di Bruno Zuccarelli*
Costretti a nascondersi nei bagni per non essere pestati. Perché ormai, se un paziente non riesce a vincere la malattia, anche se già in condizioni disperate, scatta la caccia al medico. Del resto, i familiari devono pur trovare il modo di sfogare la rabbia. L’immagine di questi colleghi, che solo accidentalmente sono del Cardarelli di Napoli, ma che potrebbero essere di qualsiasi ospedale d’Italia, mi tormenta. La speranza che la pandemia potesse insegnarci il rispetto per il sacrificio, per la totale abnegazione di quanti sono in prima linea, è andata in frantumi. Del resto, credere che un virus potesse sciogliere un nodo che spetta alla politica, francamente è come affidarsi al fato. Sono fermamente convinto che sia la politica a dover intervenire nel conferire ai medici e a tutto il personale sanitario in servizio lo status di pubblico ufficiale. Non è un vezzo, è sostanza. Abbiamo sempre sostenuto che un’aggressione, oltre a mettere evidentemente a rischio il medico che la subisce, può costare la vita ad un paziente. Oggi siamo chiamati a costruire la sanità che desideriamo lasciare ai nostri figli, oggi abbiamo il dovere e l’obbligo morale di fare scelte coraggiose. Lasciamo a casa la retorica e facciamo in modo che si apra una nuova stagione, nella quale la politica abbia il coraggio di cambiare realmente in meglio il nostro meraviglioso Paese.
*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Napoli e provincia