Erano stati i primi a denunciare la pericolosa relazione tra cancro e malattie cardiache e oggi confermano che di cancro si può guarire senza avvelenare il cuore. Sono i cardiologi dell’Istituto europeo di oncologia di Milano IEO che nel loro studio pubblicato su CA: A Cancer Journal for Clinicians, hanno certificato il primato che li riguarda: in più di 3.800 pazienti seguiti per 10 anni, la Cardioncologia ha ottenuto il record di zero episodi e zero decessi per malattie cardiovascolari. Un dato in controtendenza se si considera che il 35% dei pazienti oncologici sviluppa problemi cardiovascolari a causa dei trattamenti antitumorali.
“La cardiotossicità è una complicanza molto comune e può compromettere l’efficacia delle terapie anticancro – spiega Daniela Cardinale, direttore dell’Unità di Cardioncologia dell’Ieo – ma nella pratica clinica quotidiana viene diagnosticata troppo tardi quando c’è già stato un danno funzionale al cuore. Perciò abbiamo sviluppato un nuovo approccio per individuare in anticipo, addirittura in fase preclinica, gli eventuali problemi cardiaci e somministrare farmaci in grado di prevenirli”.
Per questo lo staff della Cardioncologia dell’Irccs lombardo ha messo a punto procedure specifiche che prevedono la valutazione dei valori di biomarcatori cardiaci e di un ecocardiogramma. Ai pazienti che durante le cure anticancro presentano l’innalzamento dei marker ‘spia’ di sofferenza cardiaca viene somministrata una terapia preventiva con Ace-inibitori e betabloccanti. Un protocollo-scudo che ha permesso, appunto, di ridurre a zero l’incidenza di malattie cardiovascolari nei pazienti Ieo trattati con chemioterapia.