenze biologiche e fisiologiche tra uomini e donne. Si tratta quindi di un approccio personalizzato. La mancanza di dati e ricerche dedicate alle peculiarità femminili rappresenta una sfida. Antonella Santuccione Chadha sottolinea l’urgenza di un cambiamento radicale verso la medicina di precisione. Attualmente, la ricerca è prevalentemente basata su dati di uomini giovani e in salute, ignorando le diverse caratteristiche delle donne in fasi come la mestruazione, la gravidanza e la menopausa. La mancanza di comprensione di come i farmaci impattano ad esempio sui cambiamenti ormonali può portare a effetti collaterali non studiati e ad aumentati costi di ospedalizzazione.
Alzheimer, ritardo nelle diagnosi
Il ritardo nelle diagnosi, soprattutto per malattie come l’Alzheimer e la sclerosi multipla, è legato a bias culturali e stereotipi di genere. In generale le donne spesso ricevono diagnosi in ritardo rispetto agli uomini. Inoltre la medicina tradizionale non sempre tiene conto della fluidità verbale delle donne che può mascherare sintomi precoci. Nella sclerosi multipla le donne vengono diagnosticate 2-3 anni dopo l’insorgenza dei primi sintomi, prima vengono curate per depressione, per stress.
Alzheimer, AI può colmare gap
Qui entra in gioco l’Intelligenza Artificiale (AI), che può rivoluzionare la medicina di genere. L’uso di modelli di apprendimento automatico nell’AI può superare i bias culturali, offrendo una diagnosi più accurata. La diversità nei dati di addestramento di questi modelli rende gli algoritmi più competenti nella diagnosi e nella terapia.
Antonella Santuccione Chadha evidenzia che l’AI ha dimostrato la capacità di rilevare precocemente i sintomi dell’Alzheimer nelle donne, superando le limitazioni delle valutazioni tradizionali. Inoltre, può distinguere le differenze cerebrali tra i sessi attraverso biomarcatori digitali, un’abilità che manca nei metodi diagnostici convenzionali.
L’utilizzo dell’AI, quindi, non solo può contribuire a ridurre le disuguaglianze di genere in campo medico ma può anche fornire una spinta per migliorare la precisione delle diagnosi. È un passo verso una salute più equa e consapevole per tutte le donne. La medicina di precisione, supportata dall’Intelligenza Artificiale, si prospetta come il futuro della cura della salute femminile.