Esiste anche un’allergia verso la carne rossa ed è stata scoperta nel 2009 negli Stati Uniti. A scatenarla sono delle punture di zecche che determinano la formazione di anticorpi di tipo IgE, tipici dell’allergia verso l’Alfa-GAL.
Non si tratta di una proteina, ma di uno zucchero che viene iniettato sotto cute dalla saliva della zecca. Lo zucchero attiva degli anticorpi che a loro volta scatenano una forma di allergia legata al consumo di carne. La reazione allergica non è immediata dopo l’assunzione della carne, ma ritardata da 3 a 6 ore e questo rende più difficile l’associazione dell’allergia al cibo.
Il primo caso di allergia alla carne rossa nei confronti dello zucchero Alfa-Gal al Sud risale a pochi giorni fa: riguarda un uomo di circa 50 anni di Reggio Calabria che lavora per il Corpo Forestale, già punto in passato da zecche. Nella notte ha manifestato due episodi di reazione, circa 5-6 ore dopo la cena, con perdita di coscienza e manifestazioni cutanee. Precedentemente aveva mangiato ingenti quantità di carne rossa. In Italia sono ancora pochi i centri in grado di compiere indagini su questo tipo di reazione.
“Non c’è una terapia nei confronti di questa patologia – ha spiegato Antonino Musarra, Presidente AAIITO, Associazione degli Allergologi e Immunologi Territoriali e Ospedalieri Italiani – L’unica strategia è quella della prevenzione. Non abbiamo ancora grandi dati su questo tipo di sensibilizzazione. E’ per questo che occorre identificare il prima possibile quale tipo di carne il paziente abbia ingerito, il taglio di essa e la relativa quantità. Finora tutti i casi erano stati riportati nel Nord-Est, raramente nel Nord-Ovest. Ancora troppo pochi i centri che possono scoprire questo tipo di allergia. Reggio è tra questi”.
Recentemente si è ottenuto un nuovo sistema diagnostico: il dosaggio delle IgE specifiche verso l’Alfa-GAL, che però al momento è disponibile solo in un numero limitato di laboratori.
La patologia è piuttosto rara. “Su 68 centri italiani di allergologia analizzati che vedono mediamente oltre 100mila pazienti ogni anno, sono stati identificati soltanto 27 casi”, ha spiegato lo specialista Danilo Villalta durante il Congresso Nazionale dell’AAIITO.