Il tema dei trapianti di rene porta a Napoli i maggiori esperti internazionali, medici che domani saranno in città in occasione del meeting «What’s new in Kidney Transplantation». L’evento è organizzato sotto l’egida dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e della Società Napoletana di Chirurgia. Il presidente del meeting, Michele Santangelo, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Generale e dei Trapianti di Rene dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, spiega che «obiettivo dell’incontro scientifico è fare il punto sui più recenti cambiamenti nella trapiantologia renale e diffondere i nuovi trend nazionali ed internazionali di questo affascinante campo della medicina e della chirurgia».
Il trapianto
Il gold standard per il trattamento dell’insufficienza renale cronica terminale è il trapianto renale, procedura effettuata nel 2014 in quasi 80.000 pazienti e nel 2017 in più di 85.000 pazienti in tutto il mondo. Numeri in continua ascesa, grazie ai miglioramenti nel campo della chirurgia, della nefrologia e dell’immunologia. Negli ultimi 10 anni, infatti, sono stati raggiunti ottimi risultati in questi settori, grazie alle nuove tecnologie che migliorano le procedure chirurgiche, all’utilizzo di nuovi e più sicuri farmaci immunosoppressori e alle nuove conoscenze su fattori di rischio e complicanze che intervengono nel paziente trapiantato.
Passato e nuovi approcci
«Il primo trapianto renale fu effettuato nei primi anni ’50- continua il professore Santangelo- da allora molto è cambiato nel mondo della trapiantologia renale. Basti pensare che l’indicazione chirurgica al trapianto è stata estesa a pazienti che prima non erano presi in considerazione per tale procedura e che pazienti anziani, affetti da diversi fattori di comorbidità, oggi possono essere ritenuti potenziali donatori. Inoltre, si sta ottimizzando e codificando l’uso di reni provenienti da donatori a cuore non battente, sono migliorate le tecniche di preservazione, come l’adozione della perfusione dinamica, che hanno reso possibile l’utilizzo di reni provenienti da donatori marginali, e nuovi approcci terapeutici e farmacologici stanno consentendo di forzare le barriere dell’istocompatibilità così da poter effettuare trapianti tra pazienti ABO incompatibili e con alti livelli di PRA». La velocità con cui sono cambiate le cose negli anni impone agli specialisti di essere sempre in prima linea nella formazione e nell’aggiornamento continuo, per non restare indietro in un settore in continuo sviluppo. Presidenti onorari dell’evento, due personalità che hanno fatto la storia dei trapianti in Campania: i professori Andrea Renda ed Enrico di Salvo.