Raffreddore e influenza iniziano a farsi sentire, ma la lotta alle malattie respiratorie quest’anno ha un alleato: «Un respiro di salute». È una campagna promossa da Federasma e allergie Onlus per cercare di educare alla cura con aerosol delle patologie delle alte, medie e basse vie respiratorie (dunque, non solo il raffreddore ma anche faringiti, asma, bronchiti, forme allergiche). Oltre ad alcuni incontri realizzati ad hoc, negli studi medici e nelle farmacie sarà presente il vademecum sull’aerosolterapia, spiegando anche quali accortezze vanno seguite per pulire gli accessori che si hanno in casa. La guida è comunque scaricabile dal sito federasmaeallergie.org.
Tornare a respirare
«I virus respiratori in queste settimane sono la regola e colpiscono indistintamente adulti e bambini. L’uso della nebulizzazione con l’erogazione di molecole di farmaco che si vaporizzano in particelle di dimensioni adeguate, permette di disinfiammare la mucosa e di poter tornare a respirare», dice Gian Luigi Marsegna, presidente eletto della Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica. La nebulizzazione può essere una valida metodologia per curare» i sintomi evitando le complicanze: in particolare, in combinazione con la doccia nasale, si igienizza la cavità nasale colpita da ostruzione causata da muco e catarro. Durante l’inverno aumenta il rischio di broncospasmo nei bambini fino a 5 anni e di riacutizzazioni per chi soffre di asma e Bpco, la broncopneumopatia cronica ostruttiva. «La nebulizzazione è un vero e proprio sistema di cura con accessori che vengono utilizzati in funzione della patologia da trattare e soprattutto in base alle caratteristiche del paziente che spesso ha capacità di coordinamento limitate, come i bambini, o compromesse, come gli anziani», commenta Federico Lavorini, docente di malattie dell’apparato respiratorio all’Università di Firenze.
La molecola
Intanto, per quel che riguarda le infiammazioni polmonari, la scienza ha fatto un grande passo avanti. E’ stata infatti scoperta la molecola che agisce contro queste malattie e potrebbe dunque portare presto a nuove terapie nell’uomo. Una ricerca condotta tra Svezia e Stati Uniti ha messo a punto una molecola antinfiammatoria basata su un nuovo meccanismo di azione, che ha come bersaglio una proteina che si ritiene abbia un ruolo sull’insorgenza delle infiammazioni. Pubblicato sulla rivista Science, lo studio è stato condotto dall’istituto Karolinska con la University Medical Branch del Texas, l’Università di Uppsala e quella di Stoccolma.
Nuove terapie
Si è scoperto che l’enzima Ogg1, oltre a riparare il Dna, attiva anche le infiammazioni e che il suo inibitore blocca il rilascio di proteine nfiammatorie, come la Tnf-alfa. Negli studi su topi con una malattia polmonare acuta, i ricercatori sono riusciti a smorzare l’infiammazione. L’intenzione dei ricercatori è di sviluppare l’inibitore Ogg1 per capire se può portare a nuovi trattamenti per le malattie infiammatorie per curare o alleviare malattie come la sepsi, la Bpco (la Bronopneumopatia cronica ostruttiva) e l’asma grave».