Tempo di lettura: 3 minutiLa foto dell’Istat ritrae un paese la cui salute va lentamente in fumo, e non è un modo di dire. Il report è quello sui fattori di rischio legato a fumo, eccesso di peso, sedentarietà e consumo di alcol (tratte dall’Indagine multiscopo “Aspetti della vita quotidiana”) e restituisce l’immagine di un paese che non ha ancora imboccato la strada giusta.
Il fumo
Paradossalmente una delle poche note positive (o quasi) è nel fumo. Stando ai dati diffusi dall’Istituto tra il 2001 e il 2015 la percentuale di fumatori è scesa da 23,7% a 19,6%. Son gli uomini a prendere sempre più coscienza dei danni del fumo, ma è anche vero che sono anche quelli che storicamente fumano di più. Dati alla mano gli uomini, che nel 2001 partivano da livelli più elevati, hanno fatto registrare un calo di 6,4 punti percentuali (da 31,0% a 24,6%); mentre per le donne il calo è di quasi 2 punti percentuali (da 16,9% a 15%). La forbice tra uomini e donne dunque si riduce, ma restano preoccupanti le abitudini. Nel 2015, infatti, il 19,6% della popolazione di 14 anni ha dichiarato di essere fumatore (parliamo di circa 10milioni 300mila persone), il 22,8% di aver fumato in passato e il 56,3% di non aver mai fumato. Il dramma è che la quota più alta di fumatori si ha nella fascia di età 25-34 anni (33,0%); le giovanissime sembrano invece più avvedute, visto che tra le donne la maggior parte ha tra i 55-59 anni (20,8%).
Obesità
Altro tasto dolente è l’alimentazione. Nella foto dell’Istat il ritratto dell’Italia è quello di un paese che tradisce le proprie abitudini alimentari (sane) per inseguire modelli culturali di altri paesi (molto meno sani). Nel 2015 il 45,1% della popolazione di 18 anni e più è in eccesso di peso (35,3% in sovrappeso, 9,8% obeso), il 51,8% è in condizione di normopeso e il 3,0% è sottopeso. A mangiare di più sono i maschi, e il trend aumenta in maniera preoccupante con l’andar del tempo (da 51,2% nel 2001 a 54,8% nel 2015). I più a rischio sono i bambini, i dati dell’Istat confermano i continui allarmi dei pediatri sull’obesità infantile. Basti pensare che i bambini e gli adolescenti in eccesso di peso raggiungono la quota considerevole del 24,9% nel biennio 2014-2015, con forti differenze di genere (28,3% maschi, 21,3% femmine).
Consumo di bevande alcoliche
Ragazzini a rischio anche per quel che riguarda il bere. Se è vero che il 15,7% della popolazione ha comportamenti di consumo di alcol che eccedono le raccomandazioni per non incorrere in problemi di salute, è ancor più vero che questi comportamenti sono molto frequenti tra i giovani. Come ci si aspetterebbe gli ultrasessantacinquenni (il 36,4% degli uomini e il 9,0% delle donne) non da il buon esempio, ma sono molto alti i dati di consumo smodato tra i giovani compresi tra 18 e 24 anni (23,1% e 9,1%) e addirittura tra gli adolescenti di 11-17 anni (22,4% e 15,6%).
Sconvolge poi i fatto che il 64,5% della popolazione di 11 anni e più ha consumato almeno una bevanda alcolica nel corso del 2015: il 52,2% beve vino, il 46,4% consuma birra e il 42,1% aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori.
Sedentarietà
Siamo, stando all’analisi Istat, un paese di “sportivi da divano”. Nel 2015, 23milioni 524mila persone (vale a dire il 39,9% della popolazione di 3 anni e più) ha dichiarato di non praticare alcuno sport né attività fisica nel tempo libero. E stavolta le più svogliate sono le donne: è sedentario il 44,3% delle donne contro il 35,1% degli uomini. La sedentarietà cresce all’aumentare dell’età, a partire dai 65 anni una persona su due non fa sport.
Insomma, la bella Italia ha ancora molto da imparare e sembra aver dimenticato gli insegnamenti di chi nell’antichità aveva già intuito che non può esserci una mente sana se non in un corpo sano