Mangereste una barretta di cioccolato sapendo che per smaltirla serviranno 22 minuti di corsa o 44 di camminata veloce? Forse ci pensereste un po’ di più prima di farne un sol boccone. Ed è proprio per questo che molti nutrizionisti stanno proponendo di aggiungere anche etichette dei prodotti alimentari il movimento necessario a smaltire le calorie ingerite. Un accorgimento che potrebbe ridurre i pasti di 200 calorie al giorno. A svelarlo è una meta-analisi pubblicata sul Journal of Epidemiology & Community Health e condotta da Amanda Daley e colleghi dell’Università di Loughborough sulla base di un ampio set di dati da diversi studi pubblicati sull’argomento. In sostanza, spiegano i ricercatori, se si è consapevoli del tempo e della fatica che occorre per smaltire si è portati a tenere a freno l’appetito. Molto più di quanto lo si è con la mera informazione sulle calorie oggi in uso. Insomma, insistono gli autori dello studio, questo nuovo modo di etichettare i cibi migliorerebbe non poco le scelte alimentari e ridurrebbe in media l’introito calorico a pasto di almeno 65 calorie, per un totale di almeno 200 calorie al giorno.
AL LIMITE
Riuscire a mangiare meno sarebbe un bene per tutti. La gravità della situazione è evidente anche solo a guardare programmi Tv che propongono chirurgia barbarica e diete drastiche. Programmi che prima erano ad esclusivo appannaggio degli USA ma che ora sono ben calati in diverse realtà locali del Bel Paese. Secondo i dati relativi al periodo 2014-2017 pubblicati da Epientro, si stima che a livello nazionale circa quattro adulti su dieci rappresentino casi di eccesso ponderale suddivisi in tre fenomeni di sovrappeso e uno di obesità. Osservando le due condizioni di eccesso di peso da un punto di vista geografico sembra che le due distribuzioni su base regionale presentino alcune differenze per determinate aree. Per quanto riguarda il sovrappeso, il nord Italia con l’aggiunta della Sardegna presenta complessivamente una colorazione tendente al verde, sintomo di una percentuale di persone coinvolte inferiore alla media nazionale.
OBESITA’ INFANTILE
Non sarebbe per nulla un male, visto che l’Italia sta vedendo peggiorare la salute dei cittadini proprio a causa delle enormi quantità di cibo spazzatura consumate ogni giorno. In Campania poi il problema parte sin da piccoli, infatti l’obesità infantile ha un’incidenza ben maggiore chi in altre regioni. E dire che la nostra dovrebbe essere la culla della Dieta Mediterranea. Nella nostra regione invece un bambino su quattro tra gli 8 e i 9 anni e in sovrappeso, il 17.9% e’ obeso (dati diffusi da Okkio alla Salute) e quando si parte da bambini in questa condizione è facile avere futuri adulti non in buona salute.