Nel 1963 Edoardo Vianello faceva cantare e ballare l’Italia intera con I Watussi, tanto alti da guardare le giraffe negli occhi e parlare agli elefanti nelle orecchie. Oggi l’idea che gli uomini più alti del mondo siano proprio i Watussi cade a causa di uno studio condotto in 187 paesi e pubblicato su “eLife”. Messe da parte giraffe ed elefanti, il risultato è sorprendente ma molto meno esotico di quello messo in musica da Vianello: i più alti al mondo sono gli olandesi, in particolare ad Amsterdam e dintorni l’altezza media degli uomini è di 1 metro e 83 e nel paese baltico quella delle donne arriva a 1 metro e 70. Lo studio analizza com’è cambiata l’altezza media nei vari paesi dal 1914 al 2014.
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Italia
Va detto che noi del Bel Paese non siamo messi malissimo, certo non siamo in vetta ma almeno (con la media di 1,79) siamo passati in un secolo dalla cinquantasettesima alla ventinovesima posizione; mentre il gentil sesso italico (con il suo 1,65) è passato dalla cinquantacinquesima alla trentaduesima posizione.
Record negativo per il Sud-est asiatico
Dall’Europa del Nord bisogna spostarsi nel Sud-est asiatico per trovare invece gli uomini più bassi del mondo. A Timor-est l’altezza media maschile è di 1 metro e 60, mentre le donne più piccole del pianeta non raggiungono i 150 centimetri e sono in Guatemala. A crescere di più negli ultimi 100 anni sono stati gli uomini iraniani, 16 centimetri, e le donne della Corea del Sud, 20 centimetri. E’ di 5 centimetri sia per gli uomini che per le donne la crescita media della Gran Bretagna nell’ultimo secolo, dove l’altezza maschile e’ di un metro e 78 e quella femminile di 1,64.
Lo studio evidenzia anche come negli Stati Uniti la crescita media si sia bloccata tra il 1960 e il 1970. In un secolo l’aumento dell’altezza è stato di soli 6 centimetri. Rispetto al 1914 gli americani hanno perso molte posizioni, gli uomini sono passati dalla terza posizione alla trentasettesima, le donne dalla quarta alla quarantaduesima. «Il fenomeno di aumento dell’altezza potrebbe in parte dipendere dal sistema genetico – spiega lo scienziato Majid Ezzati – ma è anche vero che i geni non cambiano in così poco tempo. Quindi si puo’ ipotizzare che l’ambiente circostante e le migliori condizioni di vita siano i fattori di maggior influenza. Negli ultimi 100 anni in gran parte del pianeta sono cambiate le condizioni di assistenza sanitaria, i servizi igienici e la nutrizione, così come c’è un’attenzione maggiore verso la salute della mamma in gravidanza».